Novembre è il Mese dell’Educazione Finanziaria, la campagna nazionale dedicata a diffondere conoscenze su risparmio, investimenti, assicurazioni e previdenza.
L’edizione di quest’anno, promossa come sempre dal Comitato EduFin, ruota attorno allo slogan “Educazione finanziaria: oggi per il tuo domani”: un invito a investire tempo nella propria formazione per affrontare con maggiore consapevolezza le scelte economiche e previdenziali che incidono sulla vita di ogni giorno e possono plasmare il futuro.
Durante il mese, scuole, associazioni, università, enti locali e imprese organizzeranno centinaia di eventi gratuiti in tutta Italia, sia in presenza che online. L’obiettivo è aiutare i cittadini a gestire meglio il denaro e a pianificare il proprio futuro. Le iniziative non sono rivolte solo a studenti: oggi, in Italia, anche tra gli adulti il livello di educazione finanziaria è molto, troppo basso, ed è ancora più importante per chi già si occupa di gestire il proprio denaro imparare a farlo nel modo migliore per salvaguardare la propria serenità economica futura.
In questo articolo approfondiamo l’importanza dell’educazione finanziaria e delle iniziative che la promuovono in Italia e i dati sul livello di preparazione della nostra popolazione sul tema.
Il Mese dell’Educazione Finanziaria è una ricorrenza nazionale istituita nel 2018 per sensibilizzare cittadini di tutte le età sull’importanza delle competenze economiche di base.
Durante i trenta giorni di iniziative, vengono proposti eventi, laboratori, campagne e percorsi formativi pensati per rendere la cultura finanziaria accessibile e utile nella vita quotidiana.
L’obiettivo è quello di rafforzare la consapevolezza economica e ridurre le disuguaglianze informative che spesso limitano la capacità di gestire spese, risparmi e investimenti. Una particolare attenzione viene dedicata all’educazione finanziaria delle donne, che risultano spesso marginali nella gestione delle finanze in famiglia.
Ma in un Paese dove solo una minoranza degli adulti raggiunge un livello di competenze finanziarie considerato adeguato, iniziative come questa assumono in generale un valore strategico per la crescita sociale ed economica.
La scelta del mese di novembre non è casuale: il Mese EduFin si apre infatti subito dopo la Giornata Mondiale del Risparmio, che si celebra il 31 ottobre.
Questo legame simbolico unisce la storica cultura del risparmio italiana a una visione moderna dell’educazione finanziaria come strumento di prevenzione e benessere economico.
Quest’anno Il Mese dell’Educazione Finanziaria giunge alla sua ottava edizione e ha come tema il concetto “oggi per il tuo domani”: il messaggio è che investire nella conoscenza finanziaria oggi significa garantirsi serenità economica domani.
Il tema valorizza l’idea che la gestione del denaro non sia un’attività riservata agli esperti, ma un diritto e un dovere per tutti. Saper pianificare le proprie spese, comprendere i prodotti finanziari, proteggere i risparmi e prevenire truffe digitali sono azioni quotidiane che incidono direttamente sul benessere personale e familiare.
L’educazione finanziaria, quindi, non è un tema astratto, ma una competenza di vita quotidiana. Avere conoscenze di base in materia di risparmio, credito, assicurazioni o previdenza, infatti, consente di:
Inoltre, migliorare le competenze economiche dei cittadini è un obiettivo sociale, non solo individuale: una popolazione più informata e dotata degli strumenti di protezione dei risparmi e del patrimonio adeguati è anche più resiliente agli shock economici e alle crisi.
L’educazione finanziaria, infine, è anche una leva di inclusione. Le indagini condotte dalla Banca d’Italia e dall’OCSE mostrano come la mancanza di competenze economiche sia più diffusa tra alcune fasce della popolazione – in particolare donne, giovani e anziani – e come questa disparità possa accentuare vulnerabilità economiche.
Promuovere la cultura finanziaria significa quindi:
Nonostante i progressi degli ultimi anni, l’Italia continua a mostrare livelli di alfabetizzazione finanziaria inferiori alla media internazionale.
Secondo la più recente indagine condotta dalla Banca d’Italia, il punteggio medio di alfabetizzazione finanziaria degli adulti italiani è di 10,7 su 20, un dato in lieve crescita ma ancora distante dagli standard europei. La competenza più diffusa riguarda i comportamenti pratici, come la propensione al risparmio e la gestione quotidiana del denaro, mentre restano deboli le conoscenze teoriche e la capacità di pianificare il lungo periodo, quindi anche di fare investimenti.
Questi risultati confermano una tendenza già rilevata in un quadro più ampio dagli studi OCSE: solo il 16,6% degli adulti italiani raggiunge un livello minimo accettabile di competenze finanziarie, definito come un punteggio di almeno 70 su 100. La media dei Paesi OCSE si attesta intorno al 39% di adulti con competenze finanziarie adeguate, ma con forti differenze: in Germania oltre il 75% della popolazione raggiunge il livello minimo, mentre in Francia e Spagna la quota si aggira intorno al 39%.
L’Italia, con il suo 16,6%, si colloca al 36º posto su 39 Paesi analizzati, insieme a economie emergenti ed evidentemente molto al di sotto dei principali partner europei.
Il divario più evidente riguarda la gestione degli imprevisti economici, la capacità di pianificare il risparmio previdenziale e la comprensione del rischio finanziario, ambiti in cui le conoscenze italiane restano limitate.
Tra le nuove generazioni emergono segnali incoraggianti: cresce la domanda di educazione finanziaria nelle scuole, secondo il rapporto Edufin 2023, e i giovani manifestano maggiore interesse rispetto agli adulti verso la finanza digitale.
L’educazione finanziaria è fondamentale per fare investimenti in modo consapevole, evitare le truffe e gestire i risparmi in maniera oculata, senza rischiare più di quanto ci si possa permettere e adottando una strategia d’investimento prima di agire.
La digitalizzazione degli strumenti finanziari si presenta come un’opportunità di inclusione e stimolo da questo punto di vista, ma richiede un’educazione specifica per evitare rischi: per esempio, secondo l’indagine di Banca d’Italia già menzionata, circa un quinto degli investitori retail italiani ha acquistato criptovalute, ma solo la metà di questi dichiara di comprenderne davvero le caratteristiche e i rischi.
I dati di tutti gli studi, comunque, mostrano un effetto virtuoso della conoscenza finanziaria sulle intenzioni di investimento degli intervistati: livelli più elevati di conoscenza finanziaria sono associati a una maggiore propensione a investire in strumenti d’investimento diversificati.
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