Il crowdinvesting rappresenta una categoria di opportunità di investimento basate sulla raccolta tramite il “crowd”, la folla. Si identificano in questa categoria tutti quegli strumenti finanziari innovativi che permettono alle aziende di raccogliere capitali online per finanziare il proprio business. I capitali possono provenire sia da investitori professionali sia da investitori retail, il crowd appunto. Il ritorno economico per questi investimenti è diverso a seconda della tipologia di strumento finanziario.
Per un investitore, il crowdinvesting è una nuova possibilità di diversificazione del portafoglio di investimenti, più diretta e coinvolgente; per un’impresa, si tratta invece di una vera e propria nuova modalità di finanziamento più accessibile e di natura maggiormente partecipativa.
Le principali tipologie di crowdinvesting sono equity crowdfunding, lending crowdfunding e debt crowdfunding, ma si stanno sviluppando nuove opportunità di investimento e raccolta di capitali in crowdfunding, per esempio tramite tokenizzazione di strumenti finanziari.
Il crowdinvesting viene sfruttato soprattutto da startup e PMI per raccogliere capitali e in Italia è decollato in modo evidente tra il 2016 e il 2017. L’Osservatorio Crowdinvesting della School of Management del Politecnico di Milano, infatti, nel 2017 stimava un mercato di 189,2 milioni di euro per gli investimenti alternativi, e 138,6 di essi erano stati generati solo nel 2016 e nel 2017: una crescita molto rapida e concentrata.
Tale crescita è continuata inarrestabile fino al 2022, per poi registrare una prima, lieve battuta d’arresto, dovuta a numerosi fattori, non ultima la contingenza economica e sociopolitica internazionale. Fino al 2024, comunque, il crowdinvesting ha permesso agli imprenditori italiani di raccogliere 1,2 miliardi di euro nel complesso (fonte: report Politecnico 2024).
Il documento di sintesi riporta ogni anno le performance delle varie tipologie di crowdinvesting e il lending crowdfunding da diversi anni si dimostra la tipologia con il tasso di crescita maggiore, soprattutto nell’ambito immobiliare.
Le modalità di crowdinvesting elencate differiscono per il tipo di rapporto che creano tra investitori e aziende e per la remunerazione del capitale attesa dall’investitore. Hanno però in comune l’idea di base di partecipazione.
I dati dell’Osservatorio Crowdinvesting rilevano che le imprese che ricorrono a questi strumenti finanziari sono soprattutto startup e PMI legate a settori o progetti innovativi. In particolare, l’equity crowdfunding inizialmente era riservato alle sole imprese innovative, ma con la Legge di Stabilità del 2017 è stato aperto a tutte le PMI e in seguito, con il Regolamento ECSP, a tutte le srl. Ad oggi, ugualmente, rimangono prevalenti i progetti o i settori innovativi e tecnologici o a vocazione sociale sviluppati da startup e PMI, ma anche alcune grandi imprese hanno scoperto le potenzialità del crowdfunding.
Chi sceglie di partecipare a campagne di crowdinvesting, perciò, sceglie di investire in economia reale; in progetti finalizzati a contribuire allo sviluppo di ambiti come la sostenibilità, l’economia circolare, la nuova agricoltura, la medicina, la digitalizzazione. Si tratta di investimenti concreti, per campagne il cui successo può apportare un cambiamento tangibile nell’ambito di riferimento, magari anche esperibile dallo stesso investitore.
Rispetto alla finanza tradizionale, la finanza alternativa è più accessibile agli investitori non professionali (cosiddetti retail o non sofisticati). Permette, infatti, di entrare direttamente in contatto con le imprese su cui si vuole investire; conoscere la composizione del loro team, visionare i loro business plan, averne ben chiari gli obiettivi, chiedere maggiori informazioni da vicino.
Allo stesso modo, l’investitore potrà seguire in prima persona lo sviluppo della campagna e gli esiti del proprio investimento; ma anche contribuire a raccogliere altri sostenitori per i progetti in cui crede e dar loro risonanza. Il crowdinvesting è l’opportunità di investire in un progetto imprenditoriale per realizzarlo. Si basa sulla condivisione, sulla trasparenza e sulla creazione di una comunità intorno a tale progetto.
Il tutto, inoltre, avviene senza costi di intermediazione: le piattaforme di crowdinvesting autorizzate a proporre ai potenziali investitori le campagne di crowdfunding delle imprese, come Opstart, Crowdlender, Crowdbond e tutte le divisioni del nostro fintech hub, devono fare un’attenta selezione delle proposte, fornire tutte le informazioni necessarie e creare processi online per effettuare gli ordini di investimento in sicurezza. Non gestiscono direttamente i passaggi di denaro, né trattengono commissioni o richiedono costi di iscrizione.
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