In un’epoca in cui la salvaguardia del pianeta e il rispetto dei diritti umani sono temi all’ordine del giorno, le benefit company rappresentano un nuovo concetto di azienda che può fare la differenza nel futuro della produzione e del consumo. Proprio per questo sono una realtà che ogni investitore al passo con i tempi dovrebbe conoscere: gli investimenti sostenibili possono fare la differenza sul futuro della produzione e del consumo.
Il concetto di “società benefit” è mutuato da quello americano di “benefit corporation”, che indica un nuovo modello di impresa nato ufficialmente a partire dal 2010 e normato nei diversi Stati USA negli anni seguenti, fino ad arrivare nella normativa italiana nel 2016. La Legge di Stabilità 208/2015 fa dell’Italia il secondo Stato al mondo a introdurre nella propria normativa le società benefit. L’ispirazione è nata dalla certificazione B Corp, in uso già dal 2006 su iniziativa di un ente no profit statunitense per misurare l’impatto sociale e ambientale delle aziende.
Una benefit company è un’impresa che inserisce ufficialmente tra i propri obiettivi, accanto al profitto economico, un impatto positivo di varia natura sulla società e sull’ambiente, impegnandosi ad agire in modo responsabile, sostenibile e trasparente in tale direzione.
Come spiega la definizione di base del concetto, le benefit company hanno obiettivi socio-ambientali oltre che economici, a differenza delle società tradizionali che hanno come unico obiettivo il profitto, pur potendo perseguire tale obiettivo con principi d’azione improntati alla sostenibilità.
Per essere società benefit, infatti, non basta una dichiarazione d’intenti e nemmeno un’azione dimostrativa: è una forma giuridica che prevede l’introduzione, nello statuto societario, dell’obiettivo esplicito di perseguire effetti positivi su persone, comunità, territori e ambiente, beni o attività culturali e sociali, che deve essere bilanciato con l’obiettivo del profitto.
Per questo le benefit company sono tenute a presentare ogni anno una relazione sull’impatto dell’azienda per quanto concerne gli obiettivi statutari, che dimostri in maniera trasparente le azioni compiute e predisponga gli impegni per il futuro. Deve essere nominato in azienda un “responsabile d’impatto”, una figura che coordini le attività finalizzate a raggiungere gli obiettivi sociali e di sostenibilità.
Una benefit company, quindi, ha obblighi diversi rispetto a una società tradizionale, dichiarati nell’oggetto sociale e nello statuto societario. In assenza di questi obblighi con specifico valore legale, i manager di un’azienda non sono titolati ad agire e prendere decisioni in funzione di interessi diversi da quelli finanziari dei soci, perciò questa forma giuridica garantisce anche precise tutele legali.
Con l’introduzione della forma giuridica della benefit company, la creazione di valore sociale e ambientale entra a far parte del business model stesso dell’azienda.
In Italia ci sono più di duemila società benefit, secondo i dati più recenti (2022), e il numero è in continua crescita. La pressione sulle imprese a diventare benefit company (o a nascere già come tali) deriva da due spinte:
Entrambi i punti sono un effetto della nuova e crescente consapevolezza su temi quali la sostenibilità ambientale e la responsabilità sociale sia a livello individuale sia a livello istituzionale.
Questa consapevolezza e l’urgenza dei cambiamenti nei modelli di produzione e consumo attuali rendono i business sostenibili anche più redditizi di quelli tradizionali, come dimostra il successo delle imprese certificate ESG.
Ecco perché le benefit company sono di particolare interesse per gli investitori: hanno in media performance migliori rispetto alle società tradizionali e garantiscono quindi maggiori ritorni sugli investimenti, offrono maggiore trasparenza nelle comunicazioni e grazie a una governance più attenta mediamente sanno rispondere meglio al rischio e si prospettano più solide.
Il green crowdfunding è una tendenza marcata e in crescita nel mondo della raccolta di capitali online. Opstart ha fatto della sostenibilità un vero e proprio criterio preferenziale per le aziende delle quali ospita le campagne, perciò sui portali dell’hub è possibile spesso investire in benefit company.
Due esempi di benefit company che hanno fatto campagne di crowdfunding di successo con Opstart sono Forever Bambù e Iride Acque.
Forever Bambù è una delle società pioniere dell’equity crowdfunding in Italia ed è nata come startup innovativa agricola finalizzata alla piantumazione di foreste di bambù biologico per la creazione di bioplastiche e per l’assorbimento di CO2. Facendo leva sulla possibilità di fare qualcosa di concreto per l’ambiente attraverso le scelte di investimento e sul servizio di compensazione delle emissioni per le aziende, Forever Bambù ha condotto numerose campagne di equity e lending crowdfunding negli anni, raccogliendo più di 20 milioni di euro.
Iride Acque è una PMI innovativa specializzata nel trattamento delle acque reflue industriali, che ha brevettato una soluzione per il loro riutilizzo e ha condotto con successo due campagne di equity crowdfunding su Opstart. Gli obiettivi delle campagne sono stati raggiunti in pochissimi giorni, grazie all’importante lavoro svolto dall’azienda per ingaggiare gli investitori sensibili al tema della sostenibilità, che sono sempre più numerosi, facendo leva anche sulla redditività degli investimenti green, soprattutto in ambito industriale. Al momento è ancora in corso il secondo periodo d’offerta della campagna più recente.
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