L’innovazione di Iride Acque con il trattamento delle acque reflue

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L’innovazione di Iride Acque con il trattamento delle acque reflue

Gennaio 10, 2023 Equity Crowdfunding

Abbiamo intervistato Monica Casadei, CEO e Founder di Iride Acque, PMI innovativa in campagna equity crowdfunding su Opstart!

Iride Acque è una piccola-media impresa e una Benefit Company che si dedica al trattamento delle acque industriali con una particolare attenzione al loro riutilizzo. L’azienda, in ottica di economia circolare, si è inizialmente dedicata al trattamento delle acque reflue industriali, sviluppando e brevettando una soluzione che permette di contenere i costi e di ottimizzare i processi di depurazione e disinfezione dei liquidi trattati, consentendone il loro riutilizzo e riducendo l’impatto derivante dal loro scarico. Investendo in Iride Acque si ha la possibilità di contribuire nell’innovazione oltre che realizzare un investimento ESG nell’ambito dell’economia circolare, dell’innovazione e della Green Economy.

Come nasce Iride Acque e con quale obiettivo primario? Qual è l’innovazione?

Iride Acque è nata nel 2015 per volontà di un gruppo di manager che vantano un’esperienza di oltre 20 anni nel settore del trattamento delle acque e dell’innovazione. Il nostro primo obiettivo, è stato quello di ricercare soluzioni nuove per il mondo industriale che doveva e voleva depurare i propri reflui, cercando di diffondere la cultura del loro riutilizzo.  Le industrie da un lato erano chiamate, ogni giorno di più, a depurare i propri reflui “in situ”, laddove venivano prodotti (un tempo, quando la sensibilità per il rispetto dell’ambiente non era quella attuale, si poteva scaricare tutto in fognatura, pagando una deroga, oggi è sempre meno possibile), dall’altro spesso non trovavano, nelle tecnologie all’epoca disponibili, soluzioni realmente efficaci. Noi siamo partiti proprio dai punti deboli di quelle tecnologie che ben conosciamo grazie alla nostra esperienza. Ci siamo concentrati sullo studio di una tecnologia molto efficace e innovativa ma, purtroppo, poco diffusa perché molto costosa: generalmente, veniva utilizzata per depurare l’aria, noi l’abbiamo adattata al trattamento dell’acqua, trovando il modo di abbatterne i costi. Quindi ciò che abbiamo inventato fa sì che un ottimo prodotto, per pochi, ovvero per i settori ad altissima marginalità, oggi sia alla portata di tutti.

Lo scopo che ha ispirato la nascita di Iride, è la volontà di offrire soluzioni efficaci -oltre che innovazione- a quegli imprenditori virtuosi (perché siamo convinti che ne esistano molti), che, compatibilmente con i loro bilanci, vogliono trattare efficacemente le loro acque, non solo perché lo impone la legge, bensì perché sono convinti che sia importante e giusto farlo.

In che mercato si inserisce Iride Acque e qual è la situazione in Italia?

Iride Acque opera nel settore del trattamento delle acque industriali, che rientra nel più ampio mercato dell’acqua. L’ultima stima del mercato dell’acqua risale al 2019 ed è stata fornita dal Centro studi di UBS, secondo il quale, nel suo insieme, è pari, a livello mondiale, è pari a 620 miliardi di dollari. Il settore del trattamento dei reflui industriali si stima pari al 14% dell’intero, pertanto pari a circa 90 miliardi di dollari a livello mondiale, 7 miliardi a livello europeo e 1,3 miliardi è il valore del mercato italiano.

Ciò che è particolarmente interessante è il tasso di crescita assegnato al settore del trattamento dei reflui industriali che, insieme a quello della dissalazione, è uno dei settori a cui viene attribuita la maggior crescita attesa, superiore al 10% annuo. Questo è uno dei motivi per cui le aziende che operano in questi settori di pura innovazione sono particolarmente attraenti per gli Impact Investors, come dimostra l’indice S&P Global Water (riferito alle 50 maggiori aziende che a livello mondiale si occupano di acqua), che mostra una tendenza costantemente in crescita negli ultimi 10 anni.

