Tra gli strumenti di investimento più noti nel panorama italiano figurano i Buoni del Tesoro Poliennali (BTP), che sono i titoli di Stato italiani che il nostro Paese mette a disposizione sia degli investitori istituzionali sia dei piccoli investitori per raccogliere capitale di debito. La notorietà di questi strumenti è dovuta alla loro semplicità, alla maggiore sicurezza e accessibilità rispetto ad altri tipi di investimento e agli incentivi fiscali di cui godono. Gli elevati tassi di interesse hanno reso i BTP particolarmente appetibili negli ultimi anni e, anche se nel 2024 la Banca Centrale Europea ha avviato il taglio dei tassi a lungo promesso, essi restano superiori alla media precedente al 2022. Per questo nel 2025 lo Stato ha annunciato e promosso nuove emissioni dedicate ai piccoli risparmiatori.
I BTP possono essere quindi uno strumento utile per abbassare il livello di rischio di un portafoglio di investimento: è importante, infatti, diversificare i propri investimenti con strumenti sia tradizionali come azioni e obbligazioni, sia innovativi come il crowdfunding. In questo articolo, esploreremo i principali investimenti tradizionali tra cui è possibile scegliere e spunti per ampliare il portafogli a investimenti alternativi, ricordando sempre che per una valutazione consapevole è fondamentale informarsi e valutare i rischi connessi a ciascuno strumento finanziario.
I BTP sono titoli di Stato a medio-lungo termine emessi dal Tesoro italiano, con scadenze che variano generalmente da 2 a 50 anni. Offrono cedole fisse pagate semestralmente, rendendoli particolarmente adatti a chi cerca un flusso di reddito stabile nel tempo. Per esempio, un BTP con cedola annuale del 4% pagherà due cedole semestrali del 2% ciascuna. Il rendimento complessivo è determinato sia dal tasso fisso della cedola sia dalla differenza tra il prezzo di acquisto e quello di rimborso a scadenza. I BTP, infatti, sono soggetti a oscillazioni di prezzo durante la loro vita finanziaria, influenzate principalmente dalle variazioni dei tassi di interesse di mercato. In generale, un aumento dei tassi di interesse tende a ridurre il prezzo dei BTP già emessi, e viceversa.
La tassazione agevolata (12,5% contro il 26% degli altri strumenti finanziari) e l’assenza di commissioni in sottoscrizione li rendono appetibili per chi vuole investire in modo semplice e ha una minore propensione al rischio – anche se, ricordiamo, nessun investimento è completamente privo di rischi.
I BTP, però, non sono tutti uguali: nel tempo lo Stato ha proposto diverse tipologie per rispondere a variabili esigenze di durata, rendimento e protezione, per rendere questi strumenti appetibili a diverse categorie di investitori retail. Conoscere le differenze permette all’investitore di scegliere lo strumento più adatto in base al proprio profilo e orizzonte temporale: scopriamole.
Oltre ai BTP “classici” a tasso fisso, il Tesoro italiano ha introdotto negli anni versioni innovative con caratteristiche diverse:
BTP Futura (non più emesso): erano titoli destinati esclusivamente al pubblico retail, con durata tra i 10 e i 16 anni, cedole crescenti e un premio fedeltà finale per chi li teneva fino a scadenza. Lo Stato li ha utilizzati soprattutto per finanziare spese straordinarie (es. la crisi dovuta al Covid-19).
BTP Italia: sono titoli indicizzati all’inflazione italiana (indice FOI al netto dei tabacchi), il che li rende particolarmente interessanti in periodi di aumento generalizzato dei prezzi. Anche questi sono pensati per i risparmiatori retail. Sono emessi sulla piattaforma MOT di Borsa Italiana e questo li rende molto accessibili per l’acquisto, perché non richiedono altri intermediari. Offrono cedole semestrali rivalutate in base all’inflazione e, spesso, un premio fedeltà per chi li detiene fino a scadenza. La durata va generalmente da 4 a 8 anni.
BTP Valore: introdotti nel 2023, sono anch’essi dedicati al retail, hanno durata da 4 a 6 anni e presentano cedole crescenti (“step-up”) nel tempo, pagate trimestralmente. Anche qui è previsto un premio fedeltà.
BTP Green: più orientati agli investitori istituzionali rispetti agli altri tipi di titoli di Stato, servono a finanziare progetti ambientali e sostenibili dello Stato italiano. Non prevedono particolari agevolazioni per i privati ma rappresentano un’opzione di investimento green, in linea con i principi ESG.
Va ricordato che è possibile investire non solo nei titoli di Stato italiani – i BTP – ma anche in quelli di altri Paesi del mondo.
Gli altri strumenti di investimento più comuni, dopo i BTP, sono azioni e obbligazioni di aziende private.
Azioni: Rappresentano quote di proprietà in una società. Investire in azioni offre la possibilità di partecipare agli utili dell’azienda sotto forma di dividendi e di beneficiare di eventuali aumenti del valore delle azioni stesse. Le azioni sono soggette a una maggiore volatilità rispetto ai titoli di Stato e alle obbligazioni, con rendimenti che possono variare significativamente in base alle performance aziendali e alle condizioni di mercato.
Obbligazioni corporate: Sono titoli di debito emessi da aziende per finanziare le loro attività. Offrono pagamenti di interessi periodici e il rimborso del capitale a scadenza. Rispetto ai titoli di Stato, possono offrire rendimenti più elevati, ma comportano un rischio maggiore. Le aziende private, infatti, hanno un rischio di fallimento e insolvibilità più elevato di qualsiasi Paese del mondo sviluppato.
Nella scelta degli investimenti da inserire nel proprio portafoglio tra BTP e investimenti tradizionali, è fondamentale considerare diversi fattori.
Per prendere una decisione consapevole è necessario incrociare l’analisi dei fattori appena elencati con le proprie esigenze: quanto si vuole investire, con quale orizzonte temporale, quale rendimento si desidera, qual è la propria propensione al rischio, quali sono i propri bisogni di liquidità.
Ma un altro criterio fondamentale da applicare alle decisioni di investimento è la diversificazione.
Diversificare significa non investire tutti i risparmi nella stessa tipologia o categoria di strumenti finanziari. A un livello più sofisticato di competenze finanziarie, significa anche non investire solo in strumenti finanziari dal rendimento correlato in modo direttamente proporzionale.
Questo principio base della finanza moderna consente di ridurre la volatilità complessiva del portafoglio, compensando eventuali perdite di alcuni strumenti con i guadagni di altri. La diversificazione può avvenire per:
Diversificare il portafoglio il più possibile è la migliore strategia di protezione per piccoli investitori con competenze finanziarie base. Un portafoglio ben diversificato è meno esposto ai rischi specifici del mercato ed è spesso associato a una maggiore resilienza nel lungo termine, soprattutto in contesti incerti come quello attuale.
Se i titoli di Stato, le azioni e le obbligazioni rappresentano gli strumenti di investimento classici, oggi esistono anche opportunità alternative molto flessibili e accessibili a tutti i tipi di investitori dotati delle competenze finanziarie di base per investire in autonomia. Tra i principali:
Queste opzioni sono interamente accessibili online e consentono un’ampia personalizzazione degli investimenti. Come e più degli investimenti tradizionali, richiedono un’adeguata consapevolezza del livello di rischio di ciascuno strumento e l’applicazione accurata del principio della diversificazione.
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