FAQ

Facendo ricorso al crowdfunding, avro' ingerenze nell'amministrazione della società?

Uno dei dubbi più frequenti tra le aziende che si avvicinano al crowdfunding riguarda il controllo dell’impresa: l’ingresso di nuovi investitori comporta anche un’influenza nelle decisioni gestionali? La risposta dipende dallo strumento finanziario utilizzato e dalle scelte statutarie dell’emittente. In generale, la normativa e la prassi di mercato offrono soluzioni flessibili per garantire l’ingresso di capitali senza compromettere la governance aziendale. Vediamo nel dettaglio cosa accade nei diversi casi.

Ci sono ingerenze in caso di lending o debt crowdfunding?

No. Se scegli di raccogliere capitale tramite lending crowdfunding o debt crowdfunding, non si genera alcuna ingerenza nella gestione della società.

  • I prestatori o sottoscrittori di titoli di debito non diventano soci ma semplici finanziatori;
  • non acquisiscono diritti di voto o poteri decisionali all’interno della governance aziendale;
  • l’unico obbligo dell’emittente è il rimborso del capitale e il pagamento degli interessi secondo quanto stabilito contrattualmente.

Queste modalità di raccolta sono particolarmente adatte a chi desidera conservare il pieno controllo della società, pur accedendo a fonti di finanziamento alternative.

Che succede invece con l’equity crowdfunding?

Nel caso dell’equity crowdfunding, la situazione è diversa: chi investe acquisisce una partecipazione al capitale della società e diventa quindi a tutti gli effetti socio dell’impresa.

Tuttavia, è l’imprenditore a stabilire i diritti connessi alle quote offerte, attraverso la predisposizione dello statuto e del regolamento di offerta. Questo significa che:

  • puoi decidere se attribuire o meno il diritto di voto ai nuovi soci;
  • puoi prevedere limitazioni statutarie all’ingresso in assemblea;
  • puoi definire soglie minime di investimento per ottenere poteri amministrativi;
  • puoi distinguere tra quote ordinarie e quote speciali, con diritti patrimoniali ma senza voto.

La prassi consolidata prevede che i piccoli investitori non abbiano ingerenze nella gestione: il diritto di voto viene spesso riservato solo a chi apporta capitali significativi. Per approfondire la personalizzazione dei diritti, puoi consultare la sezione dedicata nel documento informativo KIIS, disponibile in ogni campagna.

Qual è il ruolo dello statuto societario?

Lo statuto è lo strumento chiave per regolare la governance post-raccolta. Con il supporto di Opstart, l’emittente può definire:

  • i diritti patrimoniali e amministrativi delle quote;
  • le eventuali clausole di prelazione e co-vendita;
  • le regole di convocazione e voto in assemblea;
  • le soglie per accedere a ruoli decisionali o partecipare a decisioni strategiche.

Grazie a questa flessibilità, è possibile progettare un’offerta di equity che risponda sia agli interessi dell’emittente sia a quelli degli investitori, mantenendo l’equilibrio tra apertura al capitale e solidità decisionale.

Conclusione

Fare ricorso al crowdfunding non significa automaticamente perdere il controllo della propria azienda. Con il debt e il lending non vi è alcun coinvolgimento gestionale da parte dei finanziatori. Con l’equity, invece, sei tu a stabilire, in fase di strutturazione dell’offerta, quali diritti amministrativi attribuire agli investitori. Grazie all’esperienza di Opstart nella consulenza e nella personalizzazione statutaria, puoi raccogliere capitali mantenendo una governance efficace e coerente con il tuo modello imprenditoriale.

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