Finanza e crowdfunding non sono due mondi inesorabilmente separati e in contrasto: pensare al crowdfunding semplicemente come alternativa alla finanza tradizionale è limitante, una strategia di crescita aziendale davvero efficiente è quella che integra queste due componenti. Viene quasi naturale il collegamento tra crowdfunding e startup, piccole aziende con poche possibilità di scelta, e tra finanza tradizionale e grandi imprese, ma è una semplificazione non del tutto corretta e scarsamente funzionale.
Fare pianificazione finanziaria è indispensabile per una società che voglia costruirsi un percorso di crescita continuo e solido e significa combinare tutte le fonti di finanziamento a disposizione in modo da trarne il maggiore vantaggio possibile in termini di copertura finanziaria, rischio e libertà di movimento. Diversificare le fonti di capitale consente appunto di ridurre il rischio complessivo, migliorare la resilienza finanziaria dell’impresa e trarre vantaggio dai punti di forza di strumenti diversi.
Scopriamo allora come finanza tradizionale e crowdfunding possono agire in sinergia per aiutare le imprese ad accedere ai capitali.
Partiamo dal definire i principali vantaggi che ciascuna delle due grandi categorie di strumenti di finanziamento porta con sé e che le differenziano.
La finanza tradizionale è ben esemplificata dal prestito bancario, ma comprende anche i finanziamenti di fondi di investimento, venture capital, business angel ecc. e si distingue per i seguenti vantaggi:
Il crowdfunding, dal canto suo, si declina in diverse tipologie capaci di rispondere a variegate esigenze (lending, equity, debt, reward) e si distingue per i seguenti vantaggi:
Questi due brevi elenchi non esauriscono la natura delle due fonti di finanziamento, ma ne rappresentano i tratti più essenziali, quelli che costituiscono l’apporto più significativo alla strategia di crescita di un’impresa.
Ci sono progetti di business che si sviluppano lungo archi temporali lunghi e/o si suddividono in diverse fasi di lavoro, ciascuna delle quali ha il proprio budget e i propri processi operativi. Un esempio classico è quello delle operazioni immobiliari.
In questi casi, iniziare i lavori con celerità e puntualità è un vantaggio prezioso che favorisce il buon proseguimento del progetto. In attesa di un finanziamento tradizionale, può essere utile fare una campagna di lending crowdfunding per raccogliere liquidità in tempi brevi e avviare le attività senza restare bloccati fino all’arrivo del resto dei fondi. Lo stesso vale quando sono necessari determinati requisiti per accedere a un finanziamento tradizionale e bisogna attendere di ottenerli.
Questo è proprio uno dei motivi per cui il lending crowdfunding riscuote così tanto successo nel settore real estate, ma è una strategia che si può estendere anche ad altri ambiti.
Per le piccole e medie imprese o le startup l’accesso alla finanza tradizionale è spesso ostacolato dalla mancanza di garanzie e/o dalla mancanza di dati storici in grado di fornire prospettive attendibili per il futuro. Il crowdfunding, allora, può essere un passaggio preliminare per acquisire, oltre che capitali, anche diversi KPI positivi e irrobustire così la reputazione della società, rendendola più affidabile e meritevole agli occhi dei player di finanza tradizionale. Da questo punto di vista sono utili soprattutto le modalità reward ed equity crowdfunding.
Lanciare nuovi prodotti o servizi o entrare in nuovi mercati è sempre una grande incognita. Per evitare di sprecare risorse, può essere utile ricorrere al crowdfunding per testare la risposta del mercato alla novità e raccogliere feedback preziosi per indirizzare il progetto. A quel punto, si può ricorrere a un finanziamento tradizionale per sostenere gli investimenti più consistenti necessari per l’effettivo sviluppo e la commercializzazione ufficiale del prodotto o servizio o per la costruzione della struttura necessaria a un’espansione.
Per questa strategia, come per la precedente, le modalità di crowdfunding più utili sono equity e reward.
Anche per un’attività di business finanziata interamente attraverso i canali tradizionali può essere intelligente sfruttare le potenzialità del crowdfunding come strumento di marketing, in tutte le sue declinazioni. Ecco quattro esempi:
Da questi esempi si evince come l’integrazione tra finanza tradizionale e alternativa sia un’opportunità non solo per startup e PMI, ma anche per imprese grandi e affermate.
Le prime fasi del ciclo di vita di una startup vedono spesso il ricorso esclusivo a forme di finanza alternativa – tra cui il crowdfunding – o finanza agevolata specifica per startup. Arriva un momento, però, in cui per fare il salto di qualità ci vuole una spinta in più: è a questo punto che, forte dei primi risultati ottenuti, una startup può rivolgersi a un fondo di investimento o a una banca per ricevere il supporto necessario a scalare il business oppure internazionalizzarlo, e diventare ufficialmente un’azienda di successo.
Una volta compiuto il salto di qualità, un’azienda può aspirare a perseguire maggiore crescita, autorevolezza, notorietà, appetibilità, margini di profitto e di investimento compiendo il passo della quotazione in Borsa. La vendita di azioni e obbligazioni in un mercato pubblico è lo strumento per eccellenza della finanza tradizionale per raccogliere capitali e conferisce un’autorevolezza e un’appetibilità per gli investitori senza precedenti a un’azienda. Si tratta, però, di un percorso costoso e complesso.
Il crowdfunding non solo può costituire un’utile palestra per l’ingresso nel mercato dei capitali – ad esempio con la collocazione di un Minibond – ma offre anche una scorciatoia per tale ingresso con lo strumento del Crowdlisting: quest’ultimo rende la quotazione in Borsa più accessibile ed economica alle imprese.
Finanza tradizionale e crowdfunding, quindi, possono andare a braccetto in tante fasi della vita di una società e potenziarsi a vicenda.
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