Fintech e imprenditoria femminile: come sta cambiando il panorama italiano? Intervista a Clelia Tosi

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Fintech e imprenditoria femminile: come sta cambiando il panorama italiano? Intervista a Clelia Tosi

Marzo 26, 2025 Economia e Finanza

Molto è stato fatto per colmare il gender gap negli ultimi anni, però nel settore della finanza questa disparità rimane ancora particolarmente accentuata. A causa di pregiudizi socioculturali ed economici le donne che vogliono ambire a una carriera nell’imprenditoria sono ostacolate e messe in ombra dai loro colleghi uomini. La situazione è decisamente migliore nel fintech, dove la propensione verso l’innovazione e la flessibilità offrono un contesto più aperto all’imprenditoria femminile.

Per approfondire l’argomento abbiamo intervistato Clelia Tosi, Head of Fintech District, la community che crea sinergie tra aziende fintech italiane e stakeholder internazionali.

Grazie, Clelia, per aver accettato di essere intervistata per il nostro mese di #fintechalfemminile. Partiamo da te: qual è il percorso che ti ha portata dove sei oggi, alla guida del Fintech District?

Ci vorrebbe qualche ora, ma, per non annoiare i lettori, provo a rispondere in qualche riga: dopo aver studiato economia e aver lavorato nei primi anni come consulente nel mondo della trasformazione digitale delle principali banche italiane, ho avuto la possibilità di fare ricerca nel settore e, nel 2017, ho iniziato a studiare il fenomeno fintech che proprio in quegli anni stava nascendo in Italia.

È stato amore a prima vista e quando, nel 2019, ho avuto l’opportunità di entrare nel team del Fintech District, il cuore pulsante dell’ecosistema fintech italiano, non me lo sono fatta sfuggire.

Ora sono quasi 6 anni che navigo insieme a una super ciurma in questo mare (non sempre calmo e piatto 😉) con l’obiettivo di contribuire alla crescita del settore e ho la fortuna di imparare ogni giorno qualcosa di nuovo.

Dal 2017 ad oggi il fintech in Italia è passato da un fenomeno emergente e visto come “antagonista” dei Financial Services a un settore strategico con una crescente integrazione con il mondo corporate. Solo nel 2024 abbiamo tra l’altro assistito a numerose partnership e acquisizioni, segno che siamo sulla via di una maturazione dell’ecosistema.

Se dovessi descrivere con tre aggettivi il tuo lavoro al Fintech District, quali sarebbero?

  • Dinamico: come il settore è in continua evoluzione, così ogni giorno di lavoro è diverso dall’altro e necessita grande adattabilità e capacità di “unire i puntini” per favorire il dialogo e accelerare la crescita del settore.
  • Collaborativo: l’innovazione nel fintech nasce dalla sinergia tra startup, istituzioni finanziarie, investitori e regolatori. Il mio lavoro consiste proprio nel creare connessioni strategiche, favorendo il dialogo tra tutti gli attori dell’ecosistema per accelerare la crescita del settore, sempre all’erta come una sentinella, alla ricerca di nuove opportunità e soluzioni. Alcune volte non nascondo che sia “sfidante”, ma poi la soddisfazione di vedere come i pezzi del puzzle si uniscono è incommensurabile rispetto a qualsiasi fatica.
  • Ricco: purtroppo non ancora dal punto di vista strettamente finanziario (i fondi e gli investimenti per il settore nel nostro paese sono ben lontani da quelli di altri Paesi), ma ho la fortuna, ogni giorno, di imparare qualcosa di nuovo, grazie allo scambio con i professionisti che incontro e con i colleghi con cui ho il privilegio di lavorare.

Come Fintech District, vi definite “La porta d’accesso all’ecosistema fintech italiano”. Quali sono le principali iniziative che mettete in campo?

Anche qui non sarebbe sufficiente lo spazio a disposizione, ma in sintesi, come ho detto prima, cerchiamo di “unire i puntini”.

Aiutiamo le oltre 300 aziende fintech della nostra community a crescere (sia in Italia sia all’estero), aiutiamo le Corporate a conoscere il fintech per innovare in una modalità aperta, diffondiamo la cultura del fintech, e in generale dell’innovazione, nel mercato e verso gli studenti.

Per farlo organizziamo e partecipiamo a eventi, creiamo occasioni di incontro, sviluppiamo progetti e realizziamo ricerche e report, cercando di lavorare con tutto il mercato e interagendo con tutti gli stakeholder, certi che la vera innovazione venga dalla collaborazione e non dalla competizione.

Oltre al territorio nazionale, abbiamo e creiamo connessioni con Paesi europei e non solo, in particolare, grazie al Soft Landing Program, costruito insieme a Milano & Partners, aiutiamo aziende fintech internazionali a valutare l’ingresso nel nostro paese.

