Una campagna di lending crowdfunding è un’opportunità di finanziamento tramite un prestito raccolto da una moltitudine di prestatori e può essere una preziosa alternativa al più tradizionale prestito bancario. Ma chi può fare una campagna di lending crowdfunding? La risposta non è così immediata come potrebbe sembrare.
Innanzitutto il lending crowdfunding è aperto sia ai privati sia alle aziende: ci sono portali specializzati per uno o per l’altro target, per esempio Soisy o Klarna sono portali dedicati ai prestiti per privati, mentre Crowdlender di Opstart è un portale dedicato al lending crowdfunding per imprese. In entrambi i casi, il grande vantaggio è la possibilità di ottenere un prestito in tempo molto breve: sia la valutazione della richiesta, sia l’erogazione dei fondi raccolti avvengono in tempi generalmente di gran lunga più snelli rispetto a quelli delle richieste di prestito avanzate ai tradizionali istituti di credito.
Anche la possibilità stessa di ottenere il prestito è più elevata, soprattutto per società di piccole dimensioni o startup. Questo perché l’istruttoria per ottenere il credito si basa su elementi diversi e più ampi rispetto all’istruttoria bancaria, sia perché chi c’è dall’altra parte, il potenziale investitore, prestando i propri soldi in una campagna di lending crowdfunding ottiene generalmente tassi di interesse più alti della media dei rendimenti degli investimenti attuali.
Secondo il report annuale dell’Osservatorio Crowdinvesting del Politecnico di Milano, in Italia sono attive 7 piattaforme di lending crowdfunding destinate al finanziamento di persone fisiche, 12 destinate alle imprese e 20 specializzate nel settore immobiliare. Infatti, la maggior parte dei prestiti veicolati dal lending crowdfunding sono destinati alle imprese (nell’ultimo anno circa 65 milioni raccolti da parte di privati e 102 da imprese, a cui vanno aggiunti 83 milioni raccolti nell’ambito dell’immobiliare).
Per quanto riguarda le persone fisiche, i soggetti che richiedono un finanziamento tramite lending crowdfunding devono essere maggiorenni, avere un reddito dimostrabile e non avere precedenti gravi di insolvenza. Ogni portale poi può avere proprie regole aggiuntive.
Per quanto riguarda le imprese, invece, il lending crowdfunding è attualmente aperto a tutte le tipologie di aziende, a differenza dell’equity crowdfunding che è riservato a start up e PMI. Infatti per l’equity crowdfunding c’è un regolamento specifico elaborato da Consob, mentre per il lending crowdfunding non c’è ancora una normativa specifica: la disciplina si rifà ad altri testi di materia finanziaria e fiscale, per esempio le leggi sul contratto di mutuo, che identificano il rapporto che si crea tra soggetto richiedente e soggetto finanziatore. La situazione però cambierà in futuro, poiché nel 2023 verrà introdotto anche in Italia il Regolamento Europeo sul crowdfunding, che introdurrà una normativa specifica anche per il lending crowdfunding.
Nonostante qualsiasi impresa possa fare una campagna di lending crowdfunding, la maggior parte delle aziende che vi fa ricorso sono startup e PMI. Le grandi imprese vi fanno ricorso per progetti particolari e per creare e rafforzare le proprie comunità a livello locale, dove sono presenti sul territorio o dove vogliono inserirsi. Sempre secondo il report del Politecnico, negli ultimi 12 mesi sono cresciute soprattutto le campagne di lending crowdfunding avviate da imprese di tipo immobiliare, un ambito che richiede capitali ingenti e quindi trae molto vantaggio dal crowdfunding; inoltre ciò è dovuto anche al fatto che ci sono molte piattaforme specializzate proprio nel crowdfunding immobiliare, come Crowdre.
In ogni caso i portali che ricevono le richieste delle imprese per l’avvio di campagne di lending crowdfunding svolgono una selezione sul merito creditizio dell’azienda, sulla solidità del progetto proposto e sulla sostenibilità del debito. I portali di lending crowdfunding si appoggiano spesso ad agenzie di rating o a provider di credit scoring per elaborare una valutazione delle aziende (per esempio Opstart collabora con Easyfintech). Le imprese che vogliono un prestito, perciò, devono fare richiesta fornendo tutti i documenti relativi alla propria situazione finanziaria e al progetto che intendono finanziare con il prestito. Devono infatti dimostrare la sostenibilità del debito e la qualità del proprio progetto.
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