Casi di successo: Katarzyna Kolacz racconta Cellex 3 anni dopo la campagna di equity crowdfunding

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Casi di successo: Katarzyna Kolacz racconta Cellex 3 anni dopo la campagna di equity crowdfunding

Aprile 27, 2024 Equity Crowdfunding

Il crowdfunding è uno strumento di finanziamento che si adatta molto bene alle esigenze e alle dinamiche delle startup innovative, che hanno dimestichezza con la tecnologia e necessità di farsi conoscere e costruire una community di sostenitori utile a rafforzare la visibilità e l’affidabilità del brand.

Tra le numerose startup innovative che hanno concluso con successo una campagna di crowdfunding su Opstart troviamo Cellex, che ha brevettato un sistema innovativo di coltura cellulare e ha condotto una campagna di equity crowdfunding nel 2021. A distanza di tre anni, scopriamo con la CFO Katarzyna Kolacz come si è evoluta la startup e come ha sfruttato il successo della campagna di crowdfunding.

Sono passati tre anni circa dalla campagna di equity crowdfunding di Cellex su Opstart. Rinfreschiamo la memoria alla nostra community: chi è Cellex?

Cellex è una start up innovativa. Anzi, una “ex” start up innovativa. Ora siamo ufficialmente una PMI innovativa che progetta, sviluppa e commercializza bioreattori per colture cellulari, dispositivi che servono a produrre importanti presidi medici.
Il settore di applicazione dei nostri bioreattori è il “red biotech” ovvero le biotecnologie che riguardano la salute umana. Attraverso le cellule coltivate in bioreattori e all’interno di opportuni sistemi integrati, si producono farmaci salvavita come insulina, anticorpi monoclonali e vaccini. I bioreattori sono utili anche per le cosiddette “terapie avanzate” in cui vengono utilizzati per produrre sostituti d’organo o tessuti, terapie rigenerative (ad esempio, a base di cellule staminali) e immunoterapie per il trattamento dei tumori.
I bioreattori trovano anche applicazione nei cosiddetti “modelli cellulari in vitro”, ovvero modelli utili al test di farmaci affiancando e, in molti casi, sostituendo i modelli animali. Quest’ultima applicazione trova ampio spazio anche nei test di tossicità dei cosmetici.

All’epoca della campagna di equity crowdfunding, la vostra attenzione era dedicata principalmente a SUSPENCE, dispositivo per la coltura cellulare innovativo. Cos’è successo da allora a oggi? Come si è evoluta Cellex?

Ai tempi della campagna di crowdfunding su Opstart, Cellex era essenzialmente costituita dai soli quattro soci fondatori. SUSPENCE era un dispositivo, ancora nel portafoglio prodotti dell’impresa, utile nello sviluppo di farmaci in scala da laboratorio o pilota. Nel corso della campagna, grazie ai primi fondi raccolti, erano state già assunte le prime due collaboratrici nel reparto ricerca e sviluppo. Successivamente, sono state sviluppate altre linee di prodotto, tra cui il più promettente è BioAxFlow, un bioreattore in grado di coltivare tessuti bioingegnerizzati, applicabile anche nel campo alimentare (ad esempio la carne coltivata). Adesso, Cellex conta undici collaboratori ed è diventata una multinazionale, aprendo una filiale in Olanda. Ha già un ottimo portafoglio clienti e un network di partner in tutta Europa ed è al principio della sua fase di scale up.

Parliamo un po’ di te: sei la CFO di Cellex. Ma cos’altro vuoi raccontarci del tuo percorso professionale in questa azienda?

Da Chief Financial Officer della Cellex, ho iniziato il mio percorso lavorativo all’interno dell’azienda dal 2018. Facendo tesoro delle mie esperienze passate, fin dai primissimi passi della start up, ne ho seguito l’evoluzione finanziaria, partendo dalla ricerca dei primi investimenti, inizialmente di natura pubblica, fino all’attuale fase in cui stiamo consolidando la nostra presenza a livello internazionale.

In qualità (anche) di co-fondatrice dell’azienda, ho affrontato situazioni che richiedevano non solo competenze finanziarie, ma anche inventiva, rapidità di pensiero e capacità di adattamento. E, soprattutto, tanta pazienza. Il nostro settore altamente innovativo ha richiesto una costante flessibilità finanziaria e una visione strategica per capitalizzare sulle opportunità emergenti.

Di recente avete avviato un round di finanziamento di altro tipo: com’è andata?

Dopo un’intensa fase di networking, ho avuto l’opportunità di stabilire un contatto con un gruppo di business angel interessati alla nostra visione aziendale. Grazie alla loro fiducia nel nostro progetto, siamo riusciti a garantire un importante seed investment, fondamentale per il nostro piano di sviluppo.

Successivamente, abbiamo avuto la fortuna di essere selezionati dal VC pubblico Lazio Innova per partecipare all’iniziativa Innova Venture. Questa partnership ci ha permesso di ampliare ulteriormente le nostre risorse finanziarie, in quanto il seed investment è stato matchato da Lazio Innova, consentendoci di accedere a fondi aggiuntivi per alimentare la nostra crescita.

Questo accordo ha rappresentato un punto di svolta per la nostra strategia finanziaria, consentendoci di rafforzare il nostro piano di sviluppo e accelerare il nostro percorso.

Quali sono gli obiettivi per il futuro di Cellex?

Cellex ha una strategia di veloce internazionalizzazione, miriamo a espandere la nostra presenza a livello globale. Abbiamo già avviato il processo proponendo i primi prodotti in Nord America, partecipando a fiere del settore come il Biosummit Europe di Barcellona a marzo e pianificando ulteriori fiere a Francoforte e Seattle già nella prima metà del 2024.

La nostra previsione di crescita mira a superare i 200 milioni di euro di fatturato entro i prossimi 5 anni, obiettivo addirittura più ambizioso di quello pianificato nel corso della campagna di crowdfunding.

Il vostro CEO, Giuseppe Falvo D’Urso Labate, ci ha raccontato che la componente femminile è molto spiccata nel vostro team. Come pensi sia la situazione della parità di genere nel vostro settore? E come ti senti in quanto donna in posizione manageriale?

È vero, in Cellex la componente femminile è particolarmente rilevante. Ad esempio, la ricerca e sviluppo è, direi, a trazione fortemente femminile.

Nel campo delle biotecnologie, la parità di genere non è in discussione ai livelli operativi, ma è certamente ancora un obiettivo da raggiungere ai livelli manageriali.

La chiave per una vera e completa parità di genere è comprendere che la selezione delle figure lavorative a qualunque livello, management compreso, debba esclusivamente dipendere dalle competenze delle persone, piuttosto che dal genere.

D’altro canto, la carriera femminile spesso non è agevolata dalla necessità di gestire contemporaneamente la vita familiare.

Da questo punto di vista, in alcuni Paesi europei il welfare non assiste adeguatamente le donne in particolari fasi della loro carriera coincidenti con la gravidanza e la maternità. Le donne sono nella sfavorevole situazione di dover conciliare impegni lavorativi e familiari organizzandosi in totale autonomia, senza alcun supporto. Altri Paesi europei, tra cui ad esempio l’Olanda, dove Cellex ha una filiale, forniscono assistenza familiare immediata e gratuita mettendo a disposizione delle donne personale ospedaliero e domestico nelle prime fasi della maternità, modello che sarebbe utile estendere in tutta Europa.

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