Cosa succede quando si fa impresa e si cresce, e si arriva al punto di volersi quotare in Borsa?
Serve una IPO, ovvero una Initial Public Offer. Una vera e propria offerta al pubblico in un mercato regolamentato, con costi molti alti. Il Crowdlisting, marchio registrato concesso in licenza esclusiva a Opstart, è un metodo ideato da Giovanpaolo Arioldi, CEO e co-founder di Opstart, che permette di replicare le costose IPO in Borsa grazie all’unione di crowdfunding e direct listing, rendendo di fatto liquide e liquidabili le azioni di una società che ha raccolto capitali grazie alla piattaforma web.
In pratica, grazie al programma specifico Crowdlisting, si replicano gli effetti di un’IPO, ma con costi e tempi molto ridotti. Ma vediamo bene come entrare nel mondo del Crowdlisting – e cosa significa in pratica – con 10 punti chiave da tenere a mente.
Un’azienda non quotata ha valore solo una volta l’anno, il 31 dicembre in chiusura di bilancio, mentre le imprese quotate sanno ogni giorno il proprio valore, e così anche gli investitori. In questo modo, la visibilità sul mercato e soprattutto la solidità percepita di un’impresa vengono valorizzate. Gli investitori istituzionali hanno l’esigenza di quantificare in maniera costante i propri asset, per poter aver chiaro in ogni momento il valore del loro investimento, cosa che con l’equity crowdfunding tradizionale non è possibile, non essendo quotati in borsa.
Il sistema tradizionale per fare una IPO ha un costo che varia tra 500 mila e i 700 mila euro: un bell’investimento. Con una piattaforma come Crowdlisting il costo sta tra i 60 mila e i 100 mila euro. Il costo è decisamente minore non perché il servizio sia meno prestigioso, ma perché il percorso è più snello, rapido e elimina il rischio intrinseco della raccolta di capitali sul mercato, poiché già effettuata tramite crowdfunding.
Quando una società ha voglia di aprirsi sempre di più a investitori professionali e retail, con il vantaggio di aver acquistato strumenti finanziari liquidi e trasferibili, senza dover sostenere gli alti costi di trasferimento, del notaio, delle imposte di bollo e di registro. Il risultato è che si agevola l’acquisto di piccole quantità di azioni anche da parte di piccoli investitori.
Il processo classico di IPO è caratterizzato da una grossa incertezza di mercato: sono tante le società che, dopo mesi di lavoro, non riescono a portare a buon fine la propria IPO (anche per fattori non connessi alle loro performance). Il punto di forza di Crowdlisting è rappresentato dalla scissione tra fase di raccolta di capitale e la fase di listing. La prima è la parte più difficile ed essenziale per la società: in questo modo si elimina il rischio di mercato intrinseco nell’IPO. Inoltre, gran parte del lavoro propedeutico alla campagna di equity crowdfunding può essere usato anche nelle attività preliminari al listing.
Entriamo nel dettaglio: come anticipato, la fase zero per quotarsi in borsa con Crowdlisting è un’attenta verifica dei requisiti di quotazione. I consulenti legali e il team di Opstart effettuano un controllo sullo statuto e sull’assetto di governance societario, in modo che rispondano al regolamento del mercato di quotazione. E al regolamento Consob sull’equity crowdfunding.
Entriamo nel dettaglio: come anticipato, la fase zero per quotarsi in borsa con Crowdlisting è un’attenta verifica dei requisiti di quotazione. I consulenti legali e il team di Opstart effettuano un controllo sullo statuto e sull’assetto di governance societario, in modo che rispondano al regolamento del mercato di quotazione. E al regolamento Consob sull’equity crowdfunding.
Una volta raggiunto l’obiettivo di raccolta, la società viene presentata al Listing Sponsor, cioè la figura che assisterà e supporterà la società in tutte le attività che la porteranno all’ammissione delle azioni sul mercato.
Lo step conclusivo è la vera e propria quotazione in borsa delle azioni della società, a seguito della quale le azioni acquistate dagli investitori durante la campagna di equity crowdfunding saranno liquide e liberamente trasferibili.
Il procedimento dura circa sei mesi, alla fine dei quali gli investitori possono iniziare a negoziare le proprie azioni. Le diverse fasi, grazie a Crowdlisting, possono essere compresse o dilatate, in base alle esigenze aziendali, il che è particolarmente vantaggioso.
Gli investitori hanno la certezza di vedersi assegnati i titoli senza nessuna forchetta di prezzo, essendo quest’ultimo stabilito nella campagna di equity crowdfunding, peraltro chiaro e pubblico. Non è l’azienda a decidere a chi vendere le azioni o a quale prezzo, così l’investitore sa che otterrà le azioni e conosce il prezzo da subito, in un processo più chiaro rispetto a un’IPO tradizionale.
Crediamo che Crowdlisting possa trasformare il settore della finanza alternativa, per poter avvicinare le piccole e medie imprese innovative al mercato dei capitali, garantendo anche un notevole vantaggio agli investitori che hanno investito e creduto in un’azienda nelle prime fasi di crescita!
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