Conto vincolato: cos’è e perché serve per una campagna di equity crowdfunding

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Conto vincolato: cos’è e perché serve per una campagna di equity crowdfunding

Luglio 29, 2023 La redazione Equity Crowdfunding / Investire in PMI

Una campagna di equity crowdfunding prevede alcuni adempimenti burocratici e passaggi tecnici finalizzati a tutelare gli investitori e a strutturare un percorso definito per gli imprenditori. Uno di questi è il conto vincolato, che ogni società in procinto di lanciare una campagna di equity crowdfunding deve aprire.

Essere informati su che cos’è e come funziona il conto vincolato di una campagna di equity crowdfunding è fondamentale per la società per conoscere come e quando potrà riscuotere il capitale raccolto, e per gli investitori per sapere dove finiscono i propri soldi e quali siano le proprie tutele.

Conto vincolato: cos’è

Un conto vincolato, o conto deposito vincolato, è un conto corrente bancario dal quale il titolare non può prelevare somme fino alla data di scadenza concordata e indicata nel contratto sottoscritto con la banca. Durante quel periodo di tempo, è possibile fare versamenti sul conto, ma le somme rimangono vincolate, cioè bloccate, fino alla data di scadenza.

Utilizzato solitamente come strumento di risparmio e di investimento, per una campagna di equity crowdfunding riveste invece altre funzioni ed è un conto infruttifero, cioè non matura interessi.

Perché un conto vincolato per l’equity crowdfunding

Se sei un imprenditore e vuoi lanciare una campagna di equity crowdfunding, devi sapere che la disponibilità del capitale raccolto non è immediata. Da un lato non puoi semplicemente fornire agli investitori il tuo IBAN e raccogliere così il capitale man mano che la campagna va avanti. Dall’altro nemmeno la piattaforma che ospita la campagna può raccogliere il capitale per te e versarlo sul tuo conto al termine della campagna.

Il regolamento Consob, infatti, prevede che i portali non possano detenere somme di denaro, ma debbano appoggiarsi a intermediari autorizzati (banche) o altri istituti di pagamento per le transazioni. Il portale fa solo da tramite e si occupa di raccogliere gli ordini di adesione degli investitori e trasmetterle alla banca o all’istituto di pagamento per la finalizzazione.

Ecco perché per la società che fa la campagna di equity crowdfunding è obbligatorio aprire un conto vincolato, con il quale il portale prenderà accordi per la gestione dei flussi di pagamento delle sottoscrizioni: è necessario un soggetto terzo che validi e supervisioni gli investimenti e la società deve aspettare fino alla fine positiva della campagna per poter accedere al capitale raccolto, perché fino a quel momento non ha ancora nessun diritto ufficiale su quel denaro.

È anche per questo motivo che Opstart ha ideato Crowdbridge: una società che abbia in corso una campagna di equity crowdfunding che ha già raggiunto la soglia inscindibile, ma deve aspettare la fine per svincolare i capitali, può lanciare una campagna di lending crowdfunding per raccogliere un capitale disponibile più in fretta e utilizzare poi il denaro svincolato dalla campagna equity per rimborsare gli investitori e pagare gli interessi. Su Crowdlender tutte le informazioni.

Una tutela per gli investitori

L’utilizzo del conto vincolato per la campagna di equity crowdfunding è anche una tutela per gli investitori:

  • in caso di fallimento della campagna, non sussiste il pericolo che la società tenga in proprio possesso e utilizzi i capitali già versati, anziché restituirli;
  • si garantisce più facilmente il diritto di revoca e recesso;
  • si ha la garanzia che tutti gli espletamenti burocratici volti a inserire gli investitori nella compagine sociale vengano portati a termine, prima dello svincolo del capitale raccolto.

Solo dopo lo svolgimento di tutti gli adempimenti burocratici e la comunicazione dei nuovi soci nel Registro delle Imprese in Camera di Commercio, infatti, la società potrà disporre del capitale raccolto, che verrà trasferito sul suo conto ordinario.

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