L’ABC dello startupper: cos’è una cap table e perché conta davvero per l’equity crowdfunding

Blog di Crowdfunding

L’ABC dello startupper: cos’è una cap table e perché conta davvero per l’equity crowdfunding

Ottobre 29, 2025 La redazione Educazione finanziaria / Equity Crowdfunding

La cap table è uno degli elementi meno conosciuti nell’ambito della gestione di un’impresa, soprattutto per chi è alle prime armi nel mondo dell’imprenditoria come gli startupper. Questa scarsa notorietà, però, non è dovuta a una scarsa importanza. La capitalization table (o tabella di capitalizzazione), infatti, rappresenta la fotografia aggiornata della struttura societaria: chi sono i soci, quanto possiedono, come si distribuisce il capitale e quale spazio resta per futuri investitori o strumenti finanziari.

Se per i founder è un documento di gestione quotidiana, per chi valuta un investimento – dagli angel investor ai piccoli risparmiatori che partecipano a una campagna di equity crowdfunding – la cap table diventa una bussola per capire l’assetto della società e valutarne la sostenibilità e le prospettive di exit. Una cap table chiara e coerente non è quindi solo un adempimento formale, ma un segnale di trasparenza e affidabilità. In questo articolo scopriamo come la cap table per l’equity crowdfunding può essere un elemento che influenza il successo della campagna.

Cos’è una cap table

La cap table è una tabella che riporta la distribuzione del capitale sociale di una società. All’interno di questo documento sono elencati i soci attuali, le quote o le azioni che ciascuno detiene e la percentuale corrispondente sul totale. Non si tratta però solo di una fotografia statica: la cap table evolve nel tempo, ogni volta che la società effettua un aumento di capitale, emette nuovi strumenti finanziari o accoglie nuovi investitori.

Gli elementi tipici di una cap table includono:

  • nome dei soci e la loro tipologia (founder, business angel, investitori istituzionali, piccoli risparmiatori in equity crowdfunding);
  • quote o azioni detenute, con relativo valore nominale;
  • percentuale di capitale posseduta, per avere chiara la distribuzione dei poteri e dei diritti;
  • valutazioni pre-money e post-money, che indicano quanto vale l’azienda prima e dopo un aumento di capitale;
  • strumenti finanziari aggiuntivi, come stock option, SAFE (Simple Agreement for Future Equity) o strumenti partecipativi (SFP), che possono incidere sulla futura diluizione.

In questo modo, la cap table consente non solo di capire “chi possiede cosa”, ma anche di prevedere come evolverà la struttura societaria al verificarsi di nuovi ingressi o conversioni di strumenti già emessi.

A cosa serve e perché è importante

La cap table non è solo una formalità, ma uno strumento operativo e strategico. Ha tre funzioni principali:

  • gestione interna per i founder: consente di monitorare la distribuzione delle quote e la diluizione che può derivare da nuovi round di finanziamento o dall’emissione di strumenti convertibili. Per un imprenditore, avere la situazione sempre chiara significa poter pianificare al meglio le mosse future senza rischiare di perdere il controllo della società;
  • trasparenza per gli investitori: chi valuta un investimento guarda la cap table per capire la solidità della società. Una tabella chiara, semplice e aggiornata trasmette fiducia e aiuta gli investitori a stimare il proprio peso reale all’interno del capitale sociale;
  • visione strategica per il futuro: una cap table ben strutturata permette di pianificare futuri round, l’ingresso di nuovi soci strategici, o la creazione di piani di incentivazione per i dipendenti. In questo senso diventa uno strumento di pianificazione della crescita e di tutela della sostenibilità aziendale nel lungo periodo.

La cap table per l’equity crowdfunding: il valore per gli investitori

Nel contesto dell’equity crowdfunding, la cap table assume un ruolo importante nei confronti degli investitori. Chi partecipa a una campagna – piccoli risparmiatori o professionisti – vuole sapere con precisione quanto pesa la propria partecipazione e quale sarà la struttura societaria dopo la raccolta.

Una cap table chiara e lineare è fondamentale per diverse ragioni:

  • comprensibilità: troppa complessità (quote frammentate, strumenti finanziari poco chiari) può scoraggiare gli investitori;
  • trasparenza: gli investitori vogliono vedere che i founder mantengano un controllo stabile della società;
  • credibilità: la presenza di business angel o di investitori professionali già in cap table è percepita come una validazione del progetto;
  • prospettiva futura: la cap table mostra se ci sarà spazio per altri round di finanziamento senza compromettere l’equilibrio tra i soci.

