Missione compiuta. Il mercato non ha tardato a premiare la bontà del modello di business di Orwell la startup della realtà virtuale made in Italy. A pochi giorni dall’avvio della campagna la società ha raggiunto e superato il target di raccolta di capitali: oltre 115mila euro, +15% rispetto all’obiettivo. Ma c’è tempo sino al 4 agosto per investire, con una quota minima di 250 euro.
Orwell è nata nel 2014, come spin-off di ATTU Studio, azienda milanese con un’esperienza decennale nel campo della computer grafica 3D.
Nel settore VR, Orwell offre un’ampia varietà di servizi, grazie ad un team completo, forte della presenza di personale proveniente dal mondo dei videogames (famosi per il loro alto standard qualitativo).
Il software applicativo di Orwell è compatibile con tutte le principali piattaforme VR (Oculus Rift, Gear VR, Google Cardboard, iOS, Android e HTC-VIVE).
Il prodotto più maturo (e già di successo) sono le esperienze personalizzate per Mostre, Eventi, Musei e Fiere. Esempi di questo tipo sono quelli realizzati per la mostra sul pittore Gustav Klimt a Firenze, un successo da 80mila biglietti staccati, o la Da Vinci Experience, che consente di immergersi nella realtà delle macchine immaginate dal grande artista e inventore toscano. “Questo format, oltre a rappresentare un’esperienza coinvolgente”, spiega Antonelli, “dal punto di vista del business è facilmente scalabile e può essere riproposta all’estero dopo una breve customizzazione”.
Infine Virtual Trade Show, una vera e propria esposizione fieristica virtuale, il primo prodotto al mondo nel suo genere, totalmente adattabile a tutti tipi di fiere e congressi.Le potenzialità di questo progetto sono evidenti, anche dal punto di vista dei ritorni pubblicitari e Orwell sta già lavorando al suo sviluppo in collaborazione con player del settore fieristico. “Si tratta di uno dei nostri progetti principali”, dice Antonelli, “quello a cui destineremo la parte più consistente delle risorse raccolte con il Crowdfunding”.
Per accelerare il suo sviluppo e approfittare del trend in forte crescita del mercato del software VR, Orwell ha infatti lanciato la sua campagna di equity crowdfunding sul portale OpStart, tra le maggiori piattaforme italiane.La valutazione pre-money della società è di 850mila euro e le nuove quote offerte rappresenteranno da un minimo del 10,5% ad un massimo del 19% del capitale totale a seconda del totale raccolto.
Il business plan per i prossimi anni è ambizioso: nel 2018 sono attesi ricavi per 1,25 milioni di euro e un Ebitda di 606mila euro (margine del 48%).L’anno successivo il fatturato è previsto a 2,88 milioni e l’Ebitda a 1,76 milioni (margine 61%).
Gli obiettivi appaiono però in linea con il tasso di crescita del mercato del software VR, mentre la base finanziaria di partenza è solida: Orwell nei suoi primi tre anni di attività ha raggiunto un fatturato di 280mila euro circa e un utile operativo di 20mila euro. La posizione finanziaria non vede la presenza di debiti finanziari a lungo termine. L’attività di produzione di software, inoltre, non è ‘capital intensive’ e i prodotti VR sono facilmente replicabili e customizzabili.
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