Fare una campagna di crowdfunding è anche un’occasione di autoanalisi per l’azienda, che sin dall’inizio, quando deve capire come si redige un business plan per l’equity crowdfunding, si interroga sul proprio progetto imprenditoriale, lo analizza sotto diversi punti di vista, lo ottimizza nell’ottica di un’accurata pianificazione finanziaria.
Il business plan, infatti, è il documento che definisce gli obiettivi di un’impresa a medio termine, le strategie per realizzarli e le risorse economiche necessarie, oltre al contesto in cui si muove: fondamentale non solo per i suoi destinatari all’esterno della società, ma anche e innanzitutto per la società stessa, per fissare la propria identità, il proprio punto di partenza e l’obiettivo di arrivo prefissato, insieme alle modalità e ai tempi per raggiungerlo. È quindi una guida di riferimento per il percorso da compiere.
Dal punto di vista esterno, invece, è una carta d’identità dell’azienda, che ne delinea le caratteristiche fondamentali, le intenzioni, la stabilità, testimoniandone il grado di credibilità e sostenibilità. Perciò è uno strumento indispensabile per la ricerca di finanziamenti terzi. Una società che vuole fare una campagna di equity crowdfunding per raccogliere capitale online deve persuadere della validità e solidità del proprio progetto sia la piattaforma che dovrà ospitare la campagna, sia gli investitori che dovranno sostenerla, perciò il business plan risulta doppiamente importante.
Un grande errore che spesso viene fatto è quello di realizzare il business plan con superficialità e in modo frettoloso, ritenendo che le informazioni davvero importanti siano poche e che tutti si concentreranno solo su quelle. In realtà è significativa anche l’impressione globale che un business plan trasmette, per questo motivo non ci si può semplicemente sedere a un tavolo e mettere per iscritto dei dati. È un lavoro che i principali membri del team devono fare insieme dopo una serie di analisi preliminari.
Per redigere un business plan per l’equity crowdfunding, è necessario scegliere la voce e lo stile con cui scrivere il documento e mantenerli coerenti in tutte le sue parti, e questi elementi devono essere adatti alla tipologia di azienda e al resto della sua comunicazione, oltre che ovviamente all’interlocutore. Poiché nel caso dell’equity crowdfunding, come abbiamo anticipato, l’interlocutore è doppio, questo può sembrare difficile: è utile prevedere un livello generale di approfondimento, con frequenti momenti riassuntivi che semplifichino i concetti fondamentali. La lunghezza, in ogni caso, non dovrà essere eccessiva.
In secondo luogo, bisogna individuare in modo chiaro l’obiettivo o gli obiettivi fondamentali che si intende raggiungere, evitando troppe ramificazioni, così che si stabilisca una direzione a cui tendere e da non abbandonare mai, utile anche come cartina al tornasole della coerenza del business plan man mano che si andrà a costruire.
Infine, non si può prescindere dal dedicare il giusto tempo alle ricerche, agli studi e alle analisi preliminari per indagare il mercato in cui ci si muove e conoscerlo alla perfezione, con dati provenienti da fonti verificate e attendibili. È particolarmente importante per le startup che ancora non si sono confrontate direttamente con il mercato e non hanno quindi performance all’attivo, ma anche per le imprese in fasi di vita più avanzate per fornire agli investitori una previsione di sviluppo con basi solide.
La prima parte del business plan è prevalentemente descrittiva e deve includere le informazioni di base sull’azienda e la descrizione della sua idea imprenditoriale:
Alcuni di questi dati sono oggettivi, altri invece richiedono un maggiore approfondimento e sono quelli fondamentali: è il momento di spiegare perché l’idea di business proposta è valida, cosa la rende unica e a quali esigenze vuole rispondere.
Si inizia così a collocare l’idea imprenditoriale in un contesto di mercato, che va poi analizzato in modo più approfondito: una sezione del business plan va dedicata a illustrare le analisi di mercato compiute nelle fasi preliminari del lavoro. Le informazioni fondamentali sono:
Una sezione tipica del business plan è poi l’analisi SWOT, acronimo che sta per Strengths, Weaknesses, Opportunities, Threats e conduce a mettere nero su bianco, nell’ordine, punti di forza, punti di debolezza, opportunità e minacce del business in oggetto: elementi fondamentali per orientare lo sviluppo.
Proseguendo, va delineata la strategia di marketing per il collocamento del prodotto sul mercato: posizionamento, prezzo, canali di vendita, promozione. Una sezione dettagliata va poi dedicata alla parte operativa: fornitori, produzione, strumenti, logistica ecc.
L’ultima parte del business plan è quella più specificamente economico-finanziaria, fondamentale per la ricerca di finanziamenti e composta da alcune voci principali:
Quest’ultima voce è un dato molto significativo per una campagna di equity crowdfunding, perché determina il costo delle quote offerte agli investitori e deve essere calcolata in modo equo per incentivare gli investimenti.
Non può mancare, infine, un executive summary che fornisca una panoramica sintetica ma completa di tutti gli elementi del business plan.
Rispetto a un business plan tradizionale, un documento redatto in preparazione al lancio di una campagna di equity crowdfunding deve porre ancora più enfasi sulla forza dell’idea imprenditoriale, che deve risultare coinvolgente personalmente per gli investitori, e sull’uso che verrà fatto del capitale raccolto con la campagna, oltre che sui vantaggi che derivano dall’eventuale investimento.
Prima ancora di arrivare all’investitore, però, il business plan dovrà essere utilizzato per capire con precisione quanto capitale serve per realizzare gli obiettivi definiti, in modo da fissare un obiettivo sensato alla campagna di crowdfunding; ma anche per stabilire delle aspettative realistiche e correggere eventuali criticità prima di sottoporre il business alla prova del crowdfunding.
L’ecosistema delle imprese innovative è popolato da tanti attori che devono lavorare insieme per creare un ambiente favorevole allo sviluppo di idee e alla competitività...
La scelta della piattaforma di crowdfunding su cui fare un investimento o su cui lanciare la propria campagna di raccolta di capitali è cruciale per assicurarsi...
Quando si parla di round di investimento di Serie A, B, C, ecc., ci si riferisce alle operazioni di finanziamento delle startup tramite raccolte di capitale di rischio che avvengono nella fase di crescita...
Lo scontro fra tradizione e innovazione in Italia vede vincitrice la prima in moltissimi ambiti, da quelli più triviali come il cibo a quelli più seri come gli...