Il terzo periodo d’offerta della campagna di equity crowdfunding di SD1 è terminato in tempi record. La società di scopo – fondata per raccogliere capitali da investire in un’opportunità immobiliare nella Repubblica Dominicana – prima di questa operazione ne ha concluse positivamente altre due ed è stata tra le protagoniste del nostro webinar. Per conoscere tutti i segreti che hanno portato a una raccolta da oltre 1 milione di euro, il nostro CEO Giovanpaolo Arioldi ha voluto intervistare Roberto Pesce, presidente e amministratore del progetto.
SD1 si focalizza sulla Repubblica Dominicana per merito dell’architetto Bernardinelli – uno dei soci fondatori del progetto – che da oltre quarant’anni si occupa di turismo e valuta aree interessanti in tutto il mondo. Già prima della pandemia aveva bloccato alcuni lotti edificabili all’interno di un complesso esclusivo chiamato “Playa Nueva Romana” e cercava compagni per costruire e vendere ville di lusso ad acquirenti statunitensi.
L’incontro con me, che sono un investitore in prima persona ma anche un esperto di formazione finanziaria, ha fatto il resto: unendo tutte le competenze della nostra squadra di lavoro, riteniamo di aver identificato un’opportunità di profitto molto interessante con un grande equilibrio tra rischio, tempi e rendimento. Il grande coinvolgimento riscontrato tra gli investitori sembra assolutamente confermarlo.
Molto bene. I progetti per le prime due ville sono stati approvati, gli oneri di urbanizzazione saldati e proprio in questi giorni stanno iniziando gli scavi delle fondamenta. Il nostro programma prevede di ultimare la costruzione delle prime due ville entro il 2024, mentre ci siamo strategicamente dati un semestre di ritardo prima di progettare la terza villa perché vogliamo capire, dall’esperienza delle prime due (che hanno dimensione e prezzo molto differenti tra loro), su quale tipologia di immobile è più conveniente investire anche in base alle risposte che il mercato ci fornirà.
Fatta questa analisi avvieremo l’iter di sviluppo anche della terza villa, prevedendo la vendita degli immobili nel 2025. In totale dovremmo riuscire a completare il progetto e restituire il denaro e i profitti agli investitori entro il 2026.
In poche parole: gusto italiano e qualità costruttiva superiore a quanto già esistente in loco.
L’interesse per i Caraibi e per immobili in complessi come “Playa Nueva Romana” è un fatto assodato da decenni, basti pensare al successo clamoroso di “Casa de Campo” che presenta un concept simile e in cui hanno acquistato persino personaggi famosi come Shakira, Julio Iglesias, la “nostra” Mara Venier e alcuni ex Presidenti USA.
Se si percorrono i viali di “Playa Nueva Romana” è evidente la presenza di imponenti gru e cantieri in sviluppo nei vari lotti così come, al nostro occhio italiano, molti degli immobili già edificati appaiono con un gusto estetico e architettonico relativamente mediocre. Proprio di questa lampante differenza qualitativa vogliamo fare uno dei nostri punti di forza.
Sotto l’aspetto commerciale, invece, contiamo già sul supporto di agenzie internazionali specializzate in immobili di lusso e in una clientela altolocata che ci confermano come i nostri progetti dovrebbero trovare con relativa facilità un ottimo riscontro tra i loro clienti.
Andremo a investire i capitali di queste tre tranche nello sviluppo graduale dei cantieri, dato che i pagamenti alle imprese costruttrici verranno versati durante l’avanzamento dei lavori.
Al momento, in “Playa Nueva Romana” esistono ancora alcuni lotti edificabili che riteniamo interessanti, ma la concorrenza è molta e la rapidità sarà fondamentale. Tutto dipenderà dalle tempistiche con cui concluderemo questa operazione.
Calcoliamo un ROI (return on investment) minimo del 51% fino e uno massimo dell’80% rispetto al capitale investito. Questa forbice di possibili rendimenti è tale in funzione di una possibile scontistica dei prezzi di vendita delle ville rispetto a quelli che abbiamo definito ora.
Se riusciremo a completare il progetto in due anni, questo vorrebbe dire che per ogni investitore, l’IRR (rendimento medio annuo rispetto al proprio capitale investito) potrà variare dal 25,5%, nel peggiore dei casi, fino al 40% medio annuo nel migliore.
I rendimenti medi annui rimarrebbero molto interessanti anche se il progetto dovesse richiedere più tempo per completarsi, con un IRR a tre anni variabile tra il 17,1% e il 26,8% medio annuo.
Il terzo periodo d’offerta di SD1 si è concluso in tempi record! Per farti scappare altre opportunità come questa, visita il nostro portale Opstart!
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