Una campagna di crowdfunding, di qualsiasi tipo essa sia, è anche una campagna di marketing. Partendo da questo presupposto, moltissimi articoli e testimonianze raccontano come comportarsi durante una campagna e definiscono quali siano le best practice in fase di svolgimento. Eppure, si dimentica spesso un dettaglio fondamentale: il crowdfunding si gioca d’anticipo.
Proprio così, la parte forse più importante di una campagna è la sua preparazione, che non va considerata solo come la cura di tutti gli aspetti burocratici, amministrativi, finanziari, che sono chiaramente fondamentali, soprattutto laddove si parli di equity crowdfunding. Con “preparazione” bisogna intendere anche la definizione di un buon piano di comunicazione e di una studiata attività di pr, per raccogliere un forte pre-commitment.
Prima di lanciare pubblicamente la propria raccolta, è importante fare un buon lavoro di pr, che possa portarci a costruire un solido pre-comittment: con questa espressione si intende l’insieme di persone che manifestano il proprio interesse per il progetto e, quando va bene, addirittura la propria volontà di investire o partecipare alla campagna in partenza.
Il pre-commitment va ricercato innanzitutto dalle 3 F: family, friends e fans. Chi, se non la nostra famiglia, I nostri amici e chi già conosce e ammira la nostra attività potrebbe volerne sostenere un’ulteriore crescita?
È doveroso sottolineare che non è sufficiente fare un post sui social per ottenere l’attenzione di questi contatti: bisogna parlarci, anche a voce o con un incontro, per spiegar loro gli aspetti della campagna di crowdfunding e perché rappresenterà una svolta e un importante nuovo traguardo. Insomma, la parola d’ordine è “coinvolgere”: chi si sente parte del progetto, si sentirà anche più invogliato a crederci.
E poi? Non basta informarli e lasciarli ad attendere, soprattutto se mancano settimane al lancio. Dobbiamo tenerli “in caldo”, carichi e pronti ad attivarsi. Come? Potremmo, per esempio, strutturare una maliling list di interessati, a cui mandare costantemente dei contenuti, che da un lato li aiutino a prepararsi sul tema “crowdfunding”, che non va dato per scontato, e dall’altro li incuriosiscano ancora di più e li facciano entrare in profondità nel progetto.
Chi non fa parte delle 3 F, cioè il resto del mondo che ancora non ci conosce – o non ci conosce abbastanza bene – va intercettato con una campagna di comunicazione. Come anticipato, il crowdfunding è di fatto marketing: ogni azione che scegliamo di compiere in questo senso deve essere pensata in un’ottica di brand awareness (notorietà del brand) e di divulgazione dei nostri punti forti. Il classico “prendere due piccioni con una fava”, insomma.
Allora prepariamo un buon piano di comunicazione, giocando d’anticipo anche su questo fronte. Parliamo su tutti I nostri social e sugli altri canali, come la nostra newsletter, del nostro progetto, facendo storytelling. E spieghiamo che cos’è il crowdfunding, che cosa si verificherà, della possibilità di diventare parte della realtà di cui stiamo parlando.
Se abbiamo creato una mailing list ad hoc per I nostri contatti diretti, perché non dare a tutti la possibilità di iscriversi? Potrebbe diventare una newsletter fissa legata alla campagna di crowdfunding. E potremmo anche pensare di istituire un meccanismo di premialità: I primi che si iscriveranno saranno anche i primi a sapere dell’apertura della campagna e I primi a poter partecipare. Diamo, insomma, idea di esclusività.
Non dimentichiamo, poi, un’altra arma: l’attività di lead generation passa anche e soprattutto dall’advertising. Stanziamo un budget per le sponsorizzazioni, in modo da raggiungere nuovo pubblico già prima della campagna.
Dove convogliare I nuovi avventori? L’idea migliore è costruire una landing page ad hoc, che potrà comunque servirci anche durante la campagna. Possiamo pensare di strutturarne una direttamente sul nostro sito, in cui raccontare I dettagli del progetto e quelli della campagna. In questo modo chi arriverà ex novo avrà un approccio più soft e meno aggressivo: potrebbe essere eccessivo parlare subito di crowdfunding con chi ancora non ci conosce bene.
Un’ulteriore tip: concludiamo la landing con un form da compilare per manifestare il proprio interesse esplicitamente. Raccoglieremo così lead preziosi da sfruttare per il lancio della campagna.
Insomma, se state preparando una campagna di crowdfunding, non pensate soltanto a ciò che farete dal lancio in poi. Se questa è la vostra idea… siete già in ritardo! Giocate d’anticipo, raccogliete interesse e sfruttate l’occasione per migliorare la notorietà del vostro brand.
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