Il crowdinvesting in Italia: cos’è successo dopo l’entrata in vigore del Regolamento Europeo

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Il crowdinvesting in Italia: cos’è successo dopo l’entrata in vigore del Regolamento Europeo

Gennaio 20, 2024 Economia e Finanza

L’entrata in vigore del Regolamento Europeo sul Crowdfunding ha portato un vero e proprio terremoto nel mondo del crowdinvesting, sia prima sia dopo la data ufficiale del 10 novembre 2023. In Italia (ma non solo) la lentezza della macchina burocratica ha messo in difficoltà le piattaforme che hanno dovuto adeguarsi in tempi brevi alla nuova normativa e fare richiesta di autorizzazione a operare alle autorità di vigilanza – Consob e Banca d’Italia. Le fasi di cambiamento, si sa, possono essere complesse da affrontare, ma ora finalmente è iniziata la nuova era del crowdinvesting. Su Opstart e sulle altre numerose piattaforme nel frattempo autorizzate sono partite le campagne regolamentate dalla nuova normativa europea.

Le piattaforme di crowdfunding autorizzate

Attualmente le piattaforme autorizzate a erogare servizi di crowdinvesting in Italia sono 153, tra quelle italiane e quelle straniere. L’elenco completo, continuamente aggiornato in tempo reale, si trova sul sito di ESMA.

Guardando a questi numeri bisogna considerare che il precedente registro Consob dei portali autorizzati, basato sul vecchio regolamento nazionale, contava 48 piattaforme di equity crowdfunding, a cui aggiungere le 26 di lending crowdfunding. Tra queste, molte ancora sono in attesa di un riscontro sulla domanda di autorizzazione, infatti, per il momento solo una ventina dell’elenco sopra citato sono italiane. Risulta evidente quanto sia diventata importante quindi la presenza di player stranieri.

Questo fa presagire un potenziale grande cambiamento del mercato del crowdinvesting in Italia, che potrà aumentare il suo volume, la concorrenza e le opportunità per imprese, investitori e piattaforme.

Come cambia il mercato del crowdinvesting in Italia

Il mercato del crowdinvesting si avvia a diventare più grande, più competitivo, più complesso ma soprattutto anche più trasparente e omogeneo.

Per le piattaforme, questo ha portato principalmente a una riorganizzazione interna per ottemperare agli obblighi di trasparenza e tutela nei confronti degli investitori, a un processo di internazionalizzazione nel mercato europeo. L’aumento della concorrenza segna anche l’importanza di offrire servizi sempre più di alta qualità sia alle aziende, sia agli investitori, e questo potrà mettere in difficoltà i portali più piccoli e meno strutturati. Di certo aprire una piattaforma di crowdfunding da zero, con il nuovo regolamento e i nuovi presidi organizzativi previsti dalla normativa, è oggi un’attività complessa e costosa, che richiede aziende strutturate e con elevate competenze in ambito di compliance, finanza e marketing.

Per le imprese, il nuovo regolamento apre l’opportunità di raccogliere capitali presso una platea di investitori molto più ampia, sia in ambito di equity sia in ambito di debt e lending. Le possibilità di raccogliere capitali, con diverse tipologie di strumenti consente alle aziende – non solo startup, ma anche PMI più mature – di trovare un mix di opportunità in dialogo con investitori che hanno diverse esigenze. Inoltre,  potenzialmente, il nuovo regolamento europeo estende a tutta Europa la possibilità di raccogliere capitali tramite il crowdfunding: questo cambiamento può essere molto utile soprattutto per i business trasversali e per le imprese che hanno in progetto di espandere la propria attività all’estero.

Per gli investitori, infine, il crowdinvesting diventa uno strumento di investimento ancora più accessibile, perché le tutele per gli investitori retail (detti “non sofisticati”) sono state rese omogenee per tutti gli strumenti offerti dalle piattaforme, oltre che in tutta Europa. Si allarga, inoltre, il ventaglio di campagne in cui è possibile investire: le campagne per il collocamento di Minibond, prima riservate agli investitori professionali, sono diventate accessibili a tutti i tipi di investitori.

Nei prossimi mesi, quindi, ci si aspetta un significativo cambiamento nei numeri e nelle tendenze del mercato del crowdinvesting: lo aveva già evidenziato il report 2023 dell’Osservatorio Crowdinvesting del Politecnico di Milano, del quale attendiamo un’edizione 2024 particolarmente interessante.

Le opportunità di crowdinvesting con il nuovo regolamento

Opstart ha ricevuto l’autorizzazione a operare a dicembre 2023, pertanto le campagne attualmente in corso ricadono sotto l’applicazione del nuovo regolamento.

Nella pagina Termini e condizioni è possibile approfondire nel dettaglio come cambia l’esperienza di investimento e quali sono le nuove procedure.

Scopri tutte le campagne di equity, lending e debt crowdfunding sul portale Opstart!

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