Mantenere lo status di startup innovativa: i chiarimenti del MIMIT

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Mantenere lo status di startup innovativa: i chiarimenti del MIMIT

settembre 23, 2025 admin Equity Crowdfunding

Lo status di startup innovativa è una qualifica preziosa per molte imprese italiane. È il pass di accesso a un pacchetto di vantaggi che comprende agevolazioni fiscali, procedure burocratiche semplificate e una maggiore attrattività agli occhi di investitori e partner. Negli ultimi anni, in Italia il legislatore ha più volte rivisto i requisiti per accedere e mantenere questa condizione speciale, con l’obiettivo di sostenere le realtà imprenditoriali davvero innovative e potenzialmente scalabili, e risparmiare fondi pubblici evitando che lo strumento venga utilizzato in modo improprio.

A dicembre 2024, con la Legge annuale per il mercato e la concorrenza (n. 193/2024), sono state introdotte modifiche sostanziali allo Startup Act del 2012, ridefinendo i criteri di iscrizione e i tempi di permanenza nella sezione speciale del Registro delle Imprese. 

Per aiutare le imprese a orientarsi fra questi cambiamenti, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) a luglio 2025 ha pubblicato una circolare interpretativa. In questo articolo analizzeremo i principali chiarimenti del Ministero e i criteri che le imprese devono rispettare per mantenere lo status di startup innovative non solo nei primi anni, ma anche nella fase di crescita successiva.

La nuova normativa: un riepilogo

La legge 193/2024 sulla concorrenza ha aggiornato la disciplina delle startup innovative, intervenendo direttamente sull’articolo 25 dello Startup Act. Abbiamo descritto dettagliatamente tutte le novità in un articolo dedicato, e qui possono essere riassunte in quattro punti:

  • Definizione europea: per essere startup innovativa un’impresa deve rientrare nella definizione europea di piccola e media impresa (Raccomandazione CE 2003/361), tenendo conto non solo della società stessa ma anche delle imprese collegate e associate. 
  • Esclusione di agenzie e consulenze: le imprese che hanno come attività prevalente quella di agenzia o di consulenza non possono più accedere o rimanere nella sezione speciale. Si tratta di un cambiamento rilevante, volto a concentrare le agevolazioni su realtà con un prodotto o servizio innovativo ad alto contenuto tecnologico.
  • Durata dello status: l’iscrizione alla sezione speciale del Registro delle Imprese dura inizialmente tre anni, anziché i precedenti cinque. È possibile ancora estendere il periodo fino a cinque anni, ma bisogna rispettare determinati requisiti aggiuntivi.
  • Introduzione del concetto di scale-up innovativa: è stato introdotto lo status di scale-up innovativa, che l’impresa può acquisire trascorsi i cinque anni nel registro delle startup innovative, se dimostra di avere compiuto un salto di crescita significativo, definito da criteri ben precisi. Questo status permette di mantenere le agevolazioni delle startup innovative e si può detenere per un massimo di quattro anni.

La normativa ha previsto inoltre disposizioni transitorie per le imprese già iscritte al momento dell’entrata in vigore, stabilendo tempi e modalità di adeguamento ai nuovi requisiti. L’obiettivo è duplice: garantire continuità alle startup già registrate e al tempo stesso rafforzare l’affidabilità del sistema, concentrando il sostegno pubblico sulle imprese davvero innovative e scalabili.

I chiarimenti del MIMIT sui requisiti

La circolare del MIMIT di luglio 2025 ha chiarito nel dettaglio i principali nuovi criteri che le imprese devono rispettare per potersi iscrivere alla sezione speciale del Registro delle Imprese dedicata alle startup innovative e per mantenerne lo status negli anni successivi.

  • Requisito PMI e tetto ai ricavi: l’impresa deve rientrare nella definizione di PMI europea e, a partire dal secondo anno, non superare i 5 milioni di euro di valore della produzione annua. Entrambi i requisiti devono coesistere. Le verifiche tengono conto anche di imprese collegate o associate, escludendo quindi dal registro le startup controllate da grandi gruppi.
  • Esclusione di attività prevalente di agenzia o consulenza: la circolare chiarisce il concetto di “consulenza” portando alcuni codici Ateco come esempio, ovvero 70.2 e 74.99 e i relativi sottocodici. Per il concetto di “agenzia”, invece, mancano codici Ateco precisi, perciò la circolare raccomanda di intendere come agenzia “un’impresa che ha per scopo l’esercizio di funzioni intermediarie per l’assunzione e trattazione di affari di qualunque genere”. 

È comunque previsto un periodo transitorio che consente alle imprese già iscritte di adeguarsi ai nuovi requisiti entro la successiva dichiarazione annuale.

Ogni startup innovativa è tenuta a rinnovare annualmente l’autodichiarazione dei requisiti tramite un modello unificato predisposto dal ministero e gestito dalle Camere di Commercio. Questo documento serve a verificare periodicamente il possesso delle condizioni richieste.

I chiarimenti del MIMIT sul mantenimento dello status di startup innovativa

Uno dei punti più rilevanti della riforma riguarda la possibilità per le startup innovative di rimanere nella sezione speciale del Registro delle Imprese anche oltre i tre anni iniziali, fino a un massimo di cinque. Per ottenere questa proroga, la società deve dimostrare il possesso di almeno uno dei requisiti aggiuntivi previsti dal nuovo comma 2-bis dell’articolo 25 dello Startup Act.

