Founder e investitori: due visioni per un solo obiettivo

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Founder e investitori: due visioni per un solo obiettivo

Ottobre 21, 2025 La redazione Equity Crowdfunding

Nel percorso di consolidamento e crescita di un’impresa si incontrano due protagonisti fondamentali: i founder, che hanno avuto l’idea e la portano avanti, e gli investitori, che forniscono le risorse per trasformarla in realtà. Entrambi condividono lo stesso obiettivo – far crescere l’azienda – ma lo guardano da prospettive diverse.

Per i founder, la priorità è costruire un prodotto o un servizio competitivo, acquisire e consolidare il posizionamento sul mercato e perseguire una visione di lungo termine. Gli investitori, invece, in un progetto imprenditoriale cercano solidità economico-finanziaria, sostenibilità e soprattutto un ritorno sull’investimento, da raggiungere attraverso strategie di uscita ben definite.

Queste due prospettive possono sembrare in contrasto, per certi versi, ma in realtà sono complementari. Se ben integrate, diventano la leva per creare imprese più forti, capaci di attrarre più capitali e di consolidarsi nel tempo. In questo articolo metteremo a confronto le diverse logiche di founder e investitori, esplorando come ciascuno vede il percorso imprenditoriale e quali strumenti permettono di costruire una relazione efficace e duratura.

La prospettiva dei founder

Dal punto di vista dei founder, costruire un’impresa significa da un lato far quadrare i conti e generare profitto, dall’altro realizzare una visione. Chi lancia una startup si concentra prima di tutto sul prodotto o sul servizio che vuole portare sul mercato, cercando di renderlo unico e riconoscibile e di rispondere a un bisogno ben preciso – che sia già manifesto oppure da far emergere nel pubblico. La priorità è validare l’idea, individuare il giusto posizionamento competitivo e incontrare il bisogno reale dei clienti.

L’approccio tipico degli imprenditori è orientato al lungo termine. Ciò che conta non è solo generare un profitto nell’immediato, ma costruire valore duraturo: porre le basi per una crescita sostenuta e continua, costruire una reputazione, aprire le porte a eventuali opportunità future, creare un network utile, sostenere le attività di ricerca e sviluppo per restare competitivi.

Questa visione di lungo termine si sviluppa lungo tre fasi principali della vita di un’impresa.

  • La fase iniziale è dedicata alla validazione dell’idea. In questo momento l’attenzione è tutta sul prodotto o servizio: capire se risponde a un bisogno reale, se il modello di business è sostenibile, se esiste un mercato pronto ad accoglierlo. 

In questa fase il rapporto degli imprenditori con l’esterno è importante non solo per l’esigenza di testare il proprio target di clienti e i competitor, ma anche per la necessità di trovare i capitali indispensabili per sostenere le spese di ricerca, testing, creazione di prototipi. Questi capitali possono arrivare da incubatori o dai primi investitori informali, che offrono non solo fondi ma anche competenze, mentoring e contatti utili. Una o più campagne di equity crowdfunding possono invece permettere a piccoli investitori di entrare nell’azienda e contribuire a farla conoscere, oltre a rappresentare un’altra fonte di capitale: soprattutto all’inizio, per i founder è prezioso poter diversificare le fonti di capitale.

  • La fase di crescita porta l’impresa a confrontarsi con il mercato in maniera più strutturata. Diventano cruciali lo sviluppo del team, l’efficienza operativa e il posizionamento competitivo. Per i founder, la meta è arrivare a scalare il business

In questa fase il supporto di acceleratori, investitori istituzionali e campagne di equity crowdfunding permette di raccogliere risorse per consolidare il business e fare il salto di qualità, creando intorno all’azienda un network di persone che possono contribuire alla sua crescita con diversi livelli di coinvolgimento.

  • La fase di maturità segna il momento in cui l’impresa punta a espandersi, diversificare o aprirsi a nuovi mercati, ed eventualmente quotarsi in Borsa. Qui le priorità sono la solidità finanziaria, gli investimenti mirati e la capacità di attrarre capitali consistenti. 

In questo scenario gli interlocutori esterni che possono avere un ruolo decisivo sono fondi di venture capital o business angel, con cui costruire una strategia mirata verso un obiettivo preciso tra quelli sopra elencati. La strada verso la quotazione in Borsa può essere agevolata anche dagli investitori in crowdfunding attraverso il Crowdlisting.

Dal punto di vista dei founder, quindi, il percorso imprenditoriale non è una semplice corsa alla raccolta di capitali e alla generazione di profitto: è la costruzione graduale di un ecosistema aziendale solido, in cui è inevitabile interagire con tanti attori esterni, ognuno con il proprio punto di vista, di solito più limitato ma interconnesso rispetto alla visione d’insieme dell’imprenditore.

