Sempre più utilizzati dalle PMI a caccia di liquidità, i minibond sono vere e proprie obbligazioni emesse dalle piccole e medie imprese in cerca di finanziamento, che permettono di evitare la dipendenza dal sistema creditizio bancario e generare crescita nelle aziende. Non a caso, costituiscono la prima fonte in Italia di finanziamento alternativo – da poco collocabile anche sulle piattaforme di equity crowdfunding come Opstart – con importanti vantaggi sia per l’emittente che per gli investitori.
Secondo i dati dell’Osservatorio Entrepreneurship & Finance del Politecnico di Milano, i minibond sono lo strumento di finanza alternativa più utilizzato in Italia. Ma che cosa sono e perché sempre più PMI italiane si affidano ai minibond come fonte di finanziamento alternativa al canale bancario?
Introdotti con il “Decreto Sviluppo” del 2012, i minibond sono titoli di debito di valore inferiore ai 500 milioni di euro, emessi da imprese non finanziarie, quotate o non quotate in borsa. Sostanzialmente sono delle vere e proprie obbligazioni, studiate soprattutto per le PMI che cercano liquidità, attraverso le quali reperire fondi dagli investitori fornendo in cambio titoli a chi desidera credere nel loro progetto.
Secondo la normativa, possono emettere minibond tutte le PMI Italiane non quotate e diverse da banche e micro imprese, mentre possono investire in minibond solamente investitori qualificati o istituzionali, come banche, SICAV, SGR, intermediari, società di investimento e alcune banche estere autorizzate.
Come tutte le obbligazioni finanziarie, i minibond riconoscono un tasso di interesse agli investitori, erogato attraverso il pagamento di cedole periodiche, e una data di scadenza. Tuttavia, i minibond sono più facili da emettere, meno complicati e meno costosi dei sistemi di finanziamento tradizionali, e comportano importanti vantaggi sia per le PMI che per gli investitori.
Per le PMI, infatti, offrono benefici economici e di liquidità, una maggiore visibilità ed un rafforzamento della salute finanziario-economica dell’azienda. Per gli investitori, costituiscono un’opportunità di diversificare i propri investimenti, con la possibilità di diventare soci di una realtà quotata qualora la PMI raggiunga la quotazione in Borsa.
Non sorprende dunque che nel 2018 ben 176 imprese abbiano scelto i minibond per finanziare le proprie attività, con una crescita del +17% rispetto all’anno precedente, mentre le emissioni annue sono salite a 198, con una crescita del +5.3%.
Non solo: nel 2019 la nuova normativa Consob ha modificato il regolamento dei portali che si occupano di equity crowdfunding permettendo alle stesse PMI di collocare anche sulle piattaforme come Opstart le proprie obbligazioni come titoli di debito, cambiali e minibond a breve termine. Si prevede dunque che le statistiche sui minibond continueranno a crescere, e per favorirne l’utilizzo Opstart lancerà a breve la piattaforma Crowdbonds, il portale di crowdfunding dedicato alle PMI e al mondo dei minibond, titoli di debito e dei prestiti obbligazionari.
In definitiva, i minibond sono un canale accessibile ed efficace per alimentare la crescita delle PMI che permette di evitare il giogo creditizio delle banche, al contempo aumentando il proprio credit rating per finanziamenti futuri grazie a un sistema obbligazionario che offre garanzie di tutela agli investitori e incentiva la performance delle imprese.
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