Nel mondo dell’innovazione, esiste una categoria di imprese con la volontà di coniugare tecnologia e impatto sociale e ambientale positivo: le startup innovative a vocazione sociale. Queste realtà ricercano un punto di incontro ideale tra profitto e responsabilità sociale, creando modelli di business innovativi più sostenibili. Sono in crescita in Italia e nel mondo, sono oggetto di agevolazioni e incentivi pubblici e operano spesso in settori ad alta potenzialità di crescita: questo le rende particolarmente interessanti sia per gli aspiranti imprenditori, sia per gli investitori che vogliono fare investimenti sostenibili.
Secondo l’ordinamento italiano, una startup innovativa a vocazione sociale è una particolare forma di startup innovativa che, oltre a possedere i requisiti previsti per rientrare in questa categoria (che abbiamo elencato nell’articolo dedicato alle startup innovative), ha come oggetto sociale lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di beni o servizi con un impatto sociale e/o ambientale positivo.
Più nel dettaglio, rientrano in questa definizione le startup che operano in uno o più dei seguenti settori:
La qualifica di “vocazione sociale” viene riconosciuta se esplicitata nello statuto e se coerente con l’attività svolta. In fase di iscrizione al registro delle imprese innovative, occorre dichiarare tale vocazione specifica e mantenerla nel tempo.
La definizione di startup a vocazione sociale può apparire simile a quella di società benefit, ma ci sono importanti differenze: il primo concetto si applica solo alle startup innovative, il secondo a qualsiasi tipo di società; le società benefit possono operare in qualsiasi settore economico, purché dimostrino di perseguire una o più finalità di beneficio comune.
Il concetto di startup innovativa a vocazione sociale è stato introdotto nell’ordinamento italiano nel 2012 dal cosiddetto Decreto Startup (179/2012), con alcune specificità rispetto alle startup innovative generiche approfondite nella Legge di Bilancio 2017. Le startup innovative a vocazione sociale possono, cioè, beneficiare di ulteriori agevolazioni specifiche, come bonus per lo sviluppo in determinate aree geografiche.
Queste particolari imprese ricadono anche nell’aggiornamento dei requisiti e delle agevolazioni per le startup innovative realizzato con la Legge Centemero del 2024, che ha reso i requisiti più restrittivi ma ampliato le agevolazioni.
In più, le startup a vocazione sociale devono operare in uno dei settori elencati nel paragrafo precedente e rendicontare il loro impatto sociale e ambientale mediante un apposito documento, che deve essere redatto e trasmesso alla Camera di commercio con cadenza annuale, per dimostrare di rispettare la loro vocazione attraverso azioni concrete e verificabili.
Secondo l’ultimo Report sulle startup a significativo impatto sociale e ambientale di Social Innovation Monitor, su un totale di circa 12.000 startup innovative operative in Italia, a fine 2023 si contavano 142 startup innovative a vocazione sociale. La maggior parte di esse si trova nel Nord Italia, in particolare in Lombardia.
Si tratta di un numero in calo per la seconda volta dopo anni di continua crescita, che in parte riflette la diminuzione di popolarità dei temi ESG in ambito economico e finanziario iniziata dopo la pandemia: ne abbiamo parlato nell’articolo sugli investimenti green, evidenziando la prospettiva di una nuova inversione di rotta a partire dall’ultimo anno. Parallelamente, infatti, crescono le società benefit e le B Corp, quindi l’interesse per questi temi è ancora vivo.
È in discussione l’implementazione di una normativa ad hoc per le startup innovative a vocazione sociale, che approfondisca la differenza rispetto alle startup innovative standard e offra ulteriori e specifiche agevolazioni che potrebbero favorire lo sviluppo di queste imprese e l’attrazione di investimenti.
Le startup innovative a vocazione sociale beneficiano di incentivi per attrarre capitali, ideati dal legislatore per agevolare il finanziamento di realtà innovative che possono avere un impatto fondamentale sulla competitività dell’economia del Paese e contemporaneamente sulla società e l’ambiente.
Chi investe in startup innovative, standard o a vocazione sociale, ha diritto a detrazioni fiscali fino al 65% dell’investimento. Queste detrazioni migliorano la redditività netta dell’investimento, che in più offre un’occasione di diversificazione del portafoglio. Il crowdfunding è uno strumento molto utilizzato da queste imprese per raccogliere capitali e consente a chi è alla ricerca di strumenti di impact investing di investire a partire da piccole somme. Per le imprese, fare impresa con il solo obiettivo del profitto è sicuramente più facile che farlo coniugando l’obiettivo del profitto con quello di un impatto positivo sulla collettività. Ma lo status di startup innovativa a vocazione sociale, oltre a conferire diritto ad agevolazioni e incentivi specifici, è una leva di comunicazione importante su cui puntare e offre opportunità di partnership e networking preziose.
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