Un Crowdlisting per l’energia rinnovabile: intervista a Emilio Sassone Corsi di Glass to Power

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Un Crowdlisting per l’energia rinnovabile: intervista a Emilio Sassone Corsi di Glass to Power

Aprile 02, 2021 Equity Crowdfunding

Un Crowdlisting per l’energia rinnovabile: è su Opstart Glass to Power, spin-off dell’Università degli Studi di Milano Bicocca che produce vetrate fotovoltaiche trasparenti ad alta innovazione. La società, startup innovativa, sta seguendo il percorso di Crowdlisting, che porterà dopo la campagna di equity crowdfunding alla quotazione su Euronext Parigi.
Abbiamo intervistato Emilio Sassone Corsi, CEO e Founder di Glass to Power.

Qual è il tuo percorso professionale e cosa ti ha portato a costituire Glass to Power?

Sono un fisico, mi occupo professionalmente di gestione dell’innovazione da molti anni. Mi  sono imbattuto, a inizio 2016, in un articolo molto interessante su Nature NanoTechnology firmato dai prof. Brovelli e Meinardi. A quel punto li ho contattati, per poi sentire anche l’Università di Milano Bicocca e in particolare il Pro-Rettore Prof. Porro. Ho compreso immediatamente che la tecnologia di base è davvero disruptive e che è in grado di cambiare il mondo della produzione di energia integrata con gli edifici. Dopo qualche mese, una volta realizzato un solido business plan e messo a punto il progetto di costituzione di una nuova società, il 28 settembre 2016 abbiamo costituito Glass to Power con il coinvolgimento di alcuni importanti investitori, la stessa Università e un capitale iniziale di 300.000 €.  Da lì è partita questa meravigliosa avventura che coinvolge una dozzina di dipendenti-ricercatori, oltre 500 soci, tantissimi partner tecnici e commerciali. 

Chi c’è al tuo fianco in questo percorso? Come si compone il tuo team?

C’è un team formato in prevalenza da una dozzina di giovani entusiasti ricercatori che sviluppano e migliorano continuamente la tecnologia. Si suddividono tra Milano, dove c’è la sede di R&D presso l’Università di Milano BIcocca, e la sede di Rovereto, dove c’è il sito produttivo. C’è un CdA formato da cinque persone, molto coeso e determinato; ci sono i Prof. Brovelli e Meinardi che, oltre a essere soci, sono coinvolti pienamente nello sviluppo della società e della tecnologia.  C’è poi un prestigioso Comitato Scientifico che, formato da personalità di altissimo livello, dà indicazioni strategiche di sviluppo. 

Quali sono state le sfide principali che hai dovuto affrontare durante il lancio dell’azienda?

Tutta la prima fase di vita dell’azienda è stata concentrata nel passare da una pubblicazione scientifica e un brevetto a un prodotto funzionante e certificato.  E’ stata un’impresa complessa perché il prodotto è un’integrazione di varie tecnologie: dalle nanoparticelle che devono essere disegnate e prodotte in maniera molto accurata, al loro mescolamento all’interno del PMMA, il plexiglas che fa da concentratore solare luminescente, al design delle celle fotovoltaiche da inserire sul bordo.  Si passa quindi dalla Scienza dei Materiali, alla chimica dei polimeri, all’elettronica dei dispositivi di trasformazione ottico-elettrico. 

Per fare tutto ciò occorrono professionalità diversificate che lavorano in maniera coordinata con l’obiettivo di elevare l’efficienza del dispositivo. Questo è un processo continuo che parte dall’R&D per poi effettuare una industrializzazione del processo e uno scale-up della produzione. 

Oggi abbiamo raggiunto delle prestazioni discrete e siamo riusciti a ottenere un primo livello di certificazione. Nel futuro miglioreremo continuamente l’efficienza del sistema curando anche gli aspetti estetici, fondamentali per poi vendere il prodotto sul mercato.  Quando si fa tanta R&D prima di arrivare al mercato, come nel caso di Glass to Power, occorre una continua iniezione di capitali per sostenere tutte le attività.  In pochi anni siamo passati dagli iniziali 300K di capitale all’attuale valutazione della società di poco sotto ai 30 milioni, un salto di cento volte che ha comportato un’evoluzione tumultuosa degli aspetti economico-finanziari della società. 

