Il 21 settembre è la Giornata Zero Emissioni, un’iniziativa lanciata nel 2008 in Canada dall’attivista per l’ambiente Ken Wallace con lo scopo di “dare al pianeta un giorno di riposo all’anno”. Pian piano si è diffusa in altri Paesi, diventando a partire dal 2017 un appuntamento fisso mondiale per diffondere consapevolezza sul cambiamento climatico e sul ruolo delle emissioni di CO2 di ogni attività quotidiana.
In questa giornata, le persone sono invitate a non usare energie derivanti da combustibili fossili e a minimizzare il più possibile il ricorso all’energia elettrica non derivante da fonti rinnovabili. Questo serve, simbolicamente, a dare un giorno di “respiro” alla Terra, e concretamente a promuovere abitudini quotidiane orientate a ridurre le emissioni di CO2 partendo ciascuno dal proprio piccolo.
I grandi cambiamenti a livello istituzionale, infatti, ricevono una spinta fondamentale dai comportamenti dei singoli cittadini e delle aziende, che sono un modo forte di manifestare la propria volontà.
In occasione della Giornata Zero Emissioni associazioni, comuni, aziende e scuole organizzano iniziative per coinvolgere cittadini e imprese nell’obiettivo condiviso di ridurre le emissioni di CO2. Eventi, conferenze, laboratori, sfide social e impegni concreti servono a offrire l’opportunità di scoprire nuovi modi di ridurre le emissioni, nuove abitudini da adottare tutti i giorni e vecchie abitudini – a volte insospettabili – da abbandonare per sempre, a confrontarsi per sviluppare insieme uno stile di vita sostenibile e alla portata di tutti.
Il primo passo, infatti, è informarsi: capire, a grandi linee, qual è la propria quota di emissioni di CO2 è un punto di partenza fondamentale per sapere dove intervenire per ridurla.
Gli aspetti su cui tutti noi possiamo più facilmente generare un cambiamento sono i seguenti:
Da questo elenco, non esaustivo, emergono due fattori centrali nell’attività che ogni persona può svolgere per rendere più vicino l’obiettivo Zero emissioni: la condivisione (di mezzi di trasporto, di oggetti che non si usano più, di conoscenze, di risorse) e l’influenza sulla direzione che possono intraprendere imprese e istituzioni. Questo secondo aspetto si realizza non solo con gli acquisti, ma anche con gli investimenti.
Investire in imprese green e impegnate nella riduzione delle emissioni incentiva tutte le aziende a intraprendere e ad accelerare la transizione green per attrarre investimenti.
Una delle strade per fare investimenti sostenibili è puntare sul crowdfunding, che attira soprattutto imprese ad alto tasso di innovazione, che guardano al futuro e quindi fanno della sostenibilità un loro perno. Opstart ha reso la sostenibilità un criterio preferenziale di selezione delle aziende che vogliono lanciare una campagna di crowdfunding sui portali dell’hub: nel 2022, il 52% di tutti i capitali raccolti nelle divisioni equity, lending e bond di Opstart era destinato a progetti legati alla sostenibilità e di tutti i progetti approdati su Crowdlender dalla sua apertura a oggi, il 63,24% si muoveva in ambito sostenibilità.
L’azienda stessa ha inoltre adottato tutte le possibili strategie per la sostenibilità legate alle proprie attività, sia promuovendo comportamenti virtuosi in ufficio, sia incentivando lo smartworking fino a ridurre la presenza dei dipendenti a due giorni a settimana, fondamentali per l’insostituibile lavoro di team. Ultimo ma non ultimo, dal 2021 Opstart ha iniziato a compensare interamente le emissioni di CO2 legate a tutte le proprie attività, comprese le azioni degli utenti sui portali, acquistando un bambuseto nell’ambito del programma Forever Zero CO2 di Forever Bambù.
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