Il crowdfunding finanziario… è come te lo aspetti?

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Il crowdfunding finanziario… è come te lo aspetti?

Il crowdfunding finanziario è una materia che vista dall’esterno può apparire ostica e lontana dalla quotidianità e dagli interessi dei piccoli risparmiatori, ma l’esperienza di chi lo ha provato dimostra che in realtà si tratta di uno strumento finanziario adatto a una gamma eterogenea di investitori. Come per molti altri temi finanziari, la conoscenza dei concetti base e l’approfondimento delle dinamiche chiave sono sufficienti per un radicale cambio di prospettiva e per scoprire il vero volto del crowdfunding e le opportunità che può offrire.

La differenza di percezione del crowdfunding tra chi lo osserva da fuori, senza averne mai fatto esperienza, e chi ha già investito in una o più campagne è netta e dimostra questa tesi. In questo articolo esploriamo i due diversi punti di vista sul crowdfunding per imparare a conoscerlo meglio.

A cosa pensano gli italiani se si parla di crowdfunding finanziario

All’interno del campione rappresentativo intervistato da BVA Doxa nell’ambito di un questionario sull’approccio agli investimenti, il 44% conosce il crowdfunding, anche se di questa percentuale sono pochi quelli che lo conoscono da vicino e nel dettaglio.

Poco o tanto, chi lo conosce vi associa le seguenti caratteristiche:

  • Finanziamento dal basso
  • Diversificazione
  • Ricompensa legata alla partecipazione
  • Rapidità dell’operazione
  • Alto rischio.

Da un questionario di Opstart sottoposto agli iscritti all’hub fintech, invece, emergono con maggiore frequenza le seguenti associazioni di concetti con il lending e l’equity crowdfunding:

  • Investimento
  • Innovazione
  • Opportunità
  • Diversificazione
  • Rendimento
  • Affidabilità.

Le percezioni del primo gruppo descritto non sono errate, ma è evidente che chi ha già investito in crowdfunding ha sviluppato fiducia nei confronti dello strumento e lo vede come un potenziale mezzo di investimento e guadagno.      

Educazione finanziaria e timori sul crowdfunding

Delle persone del campione intervistato da BVA Doxa che conoscono il crowdfunding, il 54% ha dichiarato di fare investimenti, ma solo il 6% ha affermato di fare (anche) investimenti in crowdfunding finanziario. I motivi addotti al timore di avvicinarsi a questo strumento di finanza alternativa sono principalmente i seguenti:

  • Mancanza di fiducia negli investimenti online
  • Scarsità di informazioni a disposizione
  • Eccessivo rischio di perdita del capitale.

Come abbiamo spiegato nell’articolo a corredo dell’indagine, e come dimostra il confronto proposto nel paragrafo precedente, si tratta per lo più di timori fondati su una mancanza di conoscenza dello strumento o su una conoscenza superficiale. Queste lacune riflettono la scarsa educazione finanziaria degli italiani, dovuta non solo a propensione personale, ma anche e soprattutto a una propensione culturale, che si riflette nel fatto che nelle scuole non si trasmettano insegnamenti finanziari e in famiglia si tenda a rimandare fino all’età adulta dei figli il loro coinvolgimento nelle questioni economico-finanziarie. Gli stessi timori che riguardano il crowdfunding, infatti, si estendono spesso anche alle altre opportunità di investimento online.

Chi investe in crowdfunding, infatti, ha una conoscenza finanziaria più elevata della media italiana, che porta a conoscere i meccanismi di rischio-rendimento e il funzionamento delle piattaforme, razionalizzando i timori che possono sorgere di fronte a uno strumento nuovo.

Il dato positivo è che gli italiani sono consapevoli delle proprie lacune e vogliono superarle: il Rapporto Edufin, realizzato sempre da BVA Doxa in seguito a un’indagine sull’educazione finanziaria in Italia, rileva che il 90,8% degli intervistati chiede l’inserimento dell’educazione finanziaria nei programmi scolastici.

Approccio agli investimenti e prospettive finanziarie

Un ulteriore dato significativo è che tra chi investe in crowdfunding c’è un forte ottimismo sul futuro della propria situazione finanziaria (77,9%), che non si riscontra invece nella media della popolazione italiana, secondo il Rapporto Edufin menzionato nel paragrafo precedente.

Tale ottimismo va interpretato in relazione alla maggiore conoscenza di tutti gli strumenti finanziari a disposizione – tradizionali e alternativi – e alla conseguente possibilità di sfruttarli in ottica di diversificazione del portafoglio e crescita dei rendimenti nel tempo.

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