Forever Bambù è una delle realtà più interessanti degli ultimi anni: si tratta della prima iniziativa italiana che coniuga una filiera strutturata all’attenzione per il pianeta attraverso la coltivazione del Bambù Gigante, vantando inoltre una delle raccolte in equity crowdfunding più grandi d’Europa. Ultimamente la società è tornata su questi schermi grazie a nuove raccolte, questa volta in lending crowdfunding su Crowdlender, l’ultima delle quali è vicina all’obiettivo massimo di 500.000 euro. Per l’occasione abbiamo intervistato Mauro Lajo, Amministratore Delegato di Forever Bambù e Consigliere Generale Confindustria Cisambiente.
È cambiato il mondo e siamo cambiati noi. L’unica costante in questi anni è che realizziamo e coltiviamo il bambù gigante in Italia, rispettando l’ambiente.
Per il resto, è tutto differente: Forever Bambù è nata con l’idea di fare una piantumazione e di affidarsi a un soggetto terzo per tutta la parte di sviluppo del mercato. Siamo partiti in 7 per arrivare oggi a 1506 soci, senza contare il numero degli ettari coltivati.
È diversa anche la percezione del mercato sulla necessità di agire verso il cambiamento climatico, introducendo sempre di più materiali sostenibili all’interno dei processi produttivi. 10 anni fa eravamo una startup a tutti gli effetti che non sapeva bene dove sarebbe arrivata, ma con chiaro l’obiettivo di costruire un patrimonio importante e fare del bene al pianeta e all’ambiente: oggi siamo una realtà consolidata che sta andando verso una quotazione in Borsa.
È stata una scelta di pancia perché il bambù è una pianta bellissima ed entrare in una foresta con delle canne alte 15 metri emoziona chiunque. Il bambù è davvero un archetipo genetico, capace di colpire e permeare l’immaginario collettivo.
La seconda cosa che ci ha colpito fortemente è invece un aspetto razionale e industriale: è una pianta che coltivi una volta e che per 100 anni ti dà dei prodotti, dei frutti da raccogliere. Un unicum dal punto di vista agricolo e industriale.
Il bambù è una pianta davvero speciale perché, mentre produce biomassa in grande quantità (oltre 100 tonnellate per ettaro/anno), è in grado di fare del bene all’ambiente e agli esseri umani: emette ossigeno, assorbe CO2, riduce le PM 10, consolida e ripulisce i terreni che la ospitano, è gradita dall’avifauna e offre un rifugio ottimale anche a specie selvatiche per la bassa presenza antropica. Insomma, è una pianta unica.
Lato imprenditoriale, oggi siamo 29 società agricole prossime alla quotazione sul mercato di Parigi entro il 2024 per poi valutare nel minor tempo possibile l’ingresso in Euronext Growth Milano, ovviamente, su Borsa Italiana.
Sull’altro fronte, vogliamo consolidare il mercato del carbonio in Italia perché per noi è centrale, anche aiutando a dare spessore normativo e fiscale. In parallelo a tutto questo, stiamo lavorando in ambito brevettazione e strutturazione di nuove filiere.
Per noi l’incontro con il crowdfunding è stato una vera svolta: è uno strumento potentissimo e una leva fortissima, a cui stiamo lavorando e abbiamo lavorato insieme ad Opstart, il partner più importante. A loro e agli investimenti in marketing e comunicazione dobbiamo ciò che siamo oggi e saremo domani.
Siamo tornati con una nuova campagna di lending crowdfunding su Crowdlender perché vogliamo strutturare nuove reti di vendita, accelerare la brevettazione e la strutturazione delle filiere, senza dimenticare che siamo vicini alla quotazione: tutto questo richiede una liquidità importante.
Di fatto, insieme ad Opstart, stiamo guadagnando tempo prezioso mentre lavoriamo per incrementare il fatturato e le vendite. Il lending crowdfunding è esattamente questo: la possibilità di continuare a performare sugli obiettivi che ci siamo dati con grande tranquillità avendo ovviamente le coperture per poterlo fare.
Prima di tutto, una raccolta di capitali, per funzionare, richiede impegno e piena disponibilità in termini di personale, mezzi e capitali. Non si può intendere come un’attività secondaria da svolgere la domenica mattina o il giovedì sera dopo il lavoro.
Altro fattore di rilevo è che la campagna inizia prima della raccolta stessa, sia nella costruzione del progetto da presentare agli investitori sia nel suo monitoraggio durante l’attività vera e propria.
Nella costruzione del progetto vanno inoltre presi in considerazione diversi fattori:
Infine, l’investitore è un tuo cliente che attende una “ricompensa” per quello che ha dato. Lo devi incontrare live e online, gli devi fornire continui stimoli su come procede il progetto, la raccolta e la società: l’investitore è il tuo miglior amico.
La campagna di lending crowdfunding di Forever Bambù è su Crowdlender: scopri tutti i dettagli!
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