In che mercato si inserisce Glass to Power?

Glass to Power si rivolge al mercato del Building Integrated Photovoltaic (BiPV), un mercato internazionale di dimensioni enormi con una crescita anno su anno dell’ordine del 35%. G2P rappresenta una tecnologia abilitante per questo mercato, una tecnologia sostenibile in termini ambientali ed economici che consente di utilizzare tutte le pareti vetrate degli edifici in maniera attiva, per produrre l’energia elettrica che serve per riscaldare, raffrescare, illuminare gli edifici, rendendoli zero-energy building.  

Cosa differenzia Glass to Power dai suoi principali competitor?

La tecnologia G2P è unica e brevettata.  Ad oggi non ci sono competitor in grado di ottenere le prestazioni che riusciamo ad avere noi.  Ciò non significa che non esistano competitor, anzi! Molti usano altre modalità per ottenere l’energia elettrica dalle finestre, sebbene si tratti di soluzioni esteticamente discutibili e quindi poco utilizzate dagli architetti e costruttori.  La nostra è energia invisibile, viene prodotta senza alcun compromesso con gli elementi estetici. 

Come mai hai scelto di seguire un percorso di Crowdlisting?

La proposta che ci ha fatto Opstart di effettuare un Crowdlisting è in linea con le nostre strategie di crescita economico-finanziaria.  Dopo l’ampio aumento di capitale in corso, andremo a quotarci al segmento Growth di Euronext Parigi, che consentirà di avere una valutazione oggettiva del valore delle azioni e consentirà di rendere liquide le stesse. Tutto ciò darà stabilità e crescita alla società per i futuri importanti investimenti che stiamo programmando.

Quali sono gli obiettivi futuri di Glass to Power? 

Oggi siamo a un punto di svolta importante. Da società prevalentemente dedicata alla R&D, adesso ci stiamo trasformando in un’industria che produce e vende vetrate fotovoltaiche trasparenti. Per farlo abbiamo già alcune alleanze nazionali e internazionali molto importanti ma abbiamo da curare tutti gli aspetti di integrazione a monte e a valle del prodotto inserendoci nella lunga filiera produttiva del vetro e delle costruzioni.  E tutto ciò lo dobbiamo fare in Italia e all’estero con grande velocità e determinazione.  Abbiamo degli obiettivi di fatturato già nel 2021 e cresceremo molto soprattutto nei prossimi due-tre anni.  

Perché investire in Glass to Power? 

Per chi crede in un mondo migliore, più rispettoso dell’ambiente, per un’economia sostenibile e circolare, G2P è la soluzione a molti problemi di produzione di energia diffusa e sempre disponibile. Investire in G2P significa sostenere un’idea di un mondo migliore dove si persegue l’obiettivo di abbassare la CO2 in atmosfera, si vuole limitare l’inquinamento ambientale e produrre energia in maniera pulita e rinnovabile. Cerchiamo di consegnare alle future generazioni un mondo migliore di quello che stiamo vivendo.  

E poi non dimentichiamo che il Crowdlisting porterà, dopo la raccolta in equity crowdfunding, alla quotazione su Euronext: questo renderà le azioni degli investitori liquide e liquidabili.

Cosa consiglieresti ad altri imprenditori che vogliono avviare la loro impresa?

Beh, prima di tutto occorre un’idea disruptive, come quella che mi ha spinto a fondare G2P. Possibilmente un’idea che sia fortemente innovativa, sostenibile e che possa andare sul mercato in tempi ragionevoli. Occorre denaro, e su questo oggi c’è la possibilità di utilizzare le piattaforme di crowdfunding che aiutano molto. 

C’è poi bisogno di management: non è detto che chi ha una buona idea sia anche un bravo manager dell’idea stessa.  Bisogna farsi affiancare da chi ha già fatto esperienza di costituzione e gestione di aziende innovative. 

Per fare tutto questo bisogna soprattutto avere coraggio, uscire dalla propria “confort zone”, mettersi in gioco sapendo che non sempre si vince.

Il percorso di Crowdlisting di Glass to Power è su Opstart: scopri la campagna visitando il nostro sito.

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