Il crowdfunding è un tema di cui si parla spesso, dal punto di vista della società e da quello dell’investitore. Ma come funziona, dal dietro le quinte, una piattaforma di crowdfunding?
Una piattaforma di crowdfunding è innanzitutto un portale online dove le imprese che hanno bisogno di raccogliere fondi possono lanciare campagne di crowdfunding per trovare investitori sul web. Ne esistono di diverse tipologie a seconda della categoria di crowdfunding di cui si occupano e ciascuna può declinare il suo ruolo in modo diverso. Tutte hanno in comune il fatto di essere una vetrina dove gli investitori possono consultare le proposte di investimento delle società selezionate dal portale e di essere un mezzo per la raccolta di capitale da parte delle società.
La tipologia di piattaforma più regolamentata in Italia, attualmente, è quella dei portali di equity crowdfunding, che sono sottoposti al regolamento Consob e devono essere autorizzati da tale autorità con apposita delibera per poter operare. Esiste infatti un Registro in cui sono iscritti tutti i portali autorizzati a ospitare campagne di equity crowdfunding in Italia. Oltre a questi soggetti, possono gestire portali anche le banche e le imprese di investimento già autorizzate alla prestazione di servizi di investimento e quindi inserite in un registro speciale. Questo regolamento ha subito numerose modifiche nel tempo, includendo oggi anche la possibilità per i portali di equity crowdfunding di operare anche nel debt crowdfunding.
Opstart è nata inizialmente come piattaforma di equity crowdfunding, autorizzata con delibera Consob n° 19441 del 11/11/2015. Successivamente, la sua vocazione all’innovazione l’ha portata a sviluppare anno dopo anno nuovi portali dedicati ad altre tipologie di crowdfunding, per offrire un ventaglio di opportunità il più vasto possibile agli investitori e alle imprese, creando anche strumenti finanziari alternativi che prima non esistevano.
Mentre attualmente ci sono regole diverse per le diverse tipologie di crowdfunding, con l’introduzione del Regolamento UE sul Crowdfunding, che verrà recepito in Italia nel 2023, tutti i portali di equity, lending e debt crowdfunding dovranno ricevere specifica autorizzazione a operare e saranno sottoposti a norme condivise a livello europeo, pur mantenendo ciascuno alcune specificità.
Uno dei principali obblighi di una piattaforma di crowdfunding è la trasparenza nei confronti degli investitori: il portale deve fornire tutte le informazioni sugli investimenti in crowdfunding, le relative regole e i relativi rischi, i diritti degli investitori, le modalità di pagamento e di remunerazione dell’investimento. Questo significa che a corredo dell’offerta, il portale deve rendere pubblici tutti i documenti relativi alla società proponente e alle caratteristiche dell’investimento.
Il portale quindi informa gli investitori circa l’andamento della società offerente durante il corso della campagna, ma Opstart continua questa attività anche dopo la chiusura della raccolta, realizzando per ciascuna azienda finanziata una reportistica periodica da trasmettere a coloro che hanno investito.
Il Regolamento UE sul Crowdfunding insiste particolarmente sulla verifica delle conoscenze e delle competenze degli aspiranti investitori, e in Italia la normativa va già in quella direzione, con il questionario di appropriatezza MIFID che le piattaforme devono sottoporre agli aspiranti investitori non professionali. Il questionario di appropriatezza consiste in una serie di domande volte a verificare la conoscenza e la competenza dell’utente in merito agli strumenti finanziari a cui intende accedere e sono uno step obbligatorio per la sottoscrizione di qualsiasi investimento.
Un’altra regola fondamentale prevista dal regolamento Consob è che i portali non possono detenere somme di denaro degli investitori: le transazioni devono avvenire tramite banche o altri istituti di pagamento. Il portale si limita alla raccolta degli ordini, che dovranno poi essere perfezionati dagli investitori tramite bonifico bancario su un conto corrente vincolato e indisponibile.
Prima di tutto, però, una piattaforma di crowdfunding si occupa di selezionare le società da proporre agli investitori sul proprio sito fra le tante che inviano la candidatura per lanciare una campagna di raccolta di capitale. Il team di analisti di Opstart si struttura in due gruppi distinti che selezionano le società in base a criteri diversi a seconda che desiderino raccogliere capitali tramite gli strumenti di equity o gli strumenti di debito. Per quanto riguarda l’equity crowdfunding, la valutazione è volta a selezionare le società con un ROE (return on equity) promettente e con buone potenzialità di crescita, prediligendo inoltre i progetti e le aziende sostenibili. In questo caso, gli analisti valutano la qualità dell’idea, la sua fattibilità, la struttura del team, la completezza delle informazioni fornite e il business plan a 5 anni. Il team che si occupa di strumenti di debito, invece, esegue un’analisi approfondita sul merito creditizio dell’azienda proponente e sulla sostenibilità del debito, affidandosi anche ad analisti esterni specializzati come Easyfintech.
Una volta approvata un’offerta e ricevuta tutta la documentazione necessaria dalla società, il portale rende pubblica la raccolta online, stabilendo le date di inizio e di fine della campagna di crowdfunding, monitorando l’andamento della stessa. Durante la campagna, il portale assiste le imprese e gli investitori e risponde ad eventuali dubbi o domande sul processo.
