Il mondo dei brevetti è intricato e complesso, e questo ha contribuito a creare intorno al brevetto un’aura di mistero, che lo ha reso un ambito oggetto del desiderio per le imprese. Sapere come si ottiene un brevetto per la propria idea e riuscire a ottenerlo, però, non vanno necessariamente di pari passo, infatti la procedura è lunga e costosa.
Occorre innanzitutto sfatare il mito del brevetto come arma segreta e invincibile per sbaragliare la concorrenza: è sicuramente uno strumento di competizione per un’impresa e anche una fonte di profitto, ma molto spesso il vantaggio competitivo diminuisce fortemente con il tempo ed è aggirabile in tanti modi dai competitor.
Questo perché non è possibile brevettare qualsiasi cosa e non si può brevettare genericamente “un’idea”. La copertura del brevetto è molto specifica e basta una piccola variante per uscire dal campo di tutela. Mentre è più facile brevettare e proteggere invenzioni industriali relative a prodotti materiali, risulta più difficile per le tecniche di produzione e ancora di più per i software e i servizi, che molto spesso rappresentano le invenzioni che le moderne startup vorrebbero tutelare.
Quando si parla di brevetti, di solito si fa riferimento al brevetto per invenzione industriale, che può essere di due tipi: brevetto di prodotto, se copre un prodotto materiale, o brevetto di procedimento, se copre una tecnica di produzione o di realizzazione di un servizio. In entrambi i casi, il diritto di utilizzo esclusivo dell’invenzione brevettata dura fino a un massimo di 20 anni.
I requisiti per ottenerlo sono:
Un brevetto molto meno noto è invece quello del modello di utilità, che copre la messa a punto di nuove forme, configurazioni o strutture di un oggetto anche già esistente, che conferiscono vantaggi pratici nell’uso o nella produzione. In questo caso, il diritto di utilizzo esclusivo si estende per massimo 10 anni.
Si può ottenere un brevetto, quindi, non per un’idea, bensì solo per la sua applicazione pratica.
Come abbiamo anticipato, non tutto si può mettere sotto brevetto. L’art. 45 del Codice della Proprietà Industriale elenca ciò che è escluso da questa possibilità:
È di particolare interesse, oggi, il tema dei “programmi di elaboratore” citati in questo elenco: si parla di software. Molte startup innovative, infatti, fondano la propria novità sullo sviluppo di applicazioni software di vario genere, di solito per la fornitura di servizi. La creazione di un software nuovo e originale è automaticamente protetta dal diritto d’autore, che riconosce il diritto esclusivo di riprodurre, distribuire e sfruttare il software e concederne licenze. Ma la protezione del diritto d’autore copre il software specifico e non le idee o i concetti che sono alla base della sua creazione, che quindi possono essere replicati cambiando solo leggermente il codice.
Si può invece brevettare un software solo se rappresenta un metodo per ottenere un effetto tecnico preciso e innovativo, che risolve un problema concreto: qui tutti i dettagli.
Veniamo a come si ottiene un brevetto nella pratica. Innanzitutto, è necessario che nessuna informazione sull’invenzione sia stata divulgata pubblicamente.
Se sussiste questa condizione, si può preparare la documentazione da inviare all’Ufficio Italiano Brevetti e Marche, che deve comprendere una descrizione dettagliata dell’invenzione e del problema concreto che risolve, dell’attività inventiva da cui è nata e del suo funzionamento, una rappresentazione accurata, infine le puntuali rivendicazioni degli aspetti da tutelare. Esiste anche la possibilità di depositare tutti i documenti online. In ogni caso, il costo totale, tra marche da bollo, diritti di segreteria e diritti di deposito e servizio parte da 200 euro circa.
L’esame dei documenti e le successive verifiche richiedono in media tre anni. Nel caso in cui si ottenga il brevetto, bisogna poi sostenere un costo di mantenimento che parte da 60 euro all’anno e arriva fino a 650 euro all’anno dal quindicesimo al ventesimo anno di copertura.
Soprattutto per le startup e le PMI sapere come si ottiene un brevetto è importante, perché averne uno è un modo per raggiungere e/o consolidare una posizione forte sul mercato. Ma è anche uno strumento per acquisire risorse economiche attraverso la concessione di licenze d’uso, l’aumento del valore del proprio prodotto/servizio e la maggiore attrattività nei confronti degli investitori. Quest’ultimo punto è importante anche in una campagna di crowdfunding: il riconoscimento del brevetto è una leva importante per l’investimento, perché trasmette autorità, legittimazione e rende evidente la componente di innovazione.
Possedere un brevetto, inoltre, può facilitare l’accesso a nuovi mercati e rafforzare la posizione di negoziazione di accordi commerciali. Da ricordare, infine, che il brevetto è anche uno dei requisiti che si possono presentare per ottenere lo status di startup o PMI innovativa, importante per accedere a incentivi e agevolazioni finanziarie e fiscali.
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