PMI e startup: cosa si intende per impresa innovativa?

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PMI e startup: cosa si intende per impresa innovativa?

PMI e start up innovative sono categorie speciali di imprese che godono di agevolazioni e incentivi fiscali e possono avere accesso a strumenti di sviluppo dedicati. Per questo è molto utile sapere cosa si intende per impresa innovativa secondo i requisiti stabiliti dal Ministero delle Imprese per rientrare in tali sezioni speciali. L’ultimo aggiornamento dei requisiti e degli incentivi è avvenuto nel 2024 e non si possono escludere ulteriori cambiamenti in futuro, perciò è importante restare sempre aggiornati.

Le imprese innovative sono il cuore pulsante di un sistema economico sano e capace di crescere, per questo godono di alcuni benefici. Le agevolazioni riguardano diverse aree, tra cui soprattutto la raccolta di finanziamenti (per esempio con il fondo di garanzia e con gli incentivi a chi investe in imprese innovative) e tanto altro ancora. Startup e PMI innovative sono state le prime categorie di imprese a ottenere la possibilità di finanziarsi tramite l’equity crowdfunding su piattaforme autorizzate e regolamentate da Consob, come Opstart; possibilità che oggi è estesa a tutte le imprese, a prescindere che siano startup o PMI. Solo le imprese innovative, però, hanno accesso a determinate agevolazioni fiscali.

Start up innovativa: requisiti

La definizione di start up innovativa fu introdotta dal Decreto Crescita del 2012, volto a favorire la diffusione e lo sviluppo di queste realtà imprenditoriali anche attraverso l’introduzione degli incubatori, società di capitali italiane che offrono servizi gratuiti o agevolati a vantaggio della nascita e dello sviluppo delle start up innovative. Oggi quella definizione è stata aggiornata e integrata dalla legge Centemero del dicembre 2024. 

Riassumiamo i requisiti aggiornati per le startup innovative:

  • sede principale in Italia, o almeno una sede produttiva o filiale in Italia in caso di sede principale in altro Paese dell’Unione Europea o dello Spazio economico europeo;
  • essere una micro, piccola o media impresa come definite dalla raccomandazione 2003/361/CE della Commissione Europea del 6 maggio 2003;
  • impresa costituita da non più di 5 anni;
  • impresa non nata da atti di fusione, scissione societaria, cessione di azienda o di ramo di azienda;
  • fatturato annuo inferiore a 5 milioni di euro;
  • non distribuire utili;
  • non avere azioni quotate in Borsa;
  • non svolgere come attività prevalente quella di agenzia o di consulenza;
  • oggetto sociale esclusivo o prevalente: lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico.

L’ultimo punto è quello relativo all’innovatività e si sviluppa nel dettaglio in altri tre requisiti, dei quali una start up innovativa deve rispettarne almeno due:

  • spese in ricerca, sviluppo e innovazione pari ad almeno il 15% della voce maggiore fra costo e valore della produzione;
  • almeno 1/3 dei dipendenti con dottorato di ricerca o ricercatori; in alternativa almeno 2/3 dei dipendenti con laurea magistrale;
  • titolarità di un brevetto oppure di diritti relativi a un software registrato.

Le start up innovative devono confermare ogni anno il proprio possesso dei requisiti sul registro delle imprese innovative online, pena la perdita dello status speciale.

Dopo 3 anni, l’azienda può richiedere l’estensione dell’iscrizione al registro delle startup innovative – e dei relativi benefici – per altri 2 anni se soddisfa almeno uno dei seguenti requisiti:

  • incremento al 25% delle spese in ricerca e sviluppo come sopra descritte;
  • firma di almeno un contratto di sperimentazione con una pubblica amministrazione;
  • incremento dei ricavi o dell’occupazione superiore al 50% dal secondo al terzo anno di attività;
  • creazione di una riserva patrimoniale superiore a 50.000€ attraverso un finanziamento convertibile, un aumento di capitale a sovrapprezzo, un investimento da parte di acceleratori, incubatori o business angel o infine un equity crowdfunding, parallelamente a un incremento al 20% delle spese in ricerca e sviluppo;
  • ottenimento di almeno un brevetto.

Trascorsi questi ulteriori 2 anni, l’azienda può richiedere l’estensione dell’iscrizione al registro per altri 4 anni se possiede uno dei requisiti per essere definitiva una scale-up innovativa:

  • aumento di capitale a sovrapprezzo effettuato da un OICR di importo superiore a 1 milione di euro;
  • incremento dei ricavi di oltre il 100% in un anno.

PMI innovativa: requisiti

Quando una startup cresce al punto da non rientrare più nei requisiti descritti nel paragrafo precedente, può fare richiesta per ottenere lo status di PMI innovativa. La definizione di PMI innovativa si trova nell’art. 4 del decreto legge 3/2015 (Investment compact), che si rifà alla Raccomandazione della Commissione Europea del 6 maggio 2003 già nominata. Quest’ultima fornisce il significato base di PMI: impresa con meno di 250 dipendenti e un fatturato annuo non superiore a 50 milioni di euro oppure un bilancio annuo non superiore a 43 milioni di euro.

A ciò si aggiungono i requisiti specifici per rientrare nella categoria “innovativa” e poter essere iscritti al relativo registro specifico:

  • avere sede principale in Italia o almeno una sede produttiva o filiale in Italia in caso di sede principale in altro Paese dell’Unione Europea o dello Spazio economico europeo;
  • avere la certificazione dell’ultimo bilancio e dell’eventuale bilancio consolidato redatto da un revisore contabile o da una società di revisione iscritti nel registro dei revisori contabili;
  • non avere azioni quotate in Borsa.

Infine, una PMI per essere definita innovativa deve rispettare almeno 2 fra queste condizioni:

  • spesa in ricerca, sviluppo e innovazione pari ad almeno il 3% della voce maggiore fra costo e valore totale della produzione;
  • almeno 1/5 della forza lavoro complessiva in possesso di titolo di dottorato di ricerca o che sta svolgendo un dottorato di ricerca presso un’università italiana o straniera, oppure in possesso di laurea e che abbia svolto, da almeno tre anni, attività di ricerca certificata presso istituti di ricerca pubblici o privati, in Italia o all’estero; in alternativa almeno 1/3 della forza lavoro complessiva in possesso di laurea magistrale;
  • titolarità di almeno un brevetto relativo a una invenzione industriale, biotecnologica, a una topografia di prodotto a semiconduttori o a una nuova varietà vegetale; in alternativa titolarità dei diritti relativi a un software registrato presso il Registro pubblico speciale per i programmi per elaboratore, purché tale privativa sia direttamente collegata all’oggetto sociale dell’impresa.

Come una startup, ogni anno la PMI innovativa deve confermare il possesso di almeno due di queste condizioni di innovatività attraverso il proprio profilo sul portale del registro per le imprese innovative.

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