La tokenizzazione è una pratica di cui probabilmente sentiremo molto parlare nei prossimi anni anche in ambito finanziario. Le opportunità aperte dalla digitalizzazione di dati, informazioni e asset consentiranno di integrare finanza alternativa e blockchain per rendere ancora più trasparenti, flessibili e disintermediate le operazioni finanziarie online.
Sia in Italia sia in Europa le istituzioni si stanno muovendo per studiare e regolamentare la tokenizzazione degli strumenti finanziari digitali e il mercato dei criptoasset. Per restare al passo con i tempi, perciò, è utile capire cos’è la tokenizzazione e come si può utilizzare.
La tokenizzazione è la rappresentazione digitale di un asset. Trasformare un asset in un token, ovvero in un oggetto digitale, permette di archiviarlo, scambiarlo, cederlo o venderlo attraverso il registro distribuito della blockchain.
Per esempio, è possibile tokenizzare un atto di proprietà, uno strumento di pagamento, un’opera d’arte, una quota di partecipazione di un’azienda o un’obbligazione. Il bene viene digitalizzato e registrato sul database della blockchain, dove le informazioni su proprietario, data di registrazione e contenuto dell’asset sono trasparenti e immutabili.
L’operazione di tokenizzazione, in concreto, si può svolgere a basso costo tramite una delle numerose piattaforme blockchain esistenti, che permettono di associare a un qualsiasi asset un codice informatico che ne va a costituire la rappresentazione.
Le caratteristiche di trasparenza, sicurezza e condivisione dei dati inseriti sulla blockchain facilitano le transazioni che hanno come oggetto i token: venditore, acquirente, data della transazione, oggetto di scambio, prezzo, attestazione del pagamento, certificato di proprietà (o di un altro diritto) sono dati tracciabili da chiunque e in qualsiasi momento, con una completa garanzia di autenticità.
Il processo è sicuro, snello, efficiente e non richiede un intermediario come un’autorità finanziaria o giuridica, quindi i costi diminuiscono e si può aumentare la liquidità di asset normalmente illiquidi.
La tokenizzazione di un asset, inoltre, aiuta a proteggerne le informazioni sensibili nel corso delle operazioni online, ma anche a evitare manipolazioni, impedendo l’accesso a persone non autorizzate (cosa che al di fuori della blockchain potrebbe avvenire più facilmente).
Un’altra caratteristica fondamentale dei token è che sono divisibili: anche un bene indivisibile, una volta trasformato in token, può essere suddiviso tra più proprietari. Questo può rendere più accessibili e quindi più facilmente vendibili alcuni tipi di asset dal costo elevato (per esempio quelli immobiliari).
I possibili campi di applicazione della tokenizzazione sono numerosi:
Alcuni di questi campi beneficiano maggiormente della protezione dei dati, altri dello snellimento delle procedure, altri ancora della trasparenza delle transazioni, altri, infine, della maggiore accessibilità dei beni tokenizzati.
La tokenizzazione di strumenti finanziari, in particolare, è un’operazione che può facilitare la distribuzione di quote o di obbligazioni per le piccole imprese, permettendo di offrire forme di investimento alternative, più accessibili e più liquide. Un investitore, infatti, potrà per esempio acquistare una porzione di quota di una società, in base al proprio capitale a disposizione, e venderla o scambiarla agevolmente sulla blockchain. Si espande, così, la platea di potenziali investitori, con una forma di finanziamento innovativa che può fornire alle imprese maggiore accesso al capitale.
L’offerta di strumenti finanziari sotto forma di token può avvenire tramite una campagna di crowdfunding su un portale autorizzato. L’operazione prende il nome di Security Token Offering ed è regolamentata sia da Consob sia da un regolamento europeo, anche se rimangono dei vuoti normativi. In Italia questa pratica non è ancora diffusa, perché si parla di una tecnologia ancora relativamente nuova. Tuttavia, lo sforzo delle istituzioni e dei player finanziari, sia tradizionali sia alternativi, va in direzione di un’integrazione di queste opportunità con i servizi finanziari esistenti.
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