L’equity crowdfunding è uno strumento finanziario innovativo che consente di investire in start up, PMI e PMI Innovative acquistandone delle quote di partecipazione, e l’Italia è il primo Paese europeo a essersi dotato di una normativa specifica al riguardo.
L’economia italiana ha un fitto tessuto di piccole e medie imprese che hanno difficoltà a ottenere finanziamenti dalle banche e per le quali quindi questa modalità di finanziamento alternativa è particolarmente interessante ed è stata incentivata da un apposito decreto (179/2012) per stimolare la crescita economica del Paese. Questo stesso decreto ha sottolineato la necessità di regolamentare il fenomeno dell’equity crowdfunding e ha affidato alla Consob tale compito, per creare fiducia negli investitori e un ambiente di investimento sicuro.
La Consob ha adottato ufficialmente il 26 giugno 2013 il regolamento sull’equity crowdfunding, finalizzato a tutelare gli investitori fornendo loro consapevolezza e trasparenza. Il regolamento stabilisce innanzitutto che i portali dedicati all’equity crowdfunding debbano essere autorizzati e vigilati da Consob e perciò iscritti a un elenco presente sul sito di tale autorità.
Per ogni investimento proposto, inoltre, le piattaforme di equity crowdfunding devono presentare agli investitori schede informative standard stabilite dal regolamento. Attraverso queste schede l’utente può apprendere tutte le informazioni sull’azienda di cui vuole acquistare una quota, sugli obiettivi futuri, sui costi, sui rischi.
Prima di poter acquistare, ogni investitore non professionale deve obbligatoriamente compilare un questionario per dimostrare di aver acquisito tutte le informazioni sull’equity crowdfunding fornite dal percorso di Investor Education presente sul sito della Consob e di aver compreso il rischio di questi investimenti: la normativa europea in materia (direttiva Mifid) prevede, infatti, una protezione maggiore per gli investitori che hanno minore conoscenza ed esperienza negli investimenti, definiti clienti retail. L’ultimo passaggio preliminare prevede poi la dichiarazione di essere in grado di sostenere economicamente l’intera perdita dell’investimento che si intende effettuare.
Un’altra norma importante per la tutela degli investitori stabilisce che le piattaforme di equity crowdfunding non si occupino in prima persona della riscossione delle somme di acquisto: per completare la sottoscrizione di uno strumento finanziario il portale deve sempre trasmettere l’ordine a una banca o a un’impresa di investimento, che ha dei precisi obblighi informativi nei confronti dell’investitore in merito a ogni operazione.
I portali sono poi tenuti a controllare, alla chiusura di un’offerta, che siano state rispettate tutte le condizioni presentate nella scheda informativa e a verificare che almeno il 5% degli strumenti finanziari dell’offerta siano stati acquistati da investitori professionali.
A tutelare gli investitori, infine, ci sono anche i diritti di recesso e revoca, esercitabili entro termini temporali stabiliti dal regolamento Consob, e che prevedono la completa restituzione delle somme già versate:
La Legge di Bilancio 2019 ha introdotto alcune novità normative che hanno determinato dei cambiamenti nel regolamento Consob per il crowdfunding; in particolare, le piccole e medie imprese hanno ottenuto il via libera per collocare anche bond e minibond attraverso i portali di equity crowdfunding autorizzati: per questo Opstart ha creato un portale dedicato, Crowdbond, dove possono acquistare questi strumenti finanziari sia gli investitori professionali sia alcune particolari categorie di investitori non professionali.
Nell’ambito delle stesse modifiche normative sono state autorizzate le bulletin board, le bacheche di annunci che mettono in contatto investitori privati e società impegnate in campagne di crowdfunding, come Crowdarena di Opstart, che permette di pubblicare annunci di acquisto o di vendita di quote di società che hanno effettuato con successo campagne di raccolta in equity crowdfunding sul portale Opstart.
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