La circolare ha fornito precisazioni su alcuni di questi requisiti aggiuntivi:

  • l’ottenimento di un brevetto viene riconosciuto se l’impresa è effettivamente titolare del brevetto, non basta che ne possegga la licenza. Non hanno validità, inoltre, la titolarità dei diritti relativi a un modello di utilità o a un software registrato presso il Pubblico Registro Software;
  • l’incremento del 25% delle spese in R&S va calcolato sul maggiore valore tra costo e valore totale della produzione.

Il MIMIT ha chiarito anche le modalità di verifica

  • i requisiti di natura contabile devono essere dimostrati attraverso il bilancio del terzo anno di permanenza nel registro delle startup innovative;
  • per i requisiti legati a brevetti, sperimentazioni o aumenti di capitale è necessario allegare documentazione specifica alla dichiarazione annuale di possesso dei requisiti. 

Trascorsi i cinque anni complessivi dall’iscrizione, la normativa consente un’ulteriore estensione fino a quattro anni aggiuntivi, con due proroghe biennali, per le imprese che hanno dimostrato la capacità di trasformarsi in scale-up innovative.

La circolare del MIMIT precisa alcuni aspetti dei requisiti previsti per rientrare in questo nuovo status:

  • per l’aumento di capitale di importo superiore a 1 milione di euro, la documentazione deve essere allegata alla dichiarazione di possesso dei requisiti. Per la prima proroga, l’aumento deve essere stato realizzato entro i primi cinque anni di iscrizione al registro delle startup innovative; per la seconda proroga, invece, tra il quinto e il settimo anno;
  • per l’incremento dei ricavi superiore al 100% annuo, il MIMIT specifica che il calcolo va effettuato sul bilancio del quinto anno di permanenza nel registro per la prima proroga e su quello del sesto per la seconda. 

Tempistiche e casistiche particolari

Un altro punto chiarito dal MIMIT riguarda le scadenze per la presentazione delle dichiarazioni e le diverse situazioni a seconda della data di iscrizione di un’impresa al registro delle startup innovative:

  • nuove iscrizioni (dal 18 dicembre 2024): la dichiarazione di conferma dei requisiti deve essere presentata entro 30 giorni dall’approvazione del bilancio del terzo anno di iscrizione e comunque non oltre il 31 luglio; 
  • startup già iscritte al 18 dicembre 2024: il termine per l’adeguamento varia in base all’anzianità di iscrizione. Quelle iscritte da meno di 18 mesi hanno 6 mesi di tempo dalla scadenza del terzo anno di iscrizione; quelle iscritte da oltre 18 mesi hanno 12 mesi. In entrambi i casi, la dichiarazione deve comunque essere presentata entro i 60 mesi dalla costituzione della società.

Il ministero sottolinea che questi termini sono perentori: non è possibile sanare ritardi e le Camere di Commercio devono avviare la cancellazione d’ufficio dello status di startup innovativa o scale-up in caso di mancata presentazione. 

Queste precisazioni sono pensate per evitare interpretazioni difformi e garantire parità di trattamento a tutte le startup innovative, indipendentemente dalla Camera di Commercio di riferimento.

La cancellazione dello status e il passaggio a PMI innovativa

La circolare affronta anche il tema delle cancellazioni. Il MIMIT ha chiarito che la proroga straordinaria del termine di permanenza nel registro a 72 mesi dalla costituzione dell’impresa, prevista durante l’emergenza Covid-19, non è più in vigore. Di conseguenza, tutte le startup che alla data del 18 dicembre 2024 avevano già superato i 60 mesi dalla costituzione e non avevano presentato dichiarazione di mantenimento dei requisiti devono essere cancellate d’ufficio dalla sezione speciale.

Prima della cancellazione, le Camere di Commercio devono invitare tali imprese a valutare il passaggio alla sezione speciale delle PMI innovative, se in possesso dei requisiti previsti dal D.L. 3/2015.

Questa possibilità rappresenta un’alternativa importante per le società che, pur non potendo più qualificarsi come startup, restano comunque imprese a elevato contenuto innovativo e possono continuare a beneficiare di agevolazioni specifiche. 

I chiarimenti del MIMIT rafforzano l’idea che lo status di startup innovativa non sia un’etichetta da ottenere una volta per tutte, ma un percorso che richiede costanza e crescita reale. Dal punto di vista dell’ecosistema, la normativa punta a creare una selezione naturale che favorisca le realtà più solide e ambiziose, accompagnandole fino alla fase di scale-up. Le imprese, quindi, devono pianificare per tempo come rispettare i requisiti, inserendo nel proprio business plan obiettivi misurabili in termini di ricerca e sviluppo, patrimonializzazione e crescita dei ricavi.Per gli investitori, queste regole più stringenti rappresentano una tutela aggiuntiva: solo le startup davvero innovative e scalabili potranno mantenere lo status e beneficiare degli incentivi fiscali, riducendo così il rischio di sostenere imprese prive di reali prospettive di sviluppo.

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