Imprese innovative alla ricerca di capitali: la parola a Francesca Catalano di BizPlace

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Imprese innovative alla ricerca di capitali: la parola a Francesca Catalano di BizPlace

Dicembre 10, 2024 Economia e Finanza

L’ecosistema delle imprese innovative è popolato da tanti attori che devono lavorare insieme per creare un ambiente favorevole allo sviluppo di idee e alla competitività imprenditoriale. Una neonata startup, infatti, ha bisogno del supporto di tante professionalità diverse per costruire un business solido e crescere.

Anche nell’ambito della raccolta di capitali, sono diversi i soggetti a cui una startup può rivolgersi per costruire una strategia di finanziamento: un concetto fondamentale da acquisire è che non necessariamente una strada esclude l’altra e un’efficace strategia di finanziamento a medio-lungo termine si basa proprio sull’integrazione tra strumenti diversi nelle diverse fasi del ciclo di vita di una startup.

Ne abbiamo parlato con Francesca Catalano, M&A and Strategy Manager di BizPlace, Investment bank con focus sul VC Early Stage che supporta e guida le startup nel loro percorso di crescita e di raccolta di capitali.

Ciao Francesca, grazie per il tuo tempo. Ci racconti chi sei e qual è il tuo background? Insomma… come sei arrivata a essere M&A and Strategy Manager di BizPlace?

Ciao, grazie a voi per l’invito!

Il mio percorso per diventare M&A & Strategy Manager è stato un mix di studio, passione ed esperienze nel mondo della finanza e dell’innovazione. Dopo la laurea magistrale in Corporate Finance e un’esperienza formativa all’estero, ho iniziato la mia carriera in una grande banca, dove ho approfondito le dinamiche finanziarie tradizionali. Tuttavia, la mia passione per l’innovazione e l’imprenditorialità mi ha spinta ad avvicinarmi all’ecosistema del venture capital, trovando in BizPlace il contesto ideale per unire queste due anime.

Entrare in BizPlace è stato un passo naturale: una realtà dinamica e orientata al futuro, perfetta per mettere a frutto le mie competenze e contribuire alla crescita di startup e PMI innovative. Qui ho avuto l’opportunità di lavorare con aziende operanti in settori molto diversi, acquisendo esperienza nella strutturazione di operazioni di fundraising e nella definizione di strategie di crescita, contribuendo attivamente all’ecosistema italiano dell’innovazione.

BizPlace è ormai operativa da circa 7 anni ed è nata come società di advisory, oggi vi definite “Investment Bank verticale sul Venture Capital Early-Stage”. Dove siete arrivati e quali sono i servizi che offrite alle imprese?

BizPlace ha affrontato un lungo percorso evolutivo negli ultimi anni. La boutique nasce nel 2017 come società di advisory e nel tempo si fa riconoscere su scala nazionale come un attore importante grazie alla capacità di assecondare con successo le sfide poste dal mercato e di crescere insieme all’ecosistema di riferimento. Nel 2023, BizPlace entra a far parte di Alchimia Investments, holding italiana di investimenti operante nel VC, con la visione di accelerare la crescita dell’ecosistema per arrivare a competere a livelli internazionali.

Oggi offriamo un ampio spettro di servizi pensati per rispondere alle esigenze delle imprese innovative in fase di crescita. Il nostro focus principale rimane quello di agevolare l’accesso al capitale attraverso il supporto nell’intero processo di fundraising, sia sotto forma di equity che debito. Aiutiamo infatti startup e PMI innovative a strutturare la propria strategia di fundraising, a predisporre tutti i documenti necessari, a cercare investitori e a ottenere fondi pubblici e agevolazioni.

Inoltre, abbiamo ampliato la nostra offerta per includere servizi di deals advisory, aiutando le imprese a esplorare anche opportunità di acquisizioni strategiche o exit. Infine, a completamento del nostro supporto a 365 gradi in BizPlace abbiamo anche sviluppato una linea di reportistica verso investitori e lato ESG.

Nel vostro percorso di affiancamento a startup e PMI innovative, dove si inserisce il crowdfunding?

Il crowdfunding è per noi uno strumento strategico nel percorso di fundraising di un’impresa. Lo consideriamo una leva fondamentale per quelle realtà che vogliono raccogliere capitali e al contempo aumentare la loro visibilità sul mercato, coinvolgendo una platea più ampia di sostenitori e investitori.