La prospettiva degli investitori

Gli investitori condividono con i founder l’obiettivo di far crescere un’impresa, ma il loro punto di vista è diverso: guardano al progetto soprattutto in termini di sostenibilità economica e di possibile ritorno sull’investimento. Non esiste però un unico profilo: la prospettiva cambia molto se si parla di investitori professionali o di investitori retail.

  • Investitori professionali
    Comprendono principalmente business angel, fondi di venture capital e private equity. Hanno risorse consistenti e un approccio metodico alla valutazione delle imprese. Ciò che cercano sono:
    • scalabilità del progetto, ossia la possibilità di crescere rapidamente senza moltiplicare i costi in modo proporzionale;
    • qualità del team, considerato un indicatore decisivo per la capacità di eseguire la strategia;
    • potenziale di mercato: dimensioni, trend e concorrenza del settore;
    • strategia di uscita chiara, che permetta di monetizzare l’investimento (exit tramite acquisizione o quotazione in Borsa).
  • Investitori retail
    Sono i piccoli risparmiatori che possono investire direttamente in un’impresa acquistandone direttamente le azioni sul mercato oppure, per aziende non quotate, partecipando a una campagna su una piattaforma di crowdfunding. Hanno aspettative diversi dai professionali:
    • accessibilità: possibilità di investire a partire da piccole cifre;
    • diversificazione: possibilità di distribuire il capitale su più investimenti, riducendo il rischio;
    • concretezza della strategia: gli investitori comuni vogliono restare informati sulla strategia di crescita dell’azienda in modo da poterla comprendere anche se non sono addetti ai lavori;
    • risultati visibili: gli investitori comuni si aspettano di vedere risultati tangibili del loro investimento nel breve-medio termine, in coerenza con la strategia presentata;
    • coinvolgimento personale: oltre al rendimento, è importante per i piccoli investitori che l’azienda continui a rappresentare i loro valori e interessi nel suo operato e che fornisca occasioni di coinvolgimento commisurate al tipo di partecipazione che ognuno ha acquisito con l’investimento;
    • opportunità di uscita: una o più opzioni di uscita agile e profittevole dall’investimento.

Quest’ultimo punto accomuna tutti i tipi di investitori. La sfida, per i founder, è quindi conciliare le proprie esigenze di lungo termine e la visione d’insieme con le aspettative degli investitori professionali e non, mantenendo la loro fiducia. Per gli investitori, la sfida è comprendere il punto di vista degli imprenditori e il loro orizzonte di riferimento, in modo da orientare la strategia, ma rappresentando un volano e non un freno allo sviluppo.

Dove si incontrano founder e investitori

Pur partendo da prospettive diverse, founder e investitori condividono un punto fermo: la crescita dell’impresa. È su questo terreno che le loro visioni si incontrano e possono diventare complementari.

  • Obiettivo comune: la scalabilità
    I founder vogliono costruire un business che sia profittevole e duri nel tempo, gli investitori puntano a rendimenti significativi. Entrambi sanno che la condizione essenziale è una crescita rapida e sostenibile.
  • Differenze nei tempi
    Gli imprenditori guardano al lungo periodo, immaginando uno sviluppo progressivo e obiettivi di medio termine che non necessariamente saranno profittevoli di per sé, ma funzionali a scopi più lontani nel tempo. Gli investitori, invece, ragionano su orizzonti temporali più brevi, legati a un ritorno misurabile in pochi anni.
  • Il valore del dialogo
    Quando i founder comunicano in modo chiaro il business plan, i rischi e gli obiettivi, generano fiducia. Gli investitori devono fornire feedback e strumenti di supporto senza trasformarsi in un ostacolo operativo.
  • Fiducia reciproca
    Gli imprenditori hanno bisogno di sentirsi sostenuti, non controllati. Gli investitori, dal canto loro, vogliono garanzie di serietà e disciplina finanziaria. L’equilibrio sta nel costruire una relazione fondata sulla trasparenza e su un confronto costante, capace di allineare aspettative diverse verso un unico traguardo.

Founder e investitori si incontrano nella consapevolezza che nessuno può crescere da solo: il capitale senza idee rimane sterile, mentre la visione senza risorse non ha gambe per camminare lontano.

Da questo punto di vista, le campagne di crowdfunding consentono un dialogo e un avvicinamento difficilmente replicabili tra aziende e piccoli investitori e possono rappresentare per i founder una palestra per la gestione del rapporto con gli investitori.

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