Crowdfunding e startup: 5 regole per una campagna di successo

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Crowdfunding e startup: 5 regole per una campagna di successo

Febbraio 07, 2020 Equity Crowdfunding

Le startup innovative in cerca di fondi per realizzare i propri progetti di business hanno bisogno strumenti di finanziamento flessibili e moderni: il crowdfunding, e in particolare l’equity, rappresenta per questa tipologia di imprese una scelta privilegiata.
Nell’organizzazione di una campagna di equity crowdfunding per una startup è importante non trascurare nessun dettaglio. La fase di preparazione, in particolare, gioca un ruolo primario: solo preparando adeguatamente il terreno si potrà raggiungere l’obiettivo desiderato. 
Una volta aperta la campagna, i primi e gli ultimi giorni rappresentano i momenti più caldi: la maggior parte degli investitori sceglie infatti di aderire all’inizio o alla fine.
Per incentivare la partecipazione fin dall’apertura è necessario non stabilire obiettivi economici troppo ambiziosi, che potrebbero rappresentare un deterrente. Importante, per aumentare la visibilità della campagna, è sfruttare non solo i social media, che permettono di raggiungere ampie fette di pubblico, ma anche i contatti diretti.

Negli ultimi anni è aumentato sempre di più il numero di società che, per accelerare la propria crescita, hanno preferito alle fonti di finanziamento tradizionali (banche, società finanziarie, ecc.) i nuovi strumenti offerti dalla rete, crowdfunding in primis. Composto dal termine inglese “crowd”, folla, e “funding”, finanziamento, il crowdfunding non è altro che una raccolta fondi collettiva realizzabile attraverso specifiche piattaforme web, dove le aziende possono proporre i loro progetti e ottenere dagli utenti dei finanziamenti per realizzarli.

Si tratta di uno strumento che si sposa alla perfezione con il carattere dinamico e innovativo delle startup, imprese con grandi potenziali di crescita e scalabilità.

1 – Le startup preferiscono l’equity crowdfunding

Negli ultimi anni è aumentato sempre di più il numero di società che, per accelerare la propria crescita, hanno preferito alle fonti di finanziamento tradizionali (banche, società finanziarie, ecc.) i nuovi strumenti offerti dalla rete, crowdfunding in primis. Composto dal termine inglese “crowd”, folla, e “funding”, finanziamento, il crowdfunding non è altro che una raccolta fondi collettiva realizzabile attraverso specifiche piattaforme web, dove le aziende possono proporre i loro progetti e ottenere dagli utenti dei finanziamenti per realizzarli.

Si tratta di uno strumento che si sposa alla perfezione con il carattere dinamico e innovativo delle startup, imprese con grandi potenziali di crescita e scalabilità.

Tra le diverse tipologie di crowdfunding esistenti quella più utilizzata dalle startup è l’equity, modello in cui gli investitori diventano a tutti gli effetti soci dell’azienda. Come abbiamo raccontato nell’articolo Startup e crowdfunding: 5 regole per investire con successo, chi investe tramite equity crowdfunding lo fa innanzitutto perché crede nelle potenzialità del progetto: ricorrendo a tale metodo di finanziamento le startup non ottengono solo nuovi soci, ma possono creare una vera e propria comunità di sostenitori appassionati.

In termini di equity crowdfunding, inoltre, l’Italia è particolarmente all’avanguardia: il nostro è infatti l’unico paese in Europa ad essersi dotato di un apposito regolamento emanato da Consob, che tutela gli investitori.

2 – La fase di preparazione è fondamentale

Gran parte della buona riuscita di una campagna di equity crowdfunding dipende dalla sua preparazione: ecco perché è fondamentale non prenderla sottogamba.

Tra i vari passaggi da considerare, è importante identificare il proprio pubblico di riferimento, ovvero un target di soggetti che potrebbero essere interessati a investire nel progetto: è a loro, e non a tutti indistintamente, che andranno indirizzate tutte le azioni di marketing e comunicazione.

Indispensabile, da questo punto di vista, è anche curare i propri canali social, in modo da creare una community di persone realmente legate al progetto (e dunque potenzialmente interessate ad investire), invece che di semplici follower. Questo richiede ovviamente molto tempo, una strategia strutturata e azioni mirate.

Infine, è importante creare un clima di attesa prima del lancio, incuriosendo progressivamente il pubblico, stimolando gradualmente ma in maniera regolare l’interesse ed entrando sempre di più nel vivo del progetto: in questo modo, il giorno della partenza, gli investitori saranno già pronti e motivati a passare subito all’azione.

3 – I primi e gli ultimi giorni determinano l’esito della campagna

Per il successo di una campagna di crowdfunding le prime ore sono quelle determinanti: se riesce a raccogliere fondi fin dall’inizio, è più probabile che si concluda con esito positivo. 

Uno zero che non scompare immediatamente dopo il lancio rappresenta invece un forte deterrente per i potenziali investitori. Per questo sarebbe bene fare in modo di avere una cerchia di finanziatori pronti ad investire subito.  L’arrivo dei primi fondi in poco tempo, invoglierà anche gli altri interessati a partecipare, rassicurandoli sul fatto che si tratta di un progetto appetibile e creando così una virtuosa reazione a catena.

Rilevanti, per l’esito della campagna, sono anche gli ultimi giorni: la gente tende infatti ad investire, oltre che nel periodo di lancio, anche nella fase finale, quando il crowdfunding è quasi al 100% dell’obiettivo.

4 – Un obiettivo economico troppo ambizioso può spaventare gli investitori

Come appena detto, perché il crowdfunding di una startup possa andare a buon fine è importante raccogliere fondi fin dai primi giorni: le campagne di successo, infatti, sono quelle che raggiungono l’obiettivo nel minor tempo possibile. 

Per incoraggiare i potenziali investitori a partecipare in tempi brevi è necessario non stabilire target troppo alti, che potrebbero demotivare o spaventare gli interessati. Si tratta di un fattore psicologico importante da considerare nella determinazione dell’obiettivo economico della campagna.

5 – Non solo social: l’importanza dei rapporti diretti nell’equity crowdfunding

Abbiamo già parlato del ruolo giocato dai social network nel successo di una campagna. Le comunità virtuali, però, non bastano. Perché il crowdfunding di una startup abbia successo, si dovrebbe guardare anche al di là del mondo virtuale e creare rapporti diretti con una nucleo di persone appassionate al progetto, in grado di diventare gli ambasciatori della campagna.

Benché il crowdfunding rappresenti una forma di finanziamento online, non bisogna quindi trascurare il peso dei rapporti offline, che possono aiutare a raggiungere persone con interessi affini e dunque potenzialmente interessate a investire. Il pubblico raggiungibile al di là dei social è sicuramente più limitato, ma anche più rilevante dal punto di vista qualitativo.

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