Pianificare il futuro: educazione previdenziale per le nuove generazioni

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Pianificare il futuro: educazione previdenziale per le nuove generazioni

Novembre 18, 2025 La redazione Educazione finanziaria

Dal 17 al 23 novembre si celebra in Italia la Settimana dell’Educazione Previdenziale, un’iniziativa promossa da COVIP, INPS e Ministero dell’Istruzione nell’ambito del Mese dell’Educazione Finanziaria. L’obiettivo è accendere un riflettore su un tema che riguarda tutti, la pensione, ma che troppo spesso i più giovani considerano lontano nel tempo al punto da disinteressarsene.

Eppure, iniziare presto a costruire la propria pensione è una delle decisioni economiche più importanti della vita. Significa pianificare con consapevolezza il futuro, sfruttando il tempo come alleato per accumulare risparmi e benefici fiscali. In un contesto demografico e occupazionale complesso, in cui le carriere sono più discontinue e il sistema pubblico sarà sempre meno in grado di sostenere il costo di pensioni dignitose, la previdenza complementare rappresenta una forma di libertà e di protezione.

Scopriamo perché è così importante e conveniente iniziare da giovani a occuparsi della pensione, quali strumenti esistono oggi per farlo e quali iniziative di educazione previdenziale per le nuove generazioni possono aiutare a orientarsi e a gestire con semplicità e trasparenza il proprio percorso previdenziale.

Perché iniziare a pensare alla pensione da giovani

Quando si parla di pensione, vale il motto “prima è meglio”. L’Italia è uno dei Paesi più longevi al mondo, ma anche uno di quelli con il più alto rapporto tra pensionati e lavoratori attivi: secondo i dati ISTAT 2024, per ogni 100 persone occupate ci sono 68 pensionati. Questa dinamica demografica, unita alla bassa natalità e alla discontinuità lavorativa che caratterizza le nuove generazioni, mette sotto pressione il sistema pensionistico a ripartizione.

In prospettiva, il tasso di sostituzione – cioè la percentuale di reddito che la pensione pubblica potrà garantire rispetto all’ultimo stipendio percepito – tenderà a scendere. Secondo le proiezioni della Ragioneria Generale dello Stato, per un lavoratore nato nel 1995 e con carriera discontinua il tasso potrà ridursi fino al 55%.
Questo significa che, senza un’integrazione privata con la previdenza complementare, il reddito futuro rischia di essere poco più della metà di quello percepito in età lavorativa.

Chi inizia a risparmiare presto, invece, beneficia dell’effetto moltiplicatore dell’interesse composto: gli interessi maturati ogni anno si sommano al capitale e generano, a loro volta, altri interessi. Prima si inizia, più si beneficia di questo meccanismo.

Strumenti di previdenza complementare

Gli strumenti di previdenza complementare permettono di mettere da parte e investire i risparmi destinati alla costruzione della pensione. In Italia, la previdenza complementare si articola in tre principali categorie: 

  1. Fondi pensione negoziali o chiusi

I fondi negoziali sono istituiti da accordi tra parti sociali – sindacati e associazioni datoriali – e sono riservati a lavoratori appartenenti a specifici settori o contratti collettivi.

Esempi noti sono Cometa (metalmeccanici), Fon.Te. (commercio e terziario) o Previmoda (tessile e moda).

Caratteristiche principali:

  • Adesione collettiva: l’iscrizione avviene di norma tramite il datore di lavoro.
  • Contributo aziendale: in molti casi, oltre alla quota versata dal lavoratore, il datore aggiunge un contributo aggiuntivo.
  • TFR conferito: è possibile destinare il proprio trattamento di fine rapporto al fondo, che lo investe in maniera più redditizia rispetto alla rivalutazione legale (1,5% + 75% dell’inflazione).
  • Costi contenuti: la gestione collettiva riduce le spese, rendendo i fondi negoziali mediamente più convenienti rispetto alle soluzioni individuali.

Sono quindi la soluzione ideale per chi lavora come dipendente e dispone di un contratto collettivo che li prevede.

  1. Fondi pensione aperti

I fondi aperti sono istituiti da banche, assicurazioni o società di gestione del risparmio (SGR) e sono accessibili a chiunque, indipendentemente dal settore o dal tipo di lavoro. I costi di gestione, però, tendono a essere più alti rispetto ai fondi negoziali, e l’assenza del contributo datoriale li rende meno vantaggiosi per i lavoratori dipendenti.

Caratteristiche principali:

  • Flessibilità d’adesione: possono aderire lavoratori autonomi, liberi professionisti, studenti o anche soggetti senza reddito (per esempio, genitori che versano per i figli).
  • Libertà di versamento: l’importo e la frequenza dei versamenti sono personalizzabili, così come la linea di investimento (garantita, bilanciata, dinamica, azionaria).
  • Trasferibilità: è possibile trasferire la posizione maturata in un altro fondo senza penalità, per esempio in caso di cambio di lavoro.
  1. Piani individuali pensionistici (PIP)

I PIP sono forme pensionistiche individuali di natura assicurativa, istituite da compagnie assicurative sotto forma di polizze vita. I costi di gestione e le commissioni possono essere rilevanti e vanno verificati accuratamente nel prospetto informativo.

