Diamo un’alternativa originale e autentica alle catene di mobili standardizzati e facciamo emergere tesori nascosti: questo è il primo pensiero che Oliver Cater, founder e ceo di Grand Vintage, condivide con noi. Un’autentica mission, si potrebbe dire, che Grand Vintage, portale di e-commerce dedicato ad articoli d’arte, oggetti di decorazione e mobili antichi e vintage integri, porta avanti con ottimi risultati.
Olivier Cater risponde a tutte le nostre domande, svelandoci la genesi del progetto, attualmente in campagna di crowdfunding su Opstart, e le previsioni per il futuro.
Qual è il tuo percorso professionale e cosa ti ha portato a costituire Grand Vintage?
È soprattutto il mio hobby che mi ha portato a creare Grand Vintage, in quanto sono appassionato di antichità, mobili industriali anni 50 e articoli vintage. Mi piacciono le cose uniche, autentiche, cose che hanno una storia da raccontare.
Poi, ovviamente, facendo l’imprenditore nel campo di internet (nel 2006 Olivier ha creato TopPartners.it, il principale lead generator B2B in Italia, ndr), davanti alle persone sempre più numerose a caccia di articoli unici e originali e all’assenza di un e-commerce dedicato a tale merceologia, mi è venuto naturale lanciarmi appena possibile.
Chi c’è al tuo fianco in questo percorso? Come si compone il tuo team?
Il mio amico e socio Serge Bésanger partecipa al mio fianco in quest’avventura. Insieme ci completiamo e siamo un team vincente. Io sono appassionato di vintage e imprenditore nel settore digitale, Serge è un economista che insegna in più università a Parigi ed è esperto di strategia aziendale. Siamo quindi complementari e insieme abbiamo raggiunto traguardi importanti.
Inoltre, mi avvalgo di giovani molto preparati, nello specifico Martina e Francesca, che gestiscono rispettivamente il commerciale e la comunicazione digitale.
Quali sono state le sfide principali che hai dovuto affrontare durante il lancio dell’azienda?
Hum… Fammi pensare… All’inizio, ho dovuto affrontare la diffidenza dei negozianti nei confronti di internet. Vedevo proprio nei loro occhi che lo consideravano il nemico assoluto, che speravano che sparisse e che tutto tornasse come prima. Poi, i primi che hanno accettato di pubblicare articoli su Grand Vintage hanno apprezzato la nostra serietà e l’hanno detto ai loro vicini di bancarella ai mercatini. E via via, Grand Vintage è sempre più visto come un alleato che permette di fatturare di più.
In che mercato si inserisce Grand Vintage?
Il mercato a cui ci rivolgiamo è quello immenso del pubblico desideroso di acquistare articoli unici, di decorare casa con originalità, di trovare un’alternativa autentica a grandi catene di articoli standardizzati e prodotti industrialmente come Grand Casa, Ikea o Maison du Monde.
Ci sono poi anche i collezionisti, che trovano da noi pezzi rari. Facciamo emergere tesori nascosti.
Cosa differenzia Grand Vintage dai suoi principali competitor?
Siamo Italiani a tutti gli effetti: presenti a Milano con personale italiano (sono l’unico a essere nato all’estero), frequentiamo i principali mercati, le grandi fiere italiane, il sito vende soprattutto in Italia… Anche il modello economico è adeguato alle attese del mercato italiano in quanto non chiediamo nessun compenso fisso, solo una percentuale sulla vendita, l’unico compenso che i negozianti sono disposti da pagare. I siti stranieri chiedono una percentuale e un fisso.
Come mai hai scelto l’equity crowdfunding?
Grand Vintage è un e-commerce rivolto al consumatore, non tanto all’azienda, fatta eccezione per architetti e designer. Ho pensato che ci fosse coerenza tra l’offerta rivolta al pubblico e la proposta di diventare azionista.
Aggiungo, inoltre, che mi sono trovato molto bene con ognuno dei collaboratori di Opstart: sono tutti professionali simpatici e disponibili.
Quali sono gli obiettivi futuri di Grand Vintage?
Grand Vintage deve diventare il leader Europeo del modernariato e del vintage; il mercato è di 20 miliardi in Europa e le vendite online del 2% di oggi saranno del 50% fra 10 anni.
Perché investire in Grand Vintage?
Diventare azionista di Grand Vintage è un modo per partecipare alla nostra conquista di un mercato in crescita con pochissimi concorrenti, soprattutto in Italia. È anche un modo per investire bene i propri soldi e ottenere una bella plus-valenza fra qualche anno.
Cosa consiglieresti ad altri imprenditori che vogliono avviare la loro impresa?
Ormai ho creato 2 società e non lo rimpiango anche se dormivo meglio quando ero impiegato e dirigente in Sony. Innanzitutto, bisogna conoscersi bene e porsi la domanda: “sono pronto a essere molto solo e ad affrontare un problema ogni 5 minuti?” L’allenamento migliore per questo tipo di incarico è di fare il manager per altri prima di mettersi in proprio.
In secondo luogo, bisogna maturare bene il progetto e vedere con distacco la situazione reale del mercato. Noi imprenditori tendiamo a essere accecati dalla nostra passione e determinazione a piegare gli ostacoli. Purtroppo, la volontà umana, anche se può fare grandi cose, non può vincere sempre.
Infine, bisogna garantirsi un certo margine di sicurezza finanziaria riducendo i ricavi previsti e aumentando i costi attesi.
Grand Vintage è in campagna di equity crowdfunding: scopri di più sul nostro sito.
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