Qual è l’innovazione di Iride Acque e quali gli ultimi obiettivi raggiunti?

Sicuramente uno dei punti di forza di Iride consiste nel processo brevettato, difficilmente imitabile. Esso è particolarmente efficace, anche in presenza di reflui molto recalcitranti, e si sviluppa rapidamente, il che ci consente di costruire impianti molto piccoli che, oltre a richiedere minor spazio, sono ovviamente meno costosi: stimiamo un risparmio medio in termini di Capex e di Opex tra il 50% e il 70% – nel caso invece in cui si smaltiscono i reflui presso operatori autorizzati, stimiamo un ritorno dell’investimento tra i 18 e i 24 mesi. Tra i risparmi più apprezzati si registrano i bassi consumi energetici, rispetto alle tecnologie alternative, e la bassa produzione di fango destinato allo smaltimento. Abbiamo messo a punto una gamma di prodotti a catalogo e abbiamo le competenze per costruire impianti tailor made, ovvero pensati e progettati sulle specifiche esigenze del cliente che, oltre a quanto ho appena detto, sono semplici da utilizzare (i nostri impianti sono totalmente automatizzati e le nostre macchine sono agevolabili secondo quanto previsto nel Piano di Transizione 4.0) e vengono progettati o adattati per integrarsi perfettamente con eventuali impianti già esistenti.

Un importante punto di forza consiste nell’attenzione al tema del riutilizzo dei reflui trattati, un tema in cui crediamo da anni (molto prima che diventasse oggetto di attenzione a seguito della recente siccità che ha colpito il nostro paese): è proprio questa attenzione che ci ha permesso di essere fornitori di grandi gruppi industriali come Mutti, Iren o di una Tintoria collegata al gruppo Moncler. Si tratta di realtà particolarmente sensibili al risparmio, all’innovazione e al riutilizzo delle acque trattate. Con queste società stiamo sviluppando progetti innovativi che concretamente contribuiranno alla tutela del patrimonio idrico. Da ultimo siamo un esempio di economia circolare, anzi qualcuno sostiene di “doppia economia circolare”.

Il nostro brevetto riguarda la produzione di un catalizzatore, che rappresenta il cuore della nostra tecnologia. La produzione del nostro catalizzatore, che diversamente richiederebbe l’utilizzo di materiali nobili molto costosi, avviene a partire da materiali di scarto, che ricaviamo dalle pile esauste, quelle di uso comune, che tutti noi utilizziamo nel nostro quotidiano. Questo basta a qualificarci come esempio di economia circolare, ma, quando riusciamo a far sì che il processo si concluda con il riutilizzo dei reflui depurati allora l’economia circolare “raddoppia”. Al di là delle etichette posso dire con convinzione che tutto il nostro lavoro è ispirato al principio fondamentale su cui poggia l’economia circolare ovvero recuperare è meglio che buttare, per questo recuperiamo le pile di scarto, per questo costruiamo impianti che possano crescere insieme all’azienda (abbiamo voluto che fossero “modulari”)  o essere integrati con impianti acquistati in precedenza, per questo vogliamo contribuire concretamente a diffondere la cultura del riutilizzo dell’acqua.

Come mai hai scelto l’equity crowdfunding? E perché investire in Iride Acque?

La scelta di aprire il capitale di Iride Acque a nuovi soci, mediante l’equity crowdfunding, risiede, principalmente, nella possibilità, attraverso la piattaforma, di raggiungere potenziali investitori che, altrimenti, non avrebbero avuto accesso all’aumento di capitale, peraltro diversificandoli in relazione alla dimensione dell’investimento. Tutto ciò a prezzi sostenibili e in tempi ragionevolmente brevi. A ciò va aggiunta l’esposizione mediatica che la campagna garantisce che, per una società in crescita come Iride Acque, ha un valore immenso. I nostri maggiori clienti di oggi ci hanno contattato a seguito della prima campagna di raccolta.

Investire in Iride Acque significa investire nell’innovazione e nella sostenibilità, in un mercato in rapida crescita con una tecnologia altamente scalabile. Si tratta inoltre di una tecnologia adatta a diversi settori e un business model innovativo strutturato mediante canali di vendita diretta degli impianti, il loro noleggio ovvero la prestazione del solo servizio di trattamento presso il cliente.

Quali sono gli obiettivi futuri di Iride Acque e come pensate di utilizzare il capitale raccolto?

Il nostro principale obiettivo è quello di crescere, sia internamente, investendo nel rafforzamento della struttura commerciale, dei canali di vendita e dell’attività di marketing, sia attraverso la crescita esterna, mediante alcune acquisizioni che consentiranno alla Società di aumentare velocemente il fatturato ma anche di ampliare la gamma dei servizi offerti: la prima acquisizione si sta formalizzando proprio in questi giorni. Continueremo a migliorare la tecnologia di cui siamo proprietari, depositando almeno altri tre brevetti nei prossimi due anni ma, contemporaneamente, continueremo a stringere partnership con specialisti d’eccellenza del settore.  Grazie a queste alleanze già oggi siamo in grado di presentarci ai nostri clienti come partner per la gestione delle loro acque, in una visione olistica, che garantisca loro la massima efficacia ed efficienza delle soluzioni proposte. Si sente spesso parlare di Energy Manager, noi vorremmo essere i Water Manager dei nostri clienti. A ciò va aggiunto lo sviluppo dei mercati esteri che, senza dubbio, sarà uno degli obiettivi più impegnativi nei prossimi 24 mesi. Quelli appena descritti saranno gli obiettivi su cui la società investirà la maggior parte dei capitali raccolti, ma non solo.

In un futuro che ci vedrà sempre meno “venditori di macchine” e sempre più “fornitori di servizi” (per svolgere i quali le macchine saranno semplicemente uno strumento), un altro importante obiettivo è l’incremento dell’offerta degli impianti a noleggio, un modello di business sempre più diffuso che intendiamo proporre con sempre maggior convinzione ai nostri clienti. Quindi crescita, nuovi modelli di business ma anche utilizzo delle più moderne tecnologie nell’operatività di tutti i giorni: mi riferisco all’uso di droni per effettuare sopralluoghi anche a distanza, mi riferisco all’utilizzo di gemelli virtuali per poter mettere a punto protocolli sempre più efficaci e per poter elaborare i dati raccolti offrendo ai nostri clienti nuovi servizi personalizzati. 

Chiaramente ciò non significa abbandonare la ricerca che vogliamo si sviluppi in due direzioni distinte, da un lato continuando a mettere a punto utilizzi del catalizzatore non ancora sufficientemente testati, dall’altro sviluppando progetti che prevedano un utilizzo del catalizzatore totalmente differente rispetto a quello attuale. Ciò sarà possibile sia attraverso la ricerca interna, visto che la società dispone di un proprio laboratorio, sia attraverso partnership con le migliori Università italiane ed estere così come con i più accreditati Centri di Ricerca.

Cosa consiglieresti ad altri imprenditori che vogliono avviare la loro impresa?

Mi trovo sempre un po’ a disagio quando mi viene chiesto di dare consigli perché penso che ognuno abbia diritto alla propria esperienza. In ogni caso la cosa ciò che sento di consigliare è quello che mi venne suggerito tanti anni fa dall’Ing. Luciano Silveri, che considero il mio padre professionale: programma, agisci, verifica l’esito delle tue decisioni e aggiorna il tuo programma iniziale. Un attimo dopo aggiunse: “mi raccomando, fai tutto questo ricordandoti che non sei solo, sei responsabile di persone che si aspettano che tu sia il loro riferimento”.

Credo che questo insegnamento valesse allora come oggi, mi sentirei solo di aggiungere che l’imprenditore di oggi, in un mondo che cambia velocemente e, spesso, in maniera improvvisa, deve imparare a farlo con maggior frequenza: a mio parere è l’unico modo per evitare di dover decidere in emergenza.

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