Il valore pre-money di una società è un dato importantissimo da stabilire prima di una campagna di equity crowdfunding e a cui tutti i potenziali investitori devono prestare attenzione. È uno strumento fondamentale per valutare il punto di partenza di un’impresa prima della raccolta di capitali e stimarne le potenzialità e prospettive future, ma serve anche a calcolare la quota societaria che spetterà agli investitori crowd.
Il valore pre-money della società sulla pagina di una campagna di equity crowdfunding deve essere chiaramente identificabile, oltre a essere una voce imprescindibile del business plan per l’equity crowdfunding.
Il valore pre-money è il risultato di una valutazione preliminare del valore di una società prima dell’ingresso di nuovi capitali, nuovi soci o semplicemente nuovi finanziamenti. È parte del biglietto da visita con cui una società si presenta ai suoi potenziali investitori di una campagna di crowdfunding o a finanziatori come, per esempio, i business angel o i fondi di venture capital.
A partire dal valore pre-money, gli interessati possono capire se l’impresa considerata ha prospettive future sufficientemente promettenti, realistiche e in linea con gli obiettivi di investimento di ciascuno. Da esso, inoltre, dipendono il prezzo di sottoscrizione a cui vengono offerte le quote di partecipazione e il calcolo dell’equity crowdfunding index.
Il calcolo del valore pre-money non si basa solo sul capitale sociale, ma anche su proiezioni economico-finanziarie future, sulla composizione del team, sui processi già strutturati, sulla rete di contatti, sul confronto con altre realtà paragonabili ecc. Si tratta, quindi, di un calcolo piuttosto complesso, e l’importanza del suo risultato per il futuro di un’impresa lo rende anche particolarmente delicato.
È alla società stessa che spetta il calcolo del proprio valore pre-money, e questo potrebbe far pensare che finisca per essere un calcolo costantemente al rialzo, per fare bella figura e attirare investimenti. In realtà, non conviene né all’azienda né agli investitori una valutazione pre-money “gonfiata”. Al contrario, è fondamentale fare una valutazione il più possibile realistica e coerente, innanzitutto perché il rapporto tra impresa e investitori si basa anche sulla fiducia. In secondo luogo, perché con un valore pre-money troppo alto si rischia da un lato di essere fuori mercato o di diventarlo subito dopo la prima raccolta di capitali, dall’altro lato di perdere rapidamente credibilità.
Ma la valutazione pre-money non deve neanche essere troppo bassa: l’eccesso di umiltà, lungi dall’essere una strategia virtuosa, esporrebbe da un lato al rischio di diluizione eccessiva delle quote, dall’altro a quello di una svalutazione nella percezione esterna dell’azienda.
La chiave per un calcolo efficace del valore pre-money è quindi l’equilibrio. Non c’è un unico metodo per il calcolo e, soprattutto per le startup, può essere utile rivolgersi a consulenti che si occupano specificamente di questo. Esistono diversi metodi di calcolo, che possono anche essere combinati tra loro e che si adattano diversamente alle varie fasi del ciclo di vita di una società.
Per un investitore alle prime armi o abituato a investire tramite intermediari, può risultare difficile capire come interpretare il valore pre-money di un’azienda. Affinché sia un’informazione utile per fare una riflessione consapevole su un’opportunità di investimento, non va considerato da solo, bensì messo in relazione con il resto del business plan e con tutti i dati reperibili sulla società in questione. Anche il confronto con aziende simili può essere utile.
Come già accennato, la preoccupazione di una valutazione pre-money “falsata” da parte dell’azienda è per lo più infondata, perché non conviene sotto nessun punto di vista agli imprenditori stessi. Non è raro, peraltro, che le valutazioni pre-money vengano fatte certificare (o svolgere direttamente) da enti esterni.
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