Il settore dei trasporti sta vivendo una fase di profonda trasformazione, favorevole alle startup innovative, sospinto dall’urgenza della transizione ecologica che impone l’adozione di tecnologie sempre più sostenibili. La riduzione delle emissioni inquinanti è diventata una priorità assoluta, fondamentale per gli obiettivi fissati dall’Unione Europea con il Green Deal e il pacchetto Fit for 55, che puntano alla neutralità climatica entro il 2050. In questa direzione, la digitalizzazione e l’innovazione tecnologica stanno aprendo nuove strade per una mobilità più efficiente, sicura e accessibile.
I trasporti sono responsabili di circa un quarto delle emissioni totali di gas serra nell’UE, perciò sono al centro della sfida alla decarbonizzazione. Allo stesso tempo, occorre assecondare e sollecitare il cambiamento di abitudini degli utenti finali, cioè rendere davvero accessibili e convenienti soluzioni di mobilità condivisa, elettrica e intermodale.
In questo contesto, le startup innovative giocano un ruolo chiave per la loro capacità di sperimentare rapidamente, di proporre modelli di business nuovi e di portare sul mercato soluzioni non convenzionali. Il bisogno di investimenti delle startup innovative del settore dei trasporti, di conseguenza, è alto, e dalla soddisfazione di questo bisogno dipende il futuro sostenibile di questo settore.
Nonostante i progressi degli ultimi anni, il comparto dei trasporti si trova di fronte a una serie di ostacoli da superare per proseguire nella transizione verso la sostenibilità.
A questi aspetti si sommano i costi di produzione, installazione e manutenzione delle nuove tecnologie, che restano elevati e pongono problemi di accessibilità. Le startup e le aziende innovative possono ridurre tali costi grazie a soluzioni modulari e modelli collaborativi, ma la scalabilità rimane una sfida.
Infine, c’è la dimensione sociale. Le nuove tecnologie devono essere accettate e percepite come affidabili dai cittadini: un ostacolo che in Italia conosciamo bene riguardo al tema delle auto elettriche. La transizione, inoltre, non può escludere fasce di popolazione meno abbienti o territori periferici, pena la creazione di nuove disuguaglianze. L’accessibilità economica e la semplicità d’uso saranno dunque elementi chiave per favorire l’adozione di massa delle soluzioni di mobilità sostenibile.
La trasformazione del settore dei trasporti passa necessariamente attraverso l’adozione di nuove tecnologie e modelli. Alcune di queste sono già in fase di implementazione, altre rappresentano tendenze emergenti che promettono di cambiare radicalmente la mobilità nei prossimi anni. Vediamo alcuni esempi.
Alcuni di questi settori si trovano nella fase di ricerca e sviluppo, altri sono già in quella dell’operatività e del miglioramento sul campo: in entrambi i casi restano cruciali l’attività di startup che esplorano vie alternative o completamente nuove e la collaborazione tra grandi aziende consolidate, istituzioni e startup per portare queste innovazioni a vedere la luce.
Vediamo due esempi di startup innovative del settore trasporti che stanno contribuendo a modellare il futuro della mobilità: Sealence e Powandgo.
Sealence è una startup italiana nata nel 2017 nell’ambito della mobilità sostenibile per il settore nautico. Ha lanciato e chiuso con successo due campagne di lending crowdfunding da circa 1 milione di euro complessivi su Crowdlender di Opstart.
Ispirandosi all’industria aerospaziale, Sealence ha sviluppato DeepSpeed, un innovativo sistema di propulsione marina a idrogetto elettrico. Diversamente dai tradizionali motori a elica, DeepSpeed utilizza un jet elettrico che garantisce maggiore efficienza energetica, assenza quasi totale di vibrazioni e un funzionamento silenzioso, con benefici sia per l’ambiente marino sia per l’esperienza dei passeggeri.
La tecnologia, protetta da diversi brevetti internazionali, consente una riduzione significativa delle emissioni e un miglioramento delle prestazioni rispetto alle soluzioni convenzionali. Sealence lavora anche su sistemi di batterie ad alta densità e soluzioni ibride, per rispondere alle diverse esigenze di autonomia delle imbarcazioni.
Dal punto di vista della sostenibilità, l’azienda si è costituita come Società Benefit e ha ottenuto rating ESG, a conferma della propria vocazione green.
Le prossime sfide per la diffusione di tecnologie come quella di Sealence su larga scala riguardano l’autonomia delle imbarcazioni full electric, i costi ancora elevati delle batterie e l’adeguamento delle infrastrutture portuali, oltre che della normativa nautica.
Powandgo è una startup italiana che ha sviluppato una piattaforma innovativa dedicata alla ricarica dei veicoli elettrici. Il suo modello si basa sul principio della condivisione: i proprietari di wallbox domestiche o colonnine private possono renderle disponibili ad altri utenti, trasformandole in punti di ricarica accessibili tramite app e ottenendo in cambio un guadagno.
Questo sistema di “charge sharing” offre vantaggi significativi da entrambe le parti. I proprietari ammortizzano i costi di installazione, mentre gli automobilisti elettrici hanno a disposizione una rete di ricarica più capillare, flessibile e spesso più economica rispetto alle stazioni tradizionali.
Il modello Powandgo ha un forte potenziale di impatto sull’espansione della mobilità elettrica: aumentando rapidamente la disponibilità di punti di ricarica, contribuisce a ridurre l’ansia da autonomia, uno degli ostacoli principali alla diffusione delle auto elettriche.
L’azienda ha creato una rete di partnership per rendere il servizio efficiente, accessibile e facile da utilizzare e ha dimostrato il suo spirito innovativo anche con le sue modalità di finanziamento. Nel 2024 ha raccolto oltre 150.000 in equity crowfunding su Opstart, per poi affiancare a quella prima operazione anche due campagne di lending crowdfunding in Crowdbridge su Crowdlender da più di 125.000 euro: adesso è in raccolta con un nuovo round equity.
Powandgo rappresenta un esempio di come l’innovazione non debba sempre passare da nuove tecnologie hardware complesse, ma possa nascere da un cambio di paradigma: trasformare infrastrutture esistenti in risorse condivise, a beneficio della comunità e della transizione ecologica.
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