Il fintech… è un settore “per uomini”? Un po’ come accade nel mondo della finanza in generale, il divario di genere è ancora molto forte, non solo a livello salariale, ma anche in termini di partecipazione femminile: più si sale di grado, meno le donne sono rappresentate.
Ma c’è una buona notizia: Opstart è da anni in controtendenza rispetto ai dati di mercato. Per diverso tempo, infatti, il team è stato a maggioranza femminile, mentre oggi possiamo parlare di perfetta parità tra i generi, che si riscontra anche a livello salariale. E, in aggiunta a questo, da giugno 2022 Anna Raschi ricopre il ruolo di General Manager del fintech hub. L’abbiamo intervistata, per parlare del percorso che l’ha portata in Opstart, ma anche di quello che possiamo fare per cambiare le cose (in meglio).
Una volta completati gli studi in Economia e Management per il settore culturale, ho iniziato la mia carriera lavorativa in una startup in ambito editoria/media. Ho avuto modo di seguire l’avviamento dell’azienda dalle primissime fasi, fino alla fase di scale-up. Un’esperienza che mi ha formata molto, perché mi ha consentito di toccare con mano tanti aspetti di una realtà aziendale: dal rapporto con il cliente, alla gestione dei processi e alla strategia di marketing. Insomma, cose molto diverse tra loro.
Attraverso questo lavoro ho avuto modo di avvicinarmi anche agli strumenti di finanza alternativa, in particolar modo l’equity crowdfunding, e mi sono innamorata del settore. Mi sono quindi proposta rispondendo a un annuncio di Opstart e ho iniziato la mia attività come Business Operation Manager nel 2019. Nel giro di qualche anno l’azienda è cresciuta molto, aumentando anche l’offerta di strumenti, la complessità dei processi e di conseguenza l’organico. Serviva maggiore coordinamento e da giugno 2022 sono così diventata General Manager.
Entusiasmante, complesso, sorprendente.
Ho citato nella precedente risposta una caratteristica del mio lavoro, ovvero la complessità. Potrebbe sembrare un elemento negativo, ma in realtà ritengo che sia il bello di questo settore. È proprio la complessità a rendere il settore fintech affascinante e dinamico. Il nostro ruolo di portale è anche e soprattutto quello di tradurre la complessità dell’ambito finanziario, rendendo gli strumenti accessibili e semplici per un’ampia platea di persone che hanno livelli diversi di esperienza e conoscenza.
In parte sì e in parte no, dipende dal contesto. Fortunatamente l’ambiente di Opstart è aperto e paritario, per cui so di essere circondata da colleghi che hanno fiducia in me.
D’altra parte, come ho condiviso anche recentemente sul mio profilo Linkedin, nella relazione con l’ambiente esterno mi è capitato di sentirmi inadeguata, proprio perché mi sono trovata spesso a essere l’unica donna in una riunione o nel panel di un evento, consapevole che le cose che dico saranno valutate con più pregiudizi rispetto ai colleghi uomini. Avere più donne in posizioni manageriali significa anche creare le condizioni affinché quelle donne possano lavorare meglio e con maggiore serenità.
La gestione del denaro è una forma di potere: se ad esempio una donna non possiede un conto corrente personale e le sue finanze sono completamente gestite dal marito, la sua indipendenza è fortemente minata. Alcuni lettori avranno sorriso pensando “ma chi è che non ha un conto corrente personale nel 2024, dai”.
In Italia, oltre il 31% delle donne non ha un conto corrente indipendente dal marito o da un altro parente e quasi il 5% non ne ha proprio uno. E questa è una grandissima forma di controllo (Fonte: Milano Finanza). C’è la necessità di agire su tanti fronti, soprattutto a livello di Paese, ma concentrerei l’attenzione sulle cose che nel nostro piccolo, come operatore Fintech, possiamo mettere in campo per diminuire il divario di genere.
La principale è cambiare la rappresentazione esterna che si fa del settore finanziario: iniziamo a parlare di finanza parlando anche di futuro, di cambiamento, di protezione e cura della famiglia, di sostenibilità. Tutti temi che hanno la potenzialità di attrarre e affascinare un pubblico femminile.
Sul nostro portale Crowdlender, poi, attiveremo per il secondo anno consecutivo una promozione su tutto il mese di marzo (in occasione della Giornata internazionale della donna, ndr) volta ad avvicinare sempre più donne ai nostri strumenti di investimento. Certo, non cambieremo il mondo da soli, ma qualunque risultato sarà un piccolo passo in più verso un mondo più equo.
Di imparare il più possibile.
Soprattutto all’inizio della propria carriera, consiglio di scegliere i primi lavori sulla base di quello che si può imparare dal lavoro stesso e dalle persone con cui ci si relaziona (colleghi, ma anche clienti, partner, ecc). Infatti, l’apprendimento passa molto dall’osservazione e dall’ascolto degli altri ed è fondamentale inserirsi in un ambiente stimolante da questo punto di vista.
L’intervista ad Anna Raschi inaugura un mese importante: a marzo, in occasione della Giornata internazionale della donna, daremo ampio spazio sul blog e sui nostri canali social in generale a figure femminili del settore fintech. Donne con cui collaboriamo quotidianamente, in quanto esponenti di aziende partner e società offerenti che sono in raccolta sui nostri portali o lo sono state in passato.
E non solo: da domani, 1 marzo, sarà anche attiva una promozione che mira ad avvicinare il pubblico femminile agli strumenti di investimento in crowdfunding e a una gestione più autonoma delle proprie finanze: per tutto il mese le donne che investiranno in lending crowdfunding sul portale Crowdlender avranno diritto allo 0,5% extra di rendimento (annuo lordo) rispetto ai tassi di interesse proposti. Sarà forse un piccolo passo “per la donna”, ma un grande passo per noi.
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