A seconda della tipologia di crowdfunding di cui si occupa, ogni piattaforma funziona in un modo diverso nelle attività più specifiche. Opstart ha costruito negli anni un fintech hub che comprende un portale per ogni tipologia di crowdfunding, dialogando con le autorità e le istituzioni per lo sviluppo di realtà ancora non previste dal legislatore ma fondamentali per rispondere alle esigenze del tessuto imprenditoriale italiano e degli investitori.
Opstart è nato nel 2015 come gestore dell’omonimo portale di equity crowdfunding, in seguito all’ottenimento dell’autorizzazione necessaria.
Nel corso del tempo, i fondatori di Opstart hanno lavorato per cercare di superare una delle criticità principali dell’investimento in equity crowdfunding, ovvero la sua illiquidità. Per questa ragione il CEO di Opstart, Giovanpaolo Arioldi, ha ideato Crowdlisting, un percorso a marchio registrato da Opstart per offrire alle imprese la possibilità di replicare una IPO in modo più veloce ed economico tramite l’unione di equity crowdfunding e technical listing. Grazie a questa innovazione, gli investitori possono investire sapendo già a monte che le azioni che acquistano saranno quotate e quindi maggiormente liquide.
Tenendo sempre a mente l’obiettivo di superare i limiti dell’equity crowdfunding, Opstart ha dialogato con il legislatore per l’implementazione di uno strumento che permettesse agli investitori di vendere a terzi i titoli di partecipazione acquistati durante una campagna di equity crowdfunding. Questo dialogo ha portato ad alcune modifiche del regolamento Consob introdotte nell’ottobre del 2019, che hanno permesso l’apertura della prima bacheca elettronica di scambio di quote di start up e PMI acquistate in crowdfunding: Crowdarena. La piattaforma funziona come una “bulletin board”, ovvero come una bacheca annunci in cui gli investitori possono pubblicare degli annunci di vendita o acquisto di quote o azioni e possono mettersi in contatto con altri utenti interessati, senza alcun costo di utilizzo.
Le modifiche regolamentari introdotte nel 2019 hanno dato il via anche ad un’altra grande novità: la possibilità per i portali di chiedere una specifica autorizzazione per operare nel campo del debt crowdfunding. Grazie a questa innovazione, nel 2020 Opstart ha avviato Crowdbond, la sua divisione dedicata all’emissione e al collocamento di strumenti di debito in modalità crowdfunding.
L’anno successivo, il fintech hub ha preso ulteriore corpo con due nuove divisioni di crowdfunding: Crowdre e Crowdlender. Il primo è la divisione del fintech hub di Opstart dedicata alle campagne di crowdfunding immobiliare, che seleziona con un network di specialisti del settore opportunità di investimento nell’ambito del real estate. Il secondo, invece, è il portale che ospita campagne di lending crowdfunding: in questo caso la piattaforma ha anche il ruolo di monitorare la restituzione del prestito al termine della campagna, secondo le scadenze e i tassi di interesse concordati tra la società proponente e gli investitori.
Nell’ambito del lending crowdfunding, Opstart ha sviluppato un’ulteriore opportunità di raccolta di capitali, che risponde alle esigenze specifiche delle imprese. Crowdbridge è un altro marchio registrato che offre alle imprese l’opportunità di raccogliere liquidità immediata in attesa di un evento finanziario certo del futuro: per esempio, lo svincolo dei fondi raccolti con una campagna equity, le risorse derivanti dalla cessione di crediti o dalla vittoria di un bando ecc. In attesa di questi eventi, che hanno tempi tecnici di realizzazione, la società può ottenere liquidità in tempi brevi con una campagna “ponte” di lending crowdfunding.
L’ultima novità introdotta dal fintech hub si chiama Crowdlegal ed è nata come evoluzione dell’idea originaria alla base della fondazione di Opstart: il CEO Giovanpaolo Arioldi ebbe sin dal 2013 l’intuizione di realizzare un portale dove le PMI potessero raccogliere capitale per finanziare azioni legali con controparti finanziariamente più forti. A quel tempo però non c’era una regolamentazione al riguardo e si è quindi optato per la creazione di Opstart come portale di equity crowdfunding. Nel corso del tempo, il team di Opstart ha continuato a lavorare per individuare le modalità operative per poter sviluppare il progetto, che nel 2022 è diventato realtà: Crowdlegal propone sia strumenti di debito sia strumenti di equity per il finanziamento di azioni legali, che vengono preventivamente valutate da un team di esperti legali.
Una piattaforma di crowdfunding, in definitiva, deve operare nel confine tracciato dal legislatore e quindi nel rispetto della normativa vigente in materia di raccolta di capitali online.
Per Opstart, lo sviluppo di tante divisioni diverse all’interno dello stesso Fintech Hub ha permesso negli anni di coprire una gamma molto ampia e sfaccettata di esigenze sia dal lato delle imprese, sia dal lato degli investitori. Le imprese hanno visto moltiplicarsi le loro possibilità di accedere ai finanziamenti indispensabili per la crescita, potendo scegliere il mezzo più adatto al loro stadio di sviluppo e al loro piano di crescita; gli investitori, invece, possono diversificare i loro portafogli con tanti strumenti finanziari diversi e alternativi a quelli tradizionali, con rendimenti molto interessanti e con la consapevolezza di avere un impatto nell’economia reale del paese.
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