Quando si parla di round di investimento di Serie A, B, C, ecc., ci si riferisce alle operazioni di finanziamento delle startup tramite raccolte di capitale di rischio che avvengono nella fase di crescita (growth) della giovane azienda.
L’esigenza di finanziamenti esterni accompagna una startup lungo tutta la propria esistenza, dall’avvio fino alla maturità. Ogni fase del ciclo di vita di una startup ha le proprie specificità in termini di obiettivi e necessità di finanziamento. A ciascuna di queste fasi corrisponde un ciclo di investimenti, o financing cycle, che si articola in differenti tipologie di finanziamenti e soggetti disposti a erogarli: scopriamo quali sono.
Dopo le fasi di validazione del proprio progetto di business (pre-seed, seed ed early stage), inizia per la startup la fase di crescita e di sviluppo commerciale, che può essere così suddivisa:
Ogni raccolta di capitale che avviene lungo queste tre tappe è contrassegnata da una lettera (A, B, C, ecc.):
La tipologia di investitori e di investimenti varia per consistenza e soggetti coinvolti nelle varie fasi: di solito i finanziamenti vanno a crescere man mano che ci si muove dalla Serie A alla Serie C e oltre.
Early Growth è la fase di crescita iniziale, come indica il termine, in cui tra le altre operazioni che caratterizzano l’ingrandimento della startup dopo il Seed, vi è la capitalizzazione con il round Serie A. I fondi arrivano da investitori che in questo frangente guardano non solo alla validità dell’idea, ma anche alla presenza di una strategia realistica per la crescita.
Mentre nelle fasi Seed i finanziamenti possono arrivare soprattutto dagli angel investor, nella Serie A questi ultimi vengono affiancati e/o soppiantati dai fondi di Venture Capital. Per attrarre questi investitori è importante un business plan credibile.
Le startup che hanno completato un round Serie A si avviano alla fase di sviluppo in cui devono allargare il mercato e allo stesso tempo assumere talenti, strutturare le vendite in modo professionale, rafforzare l’infrastruttura tecnologica, fare campagne di marketing.
Entrano in gioco quindi altri venture capitalist, che danno vita a una Serie B di investimenti, più corposi dei primi, aggregando spesso più fondi sotto la guida di un leader investor.
Le startup che superano le prime fasi di vita descritte finora hanno già avuto un certo successo e possono vantare una certa credibilità e appetibilità nei confronti degli investitori.
Con un round di finanziamento Serie C è possibile cercare di espandersi in nuovi mercati, sia da un punto di vista geografico che settoriale. Potrebbe anche essere l’occasione per acquisire altre imprese, sia concorrenti che complementari, allo scopo di allargarsi e/o acquisire competenze.
In questo round di investimento a essere protagonisti sono banche, hedge fund, aziende di private equity, e anche grandi aziende, più che singoli investitori. Del resto, entrano in gioco fondi molto importanti, anche di decine o centinaia di milioni.
Dove si può inserire l’equity crowdfunding all’interno dei round di investimento Serie A, B, C ecc.?
L’equity crowdfunding è una modalità alternativa di raccolta di capitale di rischio che consente alle startup di coinvolgere in autonomia investitori privati. Particolarmente utile nelle prime fasi di vita (seed funding), quando è più difficile attrarre investimenti, può essere anche integrato nei round successivi come supporto alla raccolta tramite i canali di finanziamento tradizionali.
Inserire l’equity crowdfunding in una strategia di finanziamento a lungo termine permette di diversificare le fonti di finanziamento, accedere più in fretta e in modo più flessibile ai capitali, mantenere più facilmente il controllo dell’apertura del capitale sociale e unire la raccolta di capitali alla creazione di una community e allo svolgimento di operazioni di marketing.
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