Caratteristiche principali:

  • Può aderire qualsiasi tipo di lavoratore.
  • Ogni aderente stipula un contratto personale, potendo scegliere importi, frequenza e modalità di versamento.
  • I rendimenti dipendono dai fondi interni a cui è collegata la polizza, e possono variare in base al profilo di rischio scelto.

I vantaggi fiscali della previdenza complementare

Lo Stato incentiva la previdenza complementare perché diminuisce la pressione sulla collettività per il sostegno economico dei pensionati. Le agevolazioni fiscali sono particolarmente significative per i giovani:

  • I contributi versati ai fondi pensione (negoziali, aperti o PIP) sono deducibili fino a 5.164,57€ all’anno dal reddito imponibile, riducendo così l’imposta IRPEF da pagare.
  • Nei primi anni di attività lavorativa, i giovani che non utilizzano tutto il plafond di deducibilità possono recuperarlo negli anni successivi, grazie alla cosiddetta extra-deducibilità.
  • I rendimenti finanziari dei fondi pensione sono tassati al 20% (contro il 26% degli investimenti ordinari), con una riduzione al 12,5% per la quota investita in titoli di Stato.
  • Anche la tassazione finale sul capitale erogato è agevolata: può scendere fino al 9% dopo 35 anni di partecipazione.

Oltre al beneficio fiscale immediato, queste misure premiano la costanza: più a lungo si resta iscritti, più si riduce la pressione fiscale sul capitale accumulato.

Consigli per costruire il percorso previdenziale

  1. Per scegliere lo strumento previdenziale più adatto alle proprie esigenze occorre valutare la propria tipologia di lavoro, l’orizzonte temporale, la capacità di risparmio e i costi delle varie proposte.
  2. Nel tempo la strategia previdenziale deve variare in base alle variazioni della vita professionale e personale e al monitoraggio dei costi e dei rendimenti.
  3. I giovani possono iniziare con piccoli versamenti regolari (per esempio 30 o 50 euro al mese), senza bisogno di avere grandi cifre da parte. L’importo potrà poi aumentare gradualmente nel tempo.
  4. La scelta della linea di investimento determina livello di rischio e rendimento potenziale. Da giovani si può sostenere un rischio più elevato, perché si ha davanti un orizzonte temporale lungo e lo si può sfruttare per puntare a rendimenti potenzialmente maggiori. Man mano che ci si avvicina all’età della pensione, si può ridurre la componente azionaria per abbassare il rischio e proteggere il capitale accumulato. Molti fondi adottano ormai meccanismi “life-cycle”, che spostano automaticamente i risparmi verso linee più prudenti con l’avanzare dell’età.
  5. Quando si cambia lavoro o tipologia contrattuale, è importante non interrompere il percorso previdenziale. Si può trasferire la posizione maturata in un altro fondo pensione, proseguire individualmente i versamenti anche in assenza di un datore di lavoro o mantenere la posizione in pausa fino a quando non sarà possibile riprendere i contributi.

Strumenti e risorse utili per l’educazione previdenziale

Oggi la tecnologia rappresenta una leva fondamentale per rendere la previdenza più accessibile e comprensibile. Le istituzioni e il settore privato stanno sviluppando strumenti digitali, portali informativi e app che permettono ai cittadini di orientarsi tra le diverse opzioni e gestire in autonomia il proprio futuro previdenziale.

Per esempio, COVIP (Commissione di vigilanza sui fondi pensione) ospita sul proprio sito tantissimi contenuti educativi e informativi sul funzionamento dei fondi pensione.

Il portale del Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria, contiene articoli, guide, video, webinar, quiz utili per la gestione del denaro sia nella vita quotidiana sia nell’ottica del risparmio previdenziale. È importante affidarsi a fonti istituzionali per l’educazione previdenziale e finanziaria e sul sito del Comitato si può trovare una rete di portali ufficiali su temi correlati.

Negli ultimi anni si sono moltiplicate le piattaforme digitali dedicate non solo all’educazione ma anche alla concreta gestione previdenziale. Tra gli strumenti più utili:

  • Simulatore INPS “La mia pensione futura”, che consente di stimare l’importo della pensione pubblica in base ai contributi versati e all’età prevista di uscita.
  • App e portali dei fondi pensione, che permettono di controllare in tempo reale l’andamento del proprio piano, modificare la linea d’investimento o scaricare la documentazione fiscale.
  • Fintech e robo-advisor previdenziali, che stanno introducendo soluzioni ibride tra risparmio gestito e previdenza.
  • Simulatori indipendenti che aiutano a confrontare diversi fondi e PIP in modo neutrale, come quello di COVIP.

L’educazione previdenziale dei giovani in Italia

Secondo un’indagine condotta da COVIP nel 2024, i giovani fino ai 34 anni rappresentano solo il 19,9% degli iscritti alla previdenza complementare in Italia. La pensione è spesso percepita come una questione di cui occuparsi “più avanti” e l’assenza di un percorso sistematico di educazione finanziaria e previdenziale nella scuola secondaria contribuisce a perpetuare questa distanza e questa carenza di conoscenza.Un altro ostacolo è rappresentato dalla convinzione che la previdenza complementare richieda grandi risorse economiche o comporti vincoli troppo rigidi.
In realtà, come abbiamo visto, si può iniziare con somme molto contenute e interrompere o modificare i versamenti in qualsiasi momento.

Leggi gli altri articoli dedicati all’educazione finanziaria sul nostro blog.

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