Esistono soluzioni specifiche per semplificare la gestione delle quote, come l’utilizzo di veicoli (per es. SPV) o il regime alternativo di intestazione delle quote, che permettono di raccogliere centinaia di piccoli investitori mantenendo ordinata la governance della società. In questo modo si coniugano l’accessibilità del crowdfunding e il vantaggio di accedere un ampio bacino di potenziali investitori con l’esigenza di una struttura societaria sostenibile e leggibile agli occhi di futuri investitori istituzionali.

Errori comuni nella gestione della cap table

Nonostante la sua importanza, la cap table viene spesso gestita in modo approssimativo dalle startup. Gli errori più frequenti sono:

  • mancanza di aggiornamento: dimenticare di integrare aumenti di capitale, conversioni di strumenti finanziari o ingressi di nuovi soci porta a una fotografia non corrispondente alla realtà;
  • frammentazione eccessiva delle quote: distribuire quote troppo piccole a troppi soci può rendere complessa la governance e scoraggiare investitori istituzionali;
  • valutazioni irrealistiche: fissare una valutazione iniziale troppo alta compromette la credibilità e può rendere difficile la raccolta nei round successivi;
  • assenza di pianificazione per strumenti futuri: non considerare stock option, SAFE o altri strumenti convertibili rischia di andare incontro a diluizioni inattese che minano la fiducia degli investitori.

Evitare questi errori è fondamentale per presentarsi ai potenziali investitori con una struttura solida e convincente.

Best practice per una cap table “investor friendly”

Per rendere la cap table un alleato strategico e non un ostacolo nella raccolta di capitali, è utile seguire alcune buone pratiche:

  • aggiornamento costante: ogni operazione societaria deve essere immediatamente registrata per mantenere una fotografia reale e attendibile;
  • uso di strumenti digitali: software e piattaforme dedicate alla gestione della cap table aiutano a ridurre errori e a garantire trasparenza;
  • pianificazione della diluizione: prevedere già in anticipo l’impatto di futuri round di finanziamento o di piani di stock option consente di evitare sorprese per i soci e per gli investitori;
  • chiarezza nella comunicazione: presentare la cap table in maniera semplice e comprensibile aumenta la fiducia degli investitori, soprattutto quella di chi partecipa tramite equity crowdfunding e non fa parte degli addetti ai lavori;
  • supporto di esperti: affidarsi a consulenti legali o finanziari aiuta a strutturare una cap table solida e corretta.

Queste pratiche rendono la società più attrattiva agli occhi degli investitori e preparata per affrontare le fasi di crescita future. Sono raccomandazioni particolarmente importanti per le startup che stanno iniziando il proprio percorso di raccolta di capitali, con strumenti di finanziamento magari diversificati. La cap table per l’equity crowdfunding permette di dimostrare serietà e lungimiranza in un contesto dove il rapporto con gli investitori si basa più che in altri sulla fiducia.

Ora che conosci l’importanza di una cap table per l’equity crowdfunding, scopri se questo strumento può fare al caso della tua azienda!

POTREBBE ANCHE PIACERTI

Il futuro del cinema può passare dal crowdfunding? Le opportunità per chi produce (e per chi investe)

Ogni anno il 27 ottobre si celebra la Giornata Mondiale del Patrimonio Audiovisivo, istituita dall’UNESCO per promuovere e sottolineare “l’importanza...

Come si emette un Minibond?

Per le PMI in cerca di finanziamenti oggi è importante sapere come si emette un Minibond: a partire dal Decreto Sviluppo del 2012 i Minibond sono un utile strumento finanziario a disposizione delle società non quotate in Borsa...

SeLinvest: la nuova frontiera di Green srl, intervista a Rossella Leali

Le fonti rinnovabili rappresentano il futuro del settore energetico. Con la crescente attenzione verso tecnologie rispettose dell’ambiente e le normative introdotte negli ultimi...

Founder e investitori: due visioni per un solo obiettivo

Nel percorso di consolidamento e crescita di un’impresa si incontrano due protagonisti fondamentali: i founder, che hanno avuto l’idea e la portano avanti, e gli investitori, che forniscono le...