L’ABC del crowdfunding: la guida definitiva per muovere i primi passi e raccogliere capitali

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L’ABC del crowdfunding: la guida definitiva per muovere i primi passi e raccogliere capitali

Per un imprenditore conoscere tutti gli strumenti a disposizione per raccogliere capitale è una risorsa preziosa per alimentare la crescita della propria azienda in tutte le sue fasi di vita. Negli ultimi dieci anni fra questi strumenti si è fatto strada anche il crowdfunding, con tante declinazioni che corrispondono ad altrettante opportunità. Ogni imprenditore al passo coi tempi deve conoscerle per aumentare le proprie possibilità di raccogliere capitale.

Che cosa significa crowdfunding?

Il concetto può risultare ostico a primo impatto innanzitutto per il termine inglese non immediatamente familiare: leggere nel web tante diciture diverse come “crowfunding” o “crowfounding” non aiuta a comprendere di cosa si parla. Conoscere il significato letterale della parola consente di comprendere il concetto e anche di ricordarsi più facilmente il modo in cui si scrive.

La parola è composta da due elementi: “crowd” significa “folla” mentre “funding” significa “finanziare, finanziamento”. Quindi letteralmente parliamo di finanziamento raccolto da una folla, ovvero un finanziamento collettivo: tante persone che versano soldi per sostenere qualcosa (un progetto, una causa benefica, un’azienda ecc.).

Qui ci rivolgiamo nello specifico alle imprese, che grazie ad appositi portali online, come Opstart, possono raccogliere finanziamenti da una moltitudine di persone sul web.

Quali tipi di crowdfunding esistono?

Il crowdfunding come lo abbiamo descritto, in realtà, è un grande contenitore che comprende quattro tipi di strumenti finanziari diversi che si traducono in altrettante modalità di raccolta di capitale:

All’interno di ciascuna tipologia, inoltre, possono esserci sottocategorie più specifiche dedicate a esigenze particolari.

Equity crowdfunding

L’equity crowdfunding è un finanziamento sotto forma di capitale di rischio: un’impresa che lancia una campagna di questo tipo raccoglie capitale da investitori che acquistano quote della società stessa e ne diventano soci. La società deve stabilire a monte quali e quanti diritti amministrativi cedere insieme alle quote, oltre ai diritti patrimoniali.

Su Opstart le società possono presentare il proprio business plan per candidarsi a lanciare una campagna di equity crowdfunding; in seguito alla selezione, si stabiliscono l’obiettivo minimo e l’obiettivo massimo di capitale da raccogliere e il periodo di tempo massimo entro cui concludere la raccolta, ma anche le tipologie di quote da offrire agli investitori e i relativi diritti patrimoniali e amministrativi. Prima e durante la campagna, la società dovrà impegnarsi con attività di marketing al fine di attrarre nuovi potenziali investitori interessati. 

Se l’obiettivo non viene raggiunto entro la scadenza della campagna, i soldi già versati vengono interamente rimborsati agli investitori. Se invece la campagna si conclude con successo, la società riceve il capitale dall’intermediario che si occupa di controllare i pagamenti per conto della piattaforma.

La quotazione in borsa con l’equity crowdfunding: Crowdlisting

Le potenzialità dell’equity crowdfunding vanno oltre la “semplice” raccolta di capitale: grazie all’equity crowdfunding è possibile anche rendere più accessibile la quotazione in Borsa. Crowdlisting è un percorso a marchio registrato ideato da Opstart, attraverso il quale le PMI italiane hanno l’opportunità di replicare in economia le costose IPO in borsa, grazie all’unione di equity crowdfunding e direct listing.

Lending crowdfunding

Lending crowdfunding ed equity crowdfunding sono le tipologie più diffuse, ma hanno molte differenze. Il lending, infatti, è uno strumento finanziario che ricalca il meccanismo del prestito

Anziché richiedere un prestito a una banca, con tutte le complicazioni burocratiche ed economiche che ne conseguono, un’impresa può raccogliere un prestito da tanti soggetti online con una campagna di lending crowdfunding. 

Sulla piattaforma Crowdlender, superata la selezione, la società stabilisce un obiettivo di raccolta e una finestra temporale e raccoglie il capitale, riconoscendo in cambio agli investitori un tasso di interesse. Potrà inoltre scegliere tra diverse possibilità di piani di ammortamento per la restituzione del capitale e l’erogazione degli interessi.

Il grande vantaggio del lending crowdfunding è che consente di accedere a un prestito in tempi più brevi rispetto al canale bancario.

Il finanziamento ponte con il lending: Crowdbridge

Il lending crowdfunding può essere sfruttato per ottenere liquidità mentre si è in attesa di un evento finanziario certo del futuro, per esempio la riscossione di crediti, l’erogazione dei fondi di un bando, ma anche la fine di una campagna di equity crowdfunding di successo.

È così che funziona il finanziamento ponte del Crowdbridge, un’operazione di lending crowdfunding che serve a coprire un periodo di attesa di liquidità ed è molto appetibile per gli investitori perché i fondi per restituire il prestito sono già nell’orizzonte di disponibilità dell’impresa.

Debt crowdfunding

Il meccanismo di base del debt crowdfunding è simile a quello del lending crowdfunding, ma ci sono alcune differenze importanti soprattutto per i destinatari d’uso.

Il debt crowdfunding consiste nella collocazione di obbligazioni e titoli di debito come bond, minibond o cambiali su piattaforme come Crowdbond. Attraverso tale collocazione presso la platea degli investitori online una società può raccogliere capitale di debito da restituire in seguito maggiorato degli interessi. 

Il vantaggio del debt crowdfunding è che consente alle PMI, anche non quotate, di collocare titoli di debito attraverso una procedura online più facile e accessibile, per promuovere la crescita o per ristrutturare le passività finanziarie. In più, i minibond possono anche essere quotati su Extra Mot Pro, una piattaforma specifica e più semplice creata da Borsa Italiana, ma anche su altre piattaforme di negoziazione europea.

Reward crowdfunding

Questa tipologia di crowdfunding si differenzia dalle precedenti perché non genera una remunerazione del capitale come le altre. “Reward”, infatti, significa “premio”, e i partecipanti a una campagna di reward crowdfunding ricevono un “premio” in cambio del sostegno economico concesso a un progetto. Di solito si tratta dello sviluppo di un prodotto e il premio è il prodotto stesso, in varie declinazioni. Ma può essere anche l’organizzazione di un evento, per esempio.

La società che lancia una campagna di reward crowdfunding ha il compito principale di proporre un reward appetibile per i suoi potenziali sostenitori. Il vantaggio principale di questa tipologia è la possibilità di fare un concreto test di mercato su un prodotto e di raccogliere feedback prima del lancio effettivo.

Quando fare una raccolta di questo tipo?

Il crowdfunding è una modalità di raccolta di capitale adatta a tutte le fasi della vita di una società e aperta a tutte le società di capitali. Come abbiamo spiegato approfonditamente in questo articolo, ogni fase di sviluppo di una società ha esigenze diverse. 

Una startup appena nata ha bisogno di capitali, contatti e competenze, e l’equity crowdfunding può fornire tutte e tre le cose grazie all’ingresso degli investitori nella società. In questa fase, soprattutto per le imprese che fanno prodotto, può essere utile anche sfruttare il reward per fare test di mercato mentre si raccolgono capitali.

In seguito, per accelerare la realizzazione dei progetti di crescita dell’impresa, il lending crowdfunding rappresenta un valido alleato per il reperimento di liquidità, mentre l’equity crowdfunding può continuare a essere sfruttato come strumento di marketing, di raccolta di capitale e di fidelizzazione di clienti e investitori.

Quando una startup diventa PMI e cambiano le sue dimensioni, la sua struttura e i suoi obiettivi, ricorrere al collocamento di Minibond (debt) è uno dei modi per diversificare le proprie fonti di debito. Questo permette di continuare a sostenere la crescita e di coprire le passività in maniera più sicura e accessibile.

Al culmine dello sviluppo di un’azienda c’è il grande salto della quotazione in Borsa, e anche qui il crowdfunding viene in aiuto semplificando questo passo con il Crowdlisting.

Ma possono esserci anche altre esigenze particolari durante la vita di una società. Per esempio, può capitare di incorrere in cause legali che si rivelano molto lunghe e costose: per finanziarle è nato Crowdlegal, uno strumento di equity o lending a cui le imprese possono ricorrere specificamente per raccogliere finanziamenti per portare avanti una causa legale.

Come funziona

Fino a oggi il crowdfunding in Italia è stato regolamentato da normative diverse per le varie tipologie, con molti cambiamenti negli anni e tanti testi di riferimento. Solo l’equity crowdfunding aveva un regolamento unico, emanato da Consob nel 2013 e aggiornato più volte. 

Nel 2020, però, è stato approvato il Regolamento Europeo sul Crowdfunding, che uniforma la normativa di tutti gli Stati membri e raccoglie in un unico testo tutte le tipologie che abbiamo elencato, tranne il reward. Alla fine del 2023, dopo un lungo periodo transitorio, il Regolamento UE verrà applicato anche in Italia e sarà la normativa di riferimento.

Dal punto di vista pratico, invece, per scoprire i segreti di una campagna di crowdfunding di successo consigliamo la lettura di questo articolo e la preparazione di un’ottima strategia di marketing e comunicazione.

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