La due diligence è un processo di analisi cruciale in qualsiasi operazione finanziaria, commerciale o societaria che comporti un impegno di capitale o l’assunzione di un rischio. Ha la funzione di fornire tutti i dati e le informazioni necessarie per prendere decisioni economiche ponderate e serve sia alle istituzioni finanziarie come le banche, sia agli imprenditori, sia agli investitori. Ma anche alle piattaforme di crowdfunding, come vedremo.
Capire cos’è e come funziona la due diligence è utile per tutti i soggetti coinvolti in operazioni finanziarie per leggere con lucidità i rischi e le opportunità: scopriamolo in questo articolo.
Il termine “due diligence” deriva dall’inglese giuridico-commerciale e si traduce letteralmente come “dovuta diligenza”. In ambito economico-finanziario indica il processo di analisi e verifica approfondita condotto prima di effettuare un’operazione rilevante, come un investimento, un’acquisizione o una fusione.
Si tratta di una procedura sistematica di raccolta, revisione e valutazione delle informazioni su un’azienda, un progetto o un asset, con l’obiettivo di verificarne la solidità, l’affidabilità, i rischi e le potenzialità. In altre parole, serve a controllare che tutto sia in ordine – dai bilanci alle obbligazioni legali, alla fiscalità, fino alla reputazione aziendale – e che le aspettative economiche siano realistiche.
Chi svolge la due diligence si assume il compito di guardare “dietro le quinte” di un’impresa, andando oltre i dati più superficiali e le dichiarazioni di intenti. L’obiettivo del report finale di un processo di due diligence è:
La due diligence non è un processo standardizzato uguale per tutte le operazioni. Al contrario, si adatta al tipo di attività o investimento che si intende effettuare. A seconda dell’obiettivo dell’analisi, si distinguono diverse categorie di due diligence, spesso complementari tra loro. Ecco le principali.
È la più diffusa e riguarda l’analisi della situazione economico-patrimoniale dell’azienda. Include:
Serve a verificare se l’azienda è solida, quanto è profittevole e se ha le risorse per onorare i propri impegni futuri.
Approfondisce la posizione dell’impresa nei confronti del fisco. Verifica:
È utile per evitare di ereditare passività non dichiarate o rischi legati a sanzioni e controlli.
Si occupa della conformità giuridica dell’impresa. Analizza:
Questa verifica è cruciale per evitare sorprese che possano impattare sulla fattibilità o sostenibilità dell’operazione.
Valuta il posizionamento di mercato dell’azienda e la sua capacità di generare valore nel medio-lungo periodo. Include:
Può sovrapporsi con quella finanziaria.
Si applica a imprese ad alta componente digitale. Analizza:
È particolarmente rilevante per le startup tech e le operazioni di M&A nel settore digitale.
Sempre più richiesta, per l’aumento dell’attenzione alla sostenibilità in ambito finanziario. Serve a:
Nel contesto attuale, integrare criteri ESG nelle analisi di due diligence è diventato quasi uno standard per gli investitori professionali e per tutti i decisori economici, perché la sostenibilità di un progetto ha impatto su tantissime variabili del suo futuro, dal profitto all’accesso ad agevolazioni e incentivi.
La due diligence entra in gioco ogni volta che si deve concludere un’operazione economico-finanziaria di rilievo. Il suo scopo è ridurre l’incertezza e fornire una base solida per prendere decisioni consapevoli. Non si tratta di una prassi burocratica, ma di una leva strategica per tutelare chi investe e chi vende, chi presta denaro o stipula partnership partner commerciali.
Vediamo i principali contesti in cui viene richiesta.
È il campo d’applicazione per eccellenza della due diligence. L’acquirente vuole sapere esattamente cosa sta comprando: dai dati finanziari alla posizione fiscale, dalla proprietà dei beni ai rischi latenti. Una due diligence ben fatta può rivelare criticità che incidono sul prezzo di acquisto o addirittura interrompere l’operazione.
Quando un fondo o un angel investor decide di entrare nel capitale di una società, prima effettua una due diligence per verificarne il potenziale di crescita e la solidità. La stessa analisi viene fatta anche nel caso di aumenti di capitale o round di finanziamento.
Le banche e gli istituti finanziari, prima di concedere linee di credito importanti o rinegoziare il debito, svolgono verifiche di due diligence, soprattutto in caso di imprese con struttura complessa o operazioni straordinarie in corso.
La due diligence viene utilizzata anche per analizzare i partner in vista di accordi di collaborazione, alleanze strategiche o appalti di valore elevato. Serve a proteggersi da rischi di reputazione, inadempienze o incompatibilità operative.
Nel caso di IPO (Initial Public Offering) o direct listing, la due diligence è uno step obbligato: occorre verificare la conformità dell’azienda agli standard richiesti dai mercati regolamentati. In caso di Crowdlisting, che replica il processo di IPO tramite una campagna di equity crowdfunding, viene comunque effettuata un’analisi simile per garantire la qualità dell’operazione.
In genere è la parte acquirente o finanziatrice di un’operazione ad avviare la due diligence: una banca, un fondo di investimento, un business angel, un’azienda che vuole acquisirne un’altra ecc. Questa parte incarica soggetti specializzati interni o esterni come:
L’azienda oggetto di analisi deve mettere a disposizione tutti i documenti necessari (bilanci, contratti, visure, certificazioni, documentazione fiscale, brevetti, business plan, report ESG ecc.), rispondere alle richieste di chiarimento e collaborare in modo trasparente e tempestivo.
Il livello di apertura e collaborazione dell’azienda target, l’organizzazione e la completezza della documentazione sono un primo segnale di professionalità e affidabilità
La due diligence è necessaria anche per le operazioni di equity e lending crowdfunding, sebbene sia semplificata rispetto alle operazioni finanziarie più compresse come M&A.
Le piattaforme di crowdfunding, infatti, devono svolgere un’attività di analisi preliminare che ha le stesse finalità della due diligence classica: valutare i rischi e il potenziale dell’azienda prima di selezionarla fra le proposte da presentare agli investitori.
La qualità del processo di selezione nel crowdfunding è cruciale per mantenere alto il tasso di successo delle campagne, proporre agli investitori progetti ad alto potenziale e ottenere, quindi, la fiducia degli utenti.
La necessità di fare una due diligence, per i portali di crowdfunding, deriva anche dai nuovi obblighi di trasparenza imposti dal Regolamento ECSPR per tutelare maggiormente gli investitori fornendo set informativi completi ed esponendo in modo chiaro i rischi di ogni investimento.Chi desidera raccogliere capitali tramite crowdfunding deve quindi fornire una documentazione completa e trasparente, che la piattaforma analizza prima di autorizzare il lancio della campagna: puoi approfondire il processo di selezione di Opstart nei due articoli dedicati alla selezione per il lending e per l’equity crowdfunding.
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