Una campagna di crowdfunding di successo è solo l’inizio di un percorso di crescita per un’impresa, e ciascuna azienda può compiere scelte diversissime sull’utilizzo del capitale raccolto in crowdfunding: ogni esperienza imprenditoriale è a sé, ma il confronto con quelle degli altri può essere uno spunto utile per trovare la propria strada e capire come sfruttare al meglio il crowdfunding.
Oggi approfondiamo l’esperienza di ToGet4U a due anni dalla campagna di equity crowdfunding che l’azienda ha condotto con successo su Opstart. Ne parliamo con il Founder & Business Manager Mauro Tartamelli.
I capitali raccolti (ca. 130.000€) sono stati utilizzati in maniera molto prudente, quasi conservativa, in quanto – anche sulla base di esperienze passate – sappiamo che la carenza di liquidità crea danni seri alle aziende. Quindi tali capitali ci sono serviti per gestire al meglio i mismatch di cassa tipici del nostro business B2B, gli investimenti in marketing e ora la riprogettazione del nostro sito, che finalmente diventerà un software in licenza.
Avere un “cuscinetto” di sicurezza ci ha permesso di affrontare la crescita del business e del personale, nonché gli investimenti necessari (con tutti i rischi connessi) con una certa tranquillità, senza mai dover ricorrere a finanziamenti esterni o nuovi aumenti di capitale.
Questo ci ha permesso di raggiungere un fatturato di quasi 1 milione di euro nel 2023 (x10 rispetto al 90.000€ del 2021) e una base di oltre 20.000 professionisti disponibili nel nostro database. Inoltre, quando si sono create delle opportunità finanziarie, le abbiamo colte al volo avendo appunto questa liquidità da parte, riuscendo a ottenere extra-ritorni non preventivati e raggiungendo un EBITDA positivo e significativo già dal 2023, con ottime prospettive anche nel prossimo biennio, in attesa di ottimizzare il core business e raggiungere il target del 20% di EBITDA (oggi 7%).
Il “Tarta” – come molti mi chiamano – è un analista finanziario/risk manager con una spiccata vena imprenditoriale. Ed è proprio durante una delle mie iniziative imprenditoriali che è nata l’idea di ToGet4U: durante la partecipazione a una fiera in Germania, valutando diversi preventivi per un’hostess e confrontandoci successivamente con la risorsa scelta, io e il mio socio (l’attuale CEO della società) ci siamo resi conto degli enormi ricarichi che le agenzie effettuano in ambito eventi (spesso >100%), anche a causa del lavoro e degli step necessari per trovare le risorse richieste, soprattutto il personale (analisi dei CV, colloqui one-to-one con lo staff per raccogliere le disponibilità, proposta al cliente, contrattualizzazione standard ecc.).
In parte ero già a conoscenza di questi costi e ricarichi, avendo organizzato diversi eventi ai tempi dell’università, però tale episodio mi fece nascere un’idea che poi si trasformò in ToGet4U, ovvero una piattaforma dove lo staff in ambito eventi si possa candidare direttamente ai vari eventi, senza necessità di essere contattato personalmente, con un enorme risparmio di tempo per gli organizzatori e di conseguenza con costi molto ridotti.
Ciò che ci rende unici – e che purtroppo spesso non viene percepito dal cliente – è il processo innovativo che ci porta al risultato finale, ovvero la digitalizzazione di tutto il processo di recruiting (cd. “e-recruiting”), dallo scouting fino alla selezione e reclutamento online dei candidati e conseguente contrattualizzazione.
Questo tipo di processo permette di giungere allo stesso obiettivo delle agenzie classiche, ma in tempi rapidi e meno onerosi. Per il cliente finale vuol dire un minore costo da sostenere come azienda e spesso un maggior compenso per i professionisti selezionati, che si traduce anche in una maggiore qualità del lavoro (per intenderci, se offro 80€ a giornata per l’assistenza commerciale o la promozione di un prodotto, probabilmente troverò una persona più preparata di chi offre 50€ per lo stesso lavoro). Quando tutto questo processo sarà ben chiaro ai clienti – aspetto sul quale dobbiamo lavorare ancora tanto – allora diventeremo leader di mercato.
Con i soci siamo spesso in contatto, mandiamo aggiornamenti e analisi periodiche proprio per coinvolgerli su ogni novità. Siamo tutti allineati che il nostro primo obiettivo dev’essere innanzitutto rendere profittevole l’azienda, perché, per quanto mi riguarda (sono molto cinico e concreto), un’azienda che non produce “utili” non può essere appetibile, anche se poi ci sono casi reali che dimostrano il contrario, per poi trovare investitori “scottati” o che accettano che il fallimento fa parte del gioco. Certamente il fallimento è una possibilità concreta per le startup, però ogni tanto bisognerebbe fermarsi a osservare le metriche e la marketability del business.
Detto questo, una volta reso il business profittevole, con fatturato e utili significativi, il nostro obiettivo finale – la nostra exit strategy – è la quotazione in Borsa (entro 4-5 anni).
Su questo aspetto non mi considero un esperto, anzi tutt’altro. Quindi l’unico consiglio saggio che potrei dargli è quello di rivolgersi a veri esperti in operazioni di finanza, con il giusto network di investitori. Perché senza una base di investitori diventa impossibile raggiungere il target. Però sarebbe sempre opportuno fare un primo passaggio con i propri amici e parenti, perché se nessuno di loro è disposto a supportarti finanziariamente nella tua impresa, sarà difficile poi convincere perfetti sconosciuti a finanziarti, anche se ad oggi i canali a disposizione per i giovani imprenditori sono davvero tanti. L’importante è non arrendersi mai e continuare a cercare le persone giuste: a volte basta un incontro a cambiare le sorti della propria azienda.
Hai da poco avvitato la tua attività e sei alla ricerca di finanziamenti? Prenota una call con il nostro team e proponi il tuo progetto!
L’ecosistema delle imprese innovative è popolato da tanti attori che devono lavorare insieme per creare un ambiente favorevole allo sviluppo di idee e alla competitività...
La scelta della piattaforma di crowdfunding su cui fare un investimento o su cui lanciare la propria campagna di raccolta di capitali è cruciale per assicurarsi...
Quando si parla di round di investimento di Serie A, B, C, ecc., ci si riferisce alle operazioni di finanziamento delle startup tramite raccolte di capitale di rischio che avvengono nella fase di crescita...
Lo scontro fra tradizione e innovazione in Italia vede vincitrice la prima in moltissimi ambiti, da quelli più triviali come il cibo a quelli più seri come gli...