Abbiamo poi una rete di oltre 25 Ecosystem Partner nazionali e internazionali con i quali sviluppiamo iniziative congiunte e partecipazioni a eventi.

Inoltre, siamo gli organizzatori del Milan Fintech Summit, l’evento internazionale sul fintech che nel 2024, nella sua 5° edizione, ha visto il coinvolgimento di più di 1300 partecipanti e di più di 100 speaker da tutto il mondo. L’ultima edizione è stata preceduta da 2 tappe itineranti per diffondere lo “spirito fintech” su tutto il territorio italiano, rispettivamente a Roma, e Reggio Emilia.

Infine, tra le attività più rilevanti portate avanti nel corso dell’ultimo anno da Fintech District troviamo un’importante ricerca realizzata in collaborazione con l’Osservatorio Fintech & Insurtech della School of Management del Politecnico di Milano che ha dato vita al report “Italian Fintech Map 2024” – la “guida” che offre una panoramica sulle aziende fintech attive in Italia e su quelle europee con matrice italiana.

Veniamo ora al tema di questo mese: quante startup e imprese fondate o guidate da donne fanno oggi parte del Fintech District? La presenza femminile nel settore, secondo te, sta crescendo?

Oggi ci sono 30 aziende nella community Fintech District con leadership femminile (che significa che hanno una founder donna attualmente attiva nell’azienda in un ruolo dirigenziale). Anche se questo numero rappresenta una piccola percentuale della nostra community di oltre 300 aziende, mostra un significativo aumento rispetto a pochi anni fa. Si deve fare ancora molto ma la crescita è incoraggiante.

Il networking è un elemento chiave nel mondo startup. Esistono community o iniziative specifiche che supportano l’imprenditoria femminile nell’ecosistema fintech?

Concordo, penso che una delle principali leve che possa aiutare la crescita di questi numeri siano proprio la condivisione e il networking.

Fortunatamente iniziano a esserci numerosi programmi, sia da parte di Associazioni/Istituzioni, sia di singole aziende, che hanno l’obiettivo di creare network, sviluppare competenze, supportare gli imprenditori e le imprenditrici con mentorship e investimenti diretti e indiretti.

Anche in questo caso, come Fintech District, cerchiamo di unire i puntini e creare occasioni di contatto per le manager della nostra community ma anche per le studentesse che incontriamo nei vari percorsi.

Secondo te, come possono aziende e istituzioni finanziarie incentivare l’imprenditoria femminile nel fintech?

Credo che gli ingredienti siano 3:

  1. raccontare storie di imprenditrici e professioniste (non solo di successo, si può anche sbagliare e imparare dagli errori), per comunicare che essere donna in questo settore è possibile.
  2. creare iniziative a supporto dell’inclusione e dell’educazione finanziaria e tecnologica. Troppo spesso percepisco un forte bias cognitivo e di competenze in questi settori, mentre credo sia necessario iniziare dalla scuola dell’obbligo a stimolare la diffusione di queste conoscenze, spingendo la collaborazione tra scuola e aziende e istituzioni.
  3. incoraggiare il mondo dei capitali: è necessario un cambiamento di visione di chi si occupa direttamente di investimenti, perché le stesse decisioni di investimento siano più inclusive, per esempio, aumentando la presenza di donne nei comitati di investimento e nei team di venture capital, oppure creando fondi e programmi di investimento specifici per le imprese fintech femminili.

Un’ultima domanda: cosa consiglieresti a una potenziale imprenditrice che si affaccia a questo settore?

Anche qui mi sento di dare 3 consigli (ma vi suggerisco di fare questa domanda anche alle super imprenditrici che già sono sul mercato):

  1. studia e impara: è un mondo complesso e fortemente regolamentato nel quale non ci si può improvvisare. Quindi è importante studiare e prepararsi direttamente o affiancarsi a esperti che possano aiutare;
  2. costruisci un network efficace di contatti (non solo femminili), per esempio grazie alla partecipazione ad associazioni, hub di innovazione e reti di investitori;
  3. non aver paura di sbagliare e, al contrario, supera la cosiddetta “sindrome dell’impostore” per la quale noi donne spesso ci sentiamo “in difetto”. Hai tutte le carte in regola per fare bene e per avere successo e, se qualche volta inciampi, non preoccuparti, fa parte del gioco: capisci l’errore e riparti più forte di prima.

Vuoi scoprire di più riguardo al tema dell’imprenditoria femminile nel fintech? Consulta il nostro blog e leggi gli articoli dedicati al mese del #fintechalfemminile.

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