Il nostro ruolo è guidare le imprese lungo tutto il processo: dall’analisi di fattibilità e preparazione della campagna fino alla chiusura con successo. Supportiamo le aziende nella strutturazione del pitch, nella creazione di contenuti strategici, nella definizione della valutazione aziendale e nell’individuazione della piattaforma di crowdfunding più adatta – sia essa equity, reward-based, donation-based o lending.

Inoltre, aiutiamo le startup a gestire la fase post-campagna, fornendo strumenti per costruire una relazione solida con i nuovi investitori grazie ai nostri strumenti di reportistica automatizzata.

A novembre abbiamo dedicato il nostro piano editoriale al mese dell’educazione finanziaria. Secondo te, quanto è importante per le imprese innovative affrontare percorsi di formazione in questo ambito? Quanta consapevolezza c’è rispetto agli strumenti a loro disposizione?

L’educazione finanziaria è fondamentale per le imprese innovative, soprattutto in fase early stage, dove le decisioni economiche possono determinare il successo o il fallimento. Tuttavia, molte startup e PMI trascurano lo sviluppo della strategia di fundraising, concentrandosi solo su quello dell’offerta, e rischiano di perdere opportunità come investitori strategici, finanziamenti pubblici o agevolazioni fiscali.

Promuovere percorsi di educazione finanziaria è essenziale per colmare questo gap e permettere al nostro giovane ecosistema di crescere e diventare più competitivo. Dall’esperienza che abbiamo maturato nel settore possiamo dire che le imprese che padroneggiano le basi di contabilità, pianificazione finanziaria e fundraising sono più preparate a prendere decisioni informate, a raccogliere capitali e costruire una relazione di fiducia con gli investitori.

Cosa consiglieresti a un imprenditore che si affaccia per la prima volta al mondo della raccolta di capitali per la propria startup innovativa?

A mio modo di vedere il primo step è quello di avere ben chiari in mente i propri obiettivi di business, per poi strutturare fin da subito una strategia operativa e di conseguenza determinare il fabbisogno finanziario per raggiungerli. Solo se si ha chiaro dove si vuole arrivare e quali siano le milestones del processo si può costruire una strategia di raccolta di capitali efficace.

Un altro consiglio che mi sento di dare è di fare molta ricerca – o affidarsi a un partner esperto – su quali siano le opzioni di finanziamento disponibili, su quando è più appropriato scegliere un’alternativa piuttosto che un’altra oppure come combinarle. In base a obiettivi e fase di vita dell’azienda ci si rivolge a interlocutori diversi ed è bene aver chiare le differenze per evitare di rivolgersi alle persone sbagliate e potenzialmente bruciare future opportunità.

In Opstart parliamo spesso di parità di genere e finanza, un binomio oggi troppo poco diffuso. Quali sono state le sfide che hai affrontato in questo senso e qual è il primo consiglio che daresti a te stessa, se potessi tornare indietro all’inizio del tuo percorso?

Mi considero fortunata a non aver mai vissuto episodi diretti di discriminazione di genere né affrontato sfide legate a questo aspetto nel mio percorso professionale. Ho avuto il privilegio di studiare e lavorare in ambienti che hanno valorizzato la mia voce e le mie competenze, al pari di quelle dei miei colleghi uomini. Tuttavia, sono pienamente consapevole che la mia esperienza non rispecchia quella di molte altre donne, e che le disuguaglianze di genere nel settore finanziario sono ancora una realtà concreta.

È innegabile che la finanza, dalla formazione universitaria ai ruoli manageriali, sia un settore ancora caratterizzato da una limitata rappresentanza femminile. Questo non è solo un dato numerico, ma un chiaro indicatore della strada che resta da percorrere per rendere il settore più equo e inclusivo. Nel corso del tempo ho notato alcuni progressi, sia nella maggiore presenza di donne a eventi di settore sia nei team delle startup che supportiamo, ma c’è ancora molto da fare per colmare il divario.

Se potessi dare un consiglio a me stessa all’inizio del mio percorso, sarebbe: “Credi di più in te stessa e non avere paura di farti spazio.” È facile, soprattutto agli inizi, sottovalutare il proprio valore o sentirsi fuori posto in un ambiente ancora prevalentemente maschile, ma è esattamente in quei momenti che bisogna ricordare che le proprie competenze e prospettive contano, a prescindere dal genere, e che ogni contributo può fare la differenza.

Anche tu fai parte dell’ecosistema delle imprese innovative e vuoi valutare una raccolta in crowdfunding per la tua realtà? Scopri tutti i nostri strumenti!

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