Debt e lending crowdfunding sono due delle tre principali tipologie di raccolta di capitali e di investimento alternativo in crowdfunding: insieme all’equity crowdfunding, costituiscono l’universo del crowdinvesting. Opstart nasce come portale di equity crowdfunding, per poi espandersi in un hub di finanza alternativa che ospita tutte le tipologie: Crowdlender e Crowdbond sono le divisioni dedicate rispettivamente al lending e al debt crowdfunding.
La differenza tra debt e lending crowdfunding consiste principalmente nel fatto che con entrambe le modalità una società ottiene un finanziamento dagli investitori, che dovrà restituire con gli interessi, ma nel primo caso lo fa attraverso l’emissione di titoli obbligazionari, nel secondo, invece, chiedendo prestito regolato da un contratto di finanziamento. Nel primo caso, cioè, il finanziamento avviene tramite uno strumento di debito, nel secondo tramite un contratto di mutuo. Vediamo le due modalità più nel dettaglio per comprendere meglio questa differenza.
Il debt crowdfunding è una delle ultime novità introdotte nell’ambito del crowdinvesting: una modifica del regolamento Consob del 2019 introdotta dalla Legge di bilancio ha aperto ai portali di equity crowdfunding la possibilità di operare come intermediari anche per il collocamento di obbligazioni e titoli di debito, oltre che per la raccolta di capitale di rischio. Con il debt crowdfunding, quindi, le PMI possono raccogliere risorse finanziarie sul web collocando strumenti come bond, minibond o cambiali. Gli investitori che acquistano questi strumenti otterranno in seguito la restituzione del capitale investito maggiorato degli interessi maturati nel tempo prestabilito. La restituzione può avvenire secondo diverse modalità, specifiche per ciascuna raccolta.
A differenza del lending crowdfunding, il debt crowdfunding si rivolge prevalentemente a investitori professionali, mentre solo alcune specifiche categorie di investitori retail possono accedervi: coloro che hanno portafogli finanziari consistenti e una solida esperienza e consapevolezza finanziarie, oppure si affidano a servizi di gestione del portafogli da parte di terzi professionisti.
Rispetto al lending crowdfunding, il debt crowdfunding è una modalità di più recente affermazione e più di nicchia, quindi i suoi numeri sono di inferiore entità, ma rapidamente in crescita: secondo il report 2022 dell’Osservatorio crowdinvesting del Politecnico di Milano, 832 imprese hanno già collocato minibond, con un trend decisamente positivo (+68% di crescita nel 2021) che evidenzia il grande interesse che questi strumenti hanno suscitato nelle PMI come opportunità di sviluppo. Il lending crowdfunding, invece, è da tempo la modalità di crowdfunding che raccoglie le somme più alte, per la sua grande versatilità e accessibilità.
Il lending crowdfunding è detto anche peer to peer lending o social lending, perché è un prestito “fra pari”, anziché fra un istituto di credito e un privato. Infatti la prima differenza con il debt crowdfunding è che i soggetti che possono fare una campagna di lending crowdfunding non sono solo le imprese, ma anche i singoli privati o le associazioni. Le società che ricorrono a questo strumento raccolgono risorse finanziarie sotto forma di prestito dagli investitori, a cui dovranno restituire il capitale fornito maggiorato degli interessi, nei tempi e nelle modalità stabilite in anticipo al momento della sottoscrizione. Come per il debt crowdfunding, la restituzione può avvenire in un’unica tranche oppure in più momenti fissati a scadenze ben precise.
Per le aziende è un modo molto più facile e veloce di avere capitale a disposizione rispetto ai canali tradizionali, che richiedono tempi e burocrazia gravosi. Per gli investitori, invece, il vantaggio consiste nell’ottenimento di tassi di interesse mediamente più alti degli investimenti in finanza tradizionale.
In questo caso, gli investitori sono privati (retail) sia persone fisiche sia persone giuridiche. Un’altra differenzafra debt crowdfunding e lending crowdfunding è che il primo rientra nel regolamento redatto da Consob per l’equity crowdfunding in Italia, mentre per il secondo non c’è ancora un regolamento specifico, né un elenco di piattaforme autorizzate, ma la legislazione europea sta andando nella direzione di regolamentare allo stesso modo anche questo fenomeno, ormai pienamente affermato.
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