Una delle principali preoccupazioni degli investitori che si interessano al mondo della finanza alternativa è capire quanto sia sicuro il crowdfunding. È uno strumento finanziario che ormai è in ampia fase di crescita e affermazione costante, ma per molti è ancora una novità e la sicurezza è un tema fondamentale quando si tratta dei propri soldi da investire, soprattutto online.
L’Unione Europea ha manifestato un deciso interesse a regolamentare con norme comuni il crowdfunding e il Regolamento europeo sul crowdfunding approvato a ottobre 2020 è fortemente incentrato sulla tutela degli investitori e introduce ulteriori misure di trasparenza e protezione.
L’entrata in vigore di questo regolamento prevede un periodo transitorio che in Italia si protrarrà fino al 2023, quindi per il momento bisogna fare ancora riferimento alle norme nazionali. La buona notizia è che l’Italia è stata il primo Paese europeo a dotarsi di un regolamento specifico per l’equity crowdfunding nel 2013, posto sotto l’autorità di Consob. Anche per il debt crowdfunding si fa riferimento a questo stesso regolamento, mentre invece il mercato italiano del lending crowdfunding ad oggi non è propriamente regolato e i principali player del mercato sono autorizzati dalla Banca di Francia come agenti di Istituti di pagamento.
Il Regolamento sulla raccolta di capitali di rischio tramite portali on-line, adottato da Consob nel giugno 2013, ha come obiettivo principale quello di tutelare investitori e risparmiatori guidandoli verso un investimento consapevole e garantendo loro trasparenza in tutte le fasi. Innanzitutto solo i portali autorizzati da Consob possono ospitare campagne di equity crowdfunding, e sono tenute a fornire informazioni trasparenti agli investitori e a prevenire e dichiarare ogni possibile situazione di conflitto di interessi.
L’investimento in equity crowdfunding offre un potenziale rendimento elevato ma parallelamente implica anche un alto rischio, perché riguarda di solito società ancora agli inizi del loro sviluppo, quindi non solide: l’investitore deve essere consapevole del rischio di perdere tutto o in parte il suo capitale acquistando quote di partecipazione a tali società. Per questo motivo il Regolamento Consob prevede per gli investitori non professionali l’obbligo di compilare un questionario di appropriatezza prima di poter investire, per testare la consapevolezza dell’investitore e la sua conoscenza delle caratteristiche e dei rischi dell’investimento in questione. Opstart raccomanda agli investitori del proprio portale di investire una piccola percentuale del proprio portafogli in equity crowdfunding e di diversificare per contenere il rischio. Inoltre è bene non investire in operazioni ad alto rischio più capitale di quanto ci si può permettere di perdere: per rendere più sicuro il crowdfunding con il regolamento UE sul crowdfunding queste raccomandazioni diventeranno legge, con soglie ben precise al capitale che un investitore non professionale può investire.
Il regolamento Consob, poi, riconosce agli investitori non professionali il diritto di revoca e il diritto di recesso, ovvero:
– il diritto di revoca dall’investimento qualora tra il momento dell’adesione all’offerta e la sua chiusura o la consegna degli strumenti finanziari sopraggiunga un fatto nuovo significativo o sia rilevato un errore materiale o un’imprecisione concernenti le informazioni relative all’offerta, entro 7 giorni dalla data in cui le nuove informazioni sono state portate a conoscenza dell’investitore;
– la possibilità di recedere dall’ordine di adesione, senza alcuna spesa, tramite comunicazione rivolta alla piattaforma che ospita l’offerta, entro sette giorni decorrenti dalla data dell’ordine.
Passando alla seconda principale tipologia di crowdfunding, si può ritenere che il rischio nell’ambito del lending crowdfunding risieda principalmente nel fatto che l’investitore fornisce un prestito a un’azienda, di solito di piccole o medie dimensioni, che potrebbe trovarsi in condizioni di non riuscire a ripagarlo. Diventa quindi fondamentale il ruolo della piattaforma che ospita le campagne, che opera la selezione delle operazioni da proporre sul portale: per esempio Opstart, per il suo sito Crowdlender, seleziona le società con la collaborazione del partner Easyfintech, azienda specializzata in valutazione del merito creditizio delle imprese.
Su Crowdlender si possono trovare operazioni che offrono garanzie aggiuntive, come ad esempio la fideiussione dei soci dell’impresa o una garanzia offerta da un Confidi. Inoltre, è possibile trovare delle particolari campagne di lending crowdfunding denominate di Crowdbridge, ideate da Opstart per offrire liquidità in tempo breve alle società che sono in attesa di un’entrata finanziaria certa che avverrà nel breve-medio termine. Investendo nelle operazioni di Crowdbridge, l’investitore ha maggiore sicurezza della restituzione del prestito, perché l’impresa proponente dispone già del capitale necessario per saldarlo, ma ha necessità di anticipare i tempi dell’entrata finanziaria per avviare il progetto.
L’ultima macro tipologia di crowdfunding è il debt crowdfunding, che riguarda in particolare la collocazione di bond e minibond. Introdotto dalla Legge di bilancio 2019, ha apportato modifiche al Regolamento Consob per tutelare gli investitori anche su questo fronte. Non è concesso, infatti, acquistare minibond a investitori non professionali, a meno che non rientrino in determinate categorie:
Dopo la lettura di questo articolo, hai sicuramente acquisito una maggior consapevolezza sui rischi del crowdfunding, in base alle tipologie, e sulle strategie che si possono mettere in atto per ridurli e valutare adeguatamente l’investimento.
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