Il 5 febbraio si celebra la Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare, introdotta nel 2014 per creare consapevolezza e stimolare azioni concrete sia da parte dei cittadini sia da parte delle imprese, soprattutto quelle innovative. Il problema dello spreco di cibo, infatti, riguarda tutti: causa rifiuti, emissioni di CO2, disuguaglianze sociali e perdite economiche.
Uno degli obiettivi dell’Agenda ONU 2030 è dimezzare lo spreco alimentare entro il 2030, implementando un “modello sostenibile di produzione e consumo”. Attualmente ogni anno nel mondo un terzo del cibo prodotto viene buttato: si parla di circa 1,3 miliardi di tonnellate di alimenti. In Italia, ogni persona butta via circa 25 kg di cibo all’anno, un dato per fortuna in diminuzione (dati Osservatorio Waste Watchers).
Ridurre lo spreco alimentare è un tassello fondamentale del percorso verso l’eliminazione della fame dal mondo e verso la riduzione dell’impatto ambientale delle attività umane quotidiane.
La responsabilità dello spreco alimentare è da ricercare soprattutto nelle case delle singole persone, perciò ognuno di noi può fare la propria parte per ridurlo.
La prima mossa è esserne consapevoli. Per esempio, tenere traccia per qualche settimana di tutto il cibo che si butta permette di quantificarlo e di capire quali categorie di alimenti sono più critiche per noi. In tutto il mondo, la frutta è al primo posto.
Il secondo step è agire. Fare la spesa con una lista accurata, senza esagerare con gli acquisti, rifornirsi più spesso dei prodotti freschi, pianificare la settimana alimentare, riutilizzare gli avanzi, imparare a usare correttamente frigorifero e congelatore. Inoltre, verificare le date di scadenza controllando lo stato degli alimenti: spesso si dà per scontato che dopo un certo numero di giorni o dopo la data di scadenza un cibo non sia più mangiabile. Non è così!
Ma lo spreco alimentare inizia già prima che il cibo arrivi nelle nostre case: solo nella filiera italiana oltre 4 milioni di tonnellate di cibo vengono sprecati tra raccolta, produzione e distribuzione. A livello mondiale, si parla del 14% di tutto il cibo prodotto. Nell’agricoltura e nell’industria alimentare i fattori determinanti lo spreco sono più numerosi e più complessi di quelli casalinghi. Per questo è particolarmente importante l’impegno delle imprese nell’indagare le radici dello spreco alimentare e sviluppare tecniche di produzione, di distribuzione e di monitoraggio più efficienti.
Cambiare i modelli di consumo e di utilizzo del cibo e rendere più efficiente la filiera sono le due strategie che permettono sia di ridurre lo spreco alimentare, sia di risparmiare grandi quantità di risorse (9 miliardi solo in Italia), con un effetto positivo sui prezzi e sulla spesa di famiglie e aziende.
Nell’agricoltura e nell’industria alimentare sono nate negli ultimi anni tante imprese innovative che si sono poste l’obiettivo di sviluppare sistemi di produzione a basso impatto ambientale e votati al riuso e alla minimizzazione degli scarti.
Carne Genuina è una startup che propone carne selezionata da una rete di aziende agricole nel rispetto dei principi di sostenibilità ambientale, benessere animale e tutela della biodiversità. La società sta conducendo con successo una serie di campagne di crowdfunding su Opstart per espandere il proprio modello di business e diffondere una filosofia di consumo basata sul motto “meno, ma meglio”: la carne diventa così un alimento da gustare con rispetto e viene meno la logica del consumo di massa.
Carne Genuina promuove prodotti di qualità, da acquistare freschi solo quando serve, e valorizza i tagli meno pregiati, noti come “quinto quarto” (la lingua, il fegato, etc), che oggi vengono sottovalutati e spesso finiscono per diventare scarti, perché non risultano redditizi. Tramite l’e-commerce, inoltre, si possono acquistare confezioni assortite che danno la stessa dignità al filetto o alla fiorentina e a tagli meno conosciuti, come il biancostato.
Un’altra azienda innovativa in campo alimentare che ha chiuso con successo una campagna di crowdfunding su Opstart è l’Azienda Agricola Cammelli, con il suo spin-off Basilico Tech. La coltivazione di basilico con le tecniche dell’agricoltura idroponica permette di controllare costantemente che l’acqua contenuta nelle vasche di coltivazione abbia il corretto livello di nutrienti, ossigeno e temperatura. Inoltre, consente di ridurre al minimo gli attacchi dei parassiti, di ottenere prodotti omogenei e di velocizzare la crescita delle piante, riducendo l’intervallo fra il trapianto e la raccolta. Questo fa sì che quasi tutte le piante coltivate arrivino alla distribuzione, e con un’altissima qualità.
Il basilico, come altri prodotti dell’Azienda Agricola Cammelli, è soggetto a un rapido deperimento. Proprio per questo, i produttori si impegnano a gestire efficientemente la filiera, raccogliendo solo quello che serve e destinando eventuali scarti alla distribuzione privata, alla produzione di alimenti per animali e a un digestore per la produzione di biogas.
Il successo delle campagne di crowdfunding di queste e altre imprese innovative in ambito sostenibilità dimostra il crescente interesse degli investitori